Ricercatori addestrano cani per rilevare il Covid-19 sfruttando l’olfatto canino
“La nostra ricerca si basa sulla capacità del cane di rilevare minime tracce di odori create dalle malattie”
Il migliore amico dell’uomo potrebbe essere un prezioso ausilio in un momento eccezionale come quello che stiamo vivendo. Ed uno dei migliori sensi dei cani, l’olfatto, potrebbe tornarci a dir poco utile. Non solo per ritrovare persone scomparse, fuggitivi, o sostanze pericolose, da tempo, infatti, i nostri fidi vengono anche impiegati per identificare alcune molecole legate a determinate malattie, come ad esempio alcuni tipi di cancro o il Parkinson.
In ragione di tale possibilità e della necessità di utilizzare ogni strumento utile per risolvere l’emergenza globale che è in corso, per Giovanni D’Agata, presidente dello 'Sportello dei Diritti', vale la pena sottolineare quanto ha pensato l'organizzazione inglese 'Medical Detection Dogs': allenare i propri cani per riconoscere i pazienti affetti dal coronavirus.
Un’idea non campata in aria che nasce dalla collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical e la Durham University. In pratica, lo stesso team che recentemente aveva collaborato per dimostrare che i cani sono in grado di rilevare la malaria. Medical Detection Dogs utilizza l'incredibile potenza del naso del cane per rilevare le malattie umane.
L'incredibile olfatto dei cani
L’ olfatto canino ad esempio, può essere fino a 100 mila volte più potente del nostro. Inoltre, mentre il cervello umano è dieci volte più grande di quello di un cane, la parte dedicata all’ olfatto nei cani è 40 volte più grande della nostra. L’essere umano ha, in media, 5 milioni di ricettori olfattivi, mentre i cani, in base alla razza, hanno tra i 125 milioni e i 250 mila milioni di ghiandole olfattive.
Per esempio, i cani di razza Bloodhound hanno 300 milioni di recettori. I cuccioli hanno sensori di calore sul muso che permette loro di trovare la madre quando ancora i loro occhi non sono completamente aperti.
Secondo quanto anticipato, i cani potrebbero essere addestrati in sei settimane, e saranno disponibili per prestare il loro lavoro verso la parte finale dell'epidemia.
L’ausilio dei cani potrà servire a fornire una diagnosi rapida e non invasiva. È noto, in tal senso che sono già in grado di rilevare lievi variazioni della temperatura della pelle umana, e potrebbero dunque individuare le persone con la febbre. L'organizzazione propone di introdurre l'utilizzo dei cani anche per identificare i viaggiatori provenienti da altri paesi o essere impiegati in spazi pubblici.
Rilevano con precisione già gli odori dei pazienti affetti da malaria
"In linea di massima siamo sicuri che i cani possano rilevare il Covid-19. Stiamo ora cercando di trovare il modo per 'catturare' l'odore del coronavirus dai pazienti e sottoporlo ai cani" ha riferito Claire Guest, ceo e co-fondatrice di Medical Detection Dogs. "L'obiettivo è che i cani siano in grado di controllare chiunque, comprese le persone asintomatiche, in modo da segnalarle. Sarebbe un metodo veloce, efficace e non invasivo, e farebbe sì che i test clinici vengano utilizzati solo dove sono realmente necessari".
Anche James Logan, professore della London School of Hygiene & Tropical Medicine, ha tenuto a precisare che "I nostri lavori precedenti hanno dimostrato che i cani possono rilevare gli odori delle persone affette da malaria con estrema precisione, al di sopra degli standard dell'OMS. Sappiamo che altre malattie respiratorie come il Covid-19 cambiano l'odore del nostro corpo, quindi c'è un'alta possibilità che siano in grado di rilevarlo. Questo nuovo 'strumento diagnostico' potrebbe rivoluzionare la nostra risposta alla lotta contro il coronavirus".