Rete e farmaci: Fabio è il terzo ragazzo morto col veleno acquistato sul web
Nitrito di sodio e veleno corrono sul web nell’e-commerce nera che ha portato alla morte di alcuni ragazzi che avevano un dolore nascosto
Cominciano a essere importanti i numeri di giovani che muoiono a causa di sostanze acquistate online. Fabio un ragazzo di 19 anni, studente diplomato al liceo linguistico di Latina è la terza vittima in pochi mesi che si cela dietro l’assunzione di “nitrito di sodio”, una sostanza che diluita nell’acqua e ingerita blocca il trasporto del sangue al cervello. Il nostro organismo può metabolizzarne solo pochi milligrammi per kg corporei.
L’e-commerce nero
Dietro il gesto di Fabio potrebbe esserci dell’altro. In un video le sue ultime parole: “Ciao papà, ciao mamma. Ho preso questa decisione”. Sicuramente un profondo malessere che sembra essersi amplificato durante il primo lockdown a quanto dicono amici e conoscenti. In mezzo ancora una volta l’e-commerce “nero”, quel mercato aperto a tutti e dove davvero si può acquistare di tutto (sostanze stupefacenti, medicinali senza autorizzazione, armi, esplosivi, materiale pedopornografico etc.). E’ possibile comprare, addirittura, un veleno potentissimo come il nitrito di sodio, proprio come ha fatto Fabio trovato suicida in una camera d’albergo di Roma.
Un ragazzo apparentemente normale sensibile, con la passione per il canto e la recitazione e con il sogno di iscriversi all’Accademia Saint Louis, ma anche con un profondo malessere che prova a risolvere cercando proprio su internet. Perché quando gli altri sono lontani o non sanno ascoltare diviene la rete il miglior alleato, l’amica che può offrirci soluzioni. È la rete che diviene anestetizzante del nostro dolore e allo stesso tempo sciamana per curarci, offrendo addirittura il farmaco con tanto di posologia.
Un mix di sostanze per superare un dolore nascosto
Dove ha reperito Fabio le istruzioni per togliersi la vita con il nitrito di sodio? Le ha cercate sul web e li, qualcuno gli ha proposto un mix di sostanze?. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la vicenda per risalire ai suoi ultimi giorni di vita setacciando fra i suoi contatti e gli accessi ad internet, nella speranza di poter capire quanto è accaduto.
Nulla è da escludere sulla vicenda. Probabilmente il ragazzo aveva un dolore nascosto, una sofferenza sottaciuta persino ai propri genitori, ma potrebbe anche essere che il ragazzo voleva sperimentare come l’organismo avrebbe reagito, assumendo in modo combinato, diverse sostanze.
Semplice curiosità, noia, volontà di “spingersi oltre”, volontà di uscire dalla routine quotidiana. Nulla è da escludere! Non sarebbe la prima volta che si registrano casi di adolescenti che sfidano la morte per pura noia. Si indaga quindi su qualunque pista. Resta l’amarezza di un’altra giovane vita spezzata e la domanda: si sarebbe potuto intervenire preventivamente?
In collaborazione con la Dott.ssa Annamaria Laurita