Regno Unito e contagi, il Covid nel paese dove non è obbligatoria la patente
Preoccupa l’aumento dei contagi nel Regno Unito, vediamo quali sono le ragioni di questa impennata epidemica
In questi giorni la Gran Bretagna è nell’occhio del ciclone, sulle prima pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Non solo per le conseguenze sino ad ora nefaste di Brexit, ma a causa dei numeri allarmanti relativi all’infezione da Covid-19.
Contagi nel Regno Unito, cifre dell’epidemia in rialzo
Al 19 Ottobre 2021 una media di circa 50.000 contagi al giorno, 314,231 solo negli ultimi 7 giorni, 223 morti, 911 nella scorsa settimana (che porta il totale a circa 140.000 dall’inizio della pandemia), 921 ingressi in ospedale, 5937 nell’ultima settimana, davanti a 911,550 tamponi eseguiti il 19 ottobre, dei 6,430,109 nell’ultima settimana.
I contagi nell’ultima settimana sono invece 320,594, i decessi contano 954 persone e i
pazienti ammessi il 20 ottobre sono 869, ultima settimana 6074 tampini eseguiti ieri 877,223. Con totali della settimana a 6,433,834.
Cifre tutte in rialzo, con meno criticità sulle unità intensive per ora, rispetto ai durissimi mesi di lockdown. Ma liste di attesa per pazienti non Covid-19 che stanno gonfiandosi a dismisura e fortissime file fuori ai Pronto Soccorso di vari Ospedali.
Gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale (la NHS) avvertono il Governo che siamo alle porte di un inverno difficile. E dire che nel regno al momento le temperature sono ancora piuttosto alte. Gli esperti hanno chiesto di aumentare le vaccinazioni nei gruppi non vaccinati, principalmente nei giovani, e di lanciare più rapidamente i booster, le terze dosi.
Al momento Boris Johnson (che ha riaperto tutto il 19 Luglio, con una sorta di Independancy Day in glorioso stile Conservatore, molto champagne e altrettante bugie, senza nessun obbligo per operatori sanitari o personale scolastico, mantenendo solo test e tamponi) non considera affatto necessario attivare l’Opzione B plus, ossia una tanto temuta molto eventuale e parziale ri-chiusura, o ristabilire parte del lavoro da casa, come distanziamenti, o altri obblighi quali mascherina o men che meno green pass, (termine qui del tutto sconosciuto).
Un paese dove la patente non è obbligatoria per guidare
Ricordiamo che questo è un Paese dove non è obbligatorio guidare con la patente in auto, ci si deve presentare entro qualche giorno in una Stazione di Polizia, né girare per strada o tanto meno possedere obbligatoriamente una carta d’identità (che tra l’altro non esiste,) né presentarsi al voto con una qualsiasi forma di documento.
Ossia, tutto si base sul rapporto di fiducia tra Stato e cittadino, per cui, da qui le mere raccomandazioni del Governo a …lavarsi le mani varie volte al giorno e prendere le dovute precauzioni contro la diffusioni del virus…per non intasare i Pronto Soccorso.
Questi ultimi infatti sono sotto enorme pressione. Ma tutti i nodi vengono al pettine: i tagli lineari degli ultimi Governi (tutti, di sinistra e soprattutto di destra) al sistema pubblico nazionale – ora che la musica preme e si deve ballare – si fanno sentire. Al Covid-19 si può rispondere solo con una forte mano pubblica.
Boris Johnson sta cercando di correre al riparo, durante l’ultimo incontro con il Presidente USA Biden ha dichiarato che la NHS, il Sistema Sanitario Nazionale non è in vendita alle corporazioni statunitensi…Per ora almeno. La minaccia di ulteriori privatizzazioni sfascerebbe tutto definitivamente.
Il morale poi del personale sanitario che non si è barricato in malattia a sua volta, è altresì sotto i tacchi. Bassissimi aumenti proposti agli eroi della NHS e in corrispondenza un alto numero di personale sanitario non britannico che lascia l’Inghilterra e ritorna in Europa a causa di Brexit.
Le ragioni dell’aumento dei contagi nel Regno Unito
Le ragioni dunque, per l’aumento di quei numeri di Covid-19 nel Regno Unito sono facilmente immaginabili. Le differenze che vengono all’occhio specie rispetto a un Paese come l’Italia sono chiare: l’adozione timida della regola della mascherina (anche quando sono richieste mascherine, come sui mezzi pubblici a Londra, la regola viene applicata raramente) e un rilassamento in presenza di grandi assembramenti al chiuso.
Ciò ha permesso al virus di diffondersi. Ma non solo.
C’è stata – e al momento si sta goffamente correndo ai ripari, una certa esitazione nel vaccinare gli adolescenti più giovani, cosa che altri paesi in Europa hanno fatto molto prima.
E poi il ritorno senza regole alle scuole a Settembre, tana libera tutti: nessuna precauzione. Ed ecco il forte aumento dei casi tra i più giovani e non vaccinati.
Ma la nota più ironica è anche l’introduzione anticipata della vaccinazione nel Regno Unito. Era infatti partita come un fulmine tra applausi e fuochi d’artificio nel dicembre 2020, una delle prime al mondo. Corollario: con la protezione valida solo per alcuni mesi, chi ha vaccinato prima del resto d’Europa, ha manifestato una maggiore diminuzione della protezione.
La scienza ha infatti considerato la forte dipendenza britannica dal vaccino Astra Zeneca (la cui efficacia diminuisce leggermente nel tempo rispetto al vaccino Pfizer): ecco un altro possibile fattore per il rigonfiarsi dei numeri.
Si è dunque manifestata una maggiore diminuzione della protezione da Covid-19, specialmente tra le persone anziane, alcuni magari riluttanti a vaccinarsi.
Gli inglesi si sentono tutti come la Regina?
Conclusione, come si dice da queste parti: God Save The Queen: ossia: Che Dio salvi (almeno) la Regina.
No problem. Proprio quest’ultima ultimamente non ha nemmeno considerato il premio dalla rivista inglese per anziani Oldie Magazine. Con una bellissima lettera a firma del suo segretario privato, Elisabetta ha declinato il premio.
You are as old as you fear… ha affermato. Vecchio è solo chi si sente.
Ecco, gli inglesi credono forse tutti di essere tutti come lei davanti al Covid-19?
Sbagliano di grosso, Elisabetta è unica, dopo di lei, il nulla.