Report rifiuti e illegalità edilizie: ecco dov’è il Lazio
Se consideriamo l’intera voce dei reati ambientali, Roma nel quinquennio 2018 -2022 si attesta a oltre 6.000 reati accertati
La Capitale dal 2018 al 2022 è al primo posto per i reati contro gli animali (2.676), seguiti dagli illeciti nel ciclo dei rifiuti (1.634), e da quelli nel cemento (1.171). Questi i dati, inquietanti, diffusi da Legambiente nel rapporto sugli ecoreati presentato in occasione della XXIX Giornata nazionale in ricordo delle vittime della mafia, per la quale ha organizzato presso la Banca d’Italia, il seminario «Lotta all’ecomafia: una sfida glocale, dalla nuova direttiva europea sui crimini ambientali al caso Roma: le filiere dell’illegalità e le risposte indispensabili».
La provincia di Roma la peggiore per reati ambientali
La provincia di Roma è la più colpita dai reati ambientali complessivi: nel 2022 con 1.315 illeciti, tra traffico di opere d’arte e di rifiuti, incendi dolosi, illegalità edilizie e maltrattamento di animali. «Un quadro preoccupante – spiegano da Legambiente – che conferma quanto l’ecomafia sia ormai un fenomeno globale, da contrastare con forza a livello territoriale e in Europa».
Se consideriamo l’intera voce dei reati ambientali, Roma nel quinquennio 2018 -2022 si attesta a oltre 6.000 reati accertati e nell’intera regione Lazio il numero raddoppia quasi attestandosi a 13.040. La Regione si posiziona la quinto posto della classifica dietro alla Campania.
Secondo i dati raccolti con la capitaneria di Porto e le forze dell’Ordine, nella Capitale dal 2018 al 2022 sono state 5.820 le persone denunciate, 117 quelle arrestate e 3.030 i sequestri.
Legambiente: servono azioni risolute
«I dati degli ecoreati nel Lazio – osserva il presidente regionale di Legambiente, Roberto Scacchi – sono un triste risultato e ancor più amaro è il record negativo nella provincia di Roma. Qui è necessario generare azioni risolute, in grado di fermare l’aggressione al territorio che arriva dal cemento illegale o dallo smaltimento illecito di rifiuti, costruendo invece le politiche migliori che non lascino spazio alcuno alla criminalità ambientale, per la transizione ecologica nel pieno solco della legalità».