Report (Rai 3): questo è il momento che ha fatto il picco di ascolti
Secondo i dati forniti da Auditel, ecco il momento più visto dai telespettatori nella scorsa puntata di Report
Ancora un ottimo dato in tema di ascolti per “Report”, la trasmissione d’inchiesta targata Rai 3. Domenica scorsa, il lavoro di Sigfrido Ranucci e della sua squadra ha registrato l’8% di share con 1 milione 570 mila spettatori di media. Ma qual è stato il momento che ha fatto registrare il picco di ascolti?
Gli approfondimenti
Tra le inchieste in onda domenica 18 febbraio grande spazio innanzitutto a un approfondimento legato alla produzione di neve programmata. Il servizio solleva una questione delicata. Se fino a qualche tempo fa la neve programmata risultava una semplice aggiunta a quella naturale, oggi è diventata una componente fondamentale e quasi imprescindibile per il mondo del lavoro legato a impianti sciistici o molto più in generale, a quanto afferisca all’ecosistema del turismo invernale.
Così, Report analizza in apertura di puntata l’economia delle comunità montane che tra cambiamenti climatici e necessità idriche, si confrontano con problematiche di diversa natura.
L’inchiesta sulla produzione di vino
Oltre alla questione ponte e gare di appalto dell’Anas, Report ha effettuato un’analisi sulla produzione di vino in Italia. Un’inchiesta molto gradita agli ascoltatori.
Il nostro Paese si configura tra i posti al mondo nei quali viene consumata una percentuale maggiore di vino. Quest’ultimo però, non sempre diviene l’espressione di una consolidata e precisa territorialità e tipicità, che contraddistinguono in modo inequivocabile la provenienza del prodotto.
Ciò che risulta dall’indagine effettuata dai giornalisti di Report è che attualmente consumiamo una percentuale di produzioni sempre meno legate a riferimenti di questo tipo, con un conseguente risultato gustativo sempre più standardizzato, sovente derivante dall’utilizzo di uso di tecnologie al servizio della chimica alimentare.
I meccanismi
Report dunque ha voluto ricostruire i meccanismi di questo contorto macchinario. “Si sta diffondendo questo meccanismo per cui un Sauvignon prodotto in Australia o prodotto in Francia o prodotto in Sicilia risultano uguali“, dice ai microfoni della trasmissione il produttore romano di vini e giornalista Piero Riccardi. “Il terreno non è più influente, non ha più importanza. Perché tu sai che a quel Sauvignon devi tirare fuori quei sentori che il consumatore ritroverà”.
All’interno del servizio, che si è avvalso altresì del parere del presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella, si apprende che se “Muovi la vasca 25, tu vedrai la vasca 25 di default, sempre. Perché c’è dentro il mosto concentrato rettificato“. E’ quanto dichiarato da un’ex dipendente della ditta Losito e Guarini, azienda leader nella produzione della Bonarda dell’Oltrepò Pavese, al giornalista Emanuele Bellano.
Il momento e l’orario più seguito
Durante questo scambio di battute si è registrato il picco più alto di ascolti della trasmissione. Report, alle 21.33 di domenica scorsa, era seguita da 2.088.139 di individui con ospiti (FONTI AUDITEL BY MEDIACONSULTANTS).
“Aggiunto al vino di imbottigliamento, il mosto concentrato rettificato è usato come dolcificante, per aumentare il residuo zuccherino e rendere il vino conforme all’esigenza del cliente, cioè la catena di supermercati di turno”. Così, il giornalista di Report spiega anche l’inserimento di acqua per alterare la gradazione, in alcuni casi decisamente notevole.
“L’Italia è tra i Paesi al mondo dove si beve più vino“, illustra Report. “I lieviti selezionati sono prodotti da multinazionali che sviluppano, brevettano e poi vendono in tutto il mondo i loro prodotti. Il risultato è la creazione di vini che dalla California alla Francia, all’Italia e all’Australia finiscono per avere sapori standard e ricorrenti: banana, pompelmo, gelsomino, e così via”.