Reperti archeologici rubati trovati in casa di un avvocato
I Carabinieri della stazione Monte Mario hanno rinvenuto un ricco bottino in casa di un avvocato romano di 60 anni, in zona Grottarossa. L’uomo è stato deferito in stato di libertà
Lastre di marco d'epoca presumibilmente romana, dipinti murali, quadri, libri sacri, crocefissi, arazzi, statue e parti di statue, materiali sottratti da scavi archeologici e da cimiteri (monumenti sacri o funerari): questo il bottino rinvenuto dai Carabinieri della stazione Monte Mario in casa di un avvocato civilista, un 60enne romano, in zona Grottarossa, e trafugato da diverse regioni d'Italia, tra cui Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo e Toscana. Un bottino – d'interesse storico, artistico, religioso, culturale e archeologico – collezionato nel corso di anni e anni di razzie in diversi siti archeologici, musei, cimiteri e chiese di Italia.
Dal momento che tra i reperti vi sono oggetti risalenti ad un arco temporale che va dal periodo etrusco a quello barocco, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha nominato un gruppo di consulenti tecnici con diverse specializzazioni al fine di meglio determinare le opere e ricostruire la loro storia. I Carabinieri della stazione di Roma Monte Mario, insieme ai colleghi del reparto Operativo del comando Tutela Patrimonio Culturale hanno dovuto compiere accertamenti lunghi e pazienti per individuare con precisione i reperti e localizzare il sito in cui potevano essere stati sottratti: grazie però alla rete di stazioni Carabinieri sparse sul territorio nazionale sono state collegate tutte le singole indagini che riguardavano i vari delitti e, al momento, è stato accertato che parte degli oggetti recuperati sono riconducibili a 24 furti.
Parroci, direttori di musei, responsabili di cimiteri e sovrintendenti di scavi archeologici hanno infatti riconosciuto i reperti recuperati dai Carabinieri di Monte Mario, accorgendosi in alcuni casi dell'effettiva mancanza solamente dopo essere stati convocati.
L'uomo è stato deferito in stato di libertà per il reato di ricettazione continuato. Si presume che fosse cosciente della provenienza illecita della maggior parte del materiale sequestrato, poiché i Carabinieri insieme agli oggetti hanno rinvenuto anche articoli di stampa e fotografie con didascalie dell'epoca in cui erano stati rubati. La sua posizione è sicuramente aggravata anche dall'ingente quantità di beni archeologici, di diverso genere, rinvenuti nella sua disponibilità (vasellame, ceramiche, marmi, terracotta, tappi di anfora, lucerne, elementi da telaio, ecc.) la cui origine è compresa tra il VII secolo a.C. e l'età post-antica. Ci sono anche centinaia di monete in bronzo, rame e argento, anelli, sigilli e pendenti di collane.