Rifiuti, esclusiva: “Il motivo nascosto della nube tossica di Malagrotta”
Poco o nulla sappiamo di cosa ci sia “dietro” alla nube tossica che il 16 giugno 2022 si è sprigionata dall’impianto di smaltimento rifiuti di Malagrotta
Il rapporto tra Giustizia e Aziende è un aspetto troppo spesso dimenticato dall’annoso e spesso inconcludente dibattito sulla Riforma del Terzo Potere.
Malagrotta sotto amministrazione giudiziaria
Le “criticità” cicliche delle sezioni fallimentari dei Tribunali Italiani, oggetto di appetiti milionari degli “addetti ai lavori”, in troppi casi si ripercuotono nella gestione di numerose imprese, anche quelle pubbliche. Diverse sono le inchieste che, nel tentativo di “normalizzare” un sistema in perenne conflitto d’interessi, vedono coinvolti diversi magistrati e funzionari pubblici oltre che mirabolanti professionisti destinatari di parcelle milionarie e talvolta ingiustificate.
Le Aziende sottoposte ad amministrazione giudiziaria, soprattutto quelle che in qualche misura sono collegate alla cosa pubblica, rappresentano, in alcuni casi, l’occasione più ghiotta per arricchirsi “illimitatamente”.
Ma, nell’era dell’ambientalismo elevato a dottrina religiosa, desta meraviglia e qualche sospetto, che al di là dell’iniziale e “fumoso” clamore, e della solita e puntuale inchiesta di “Report”, poco o nulla si sappia di quanto ci sia “dietro” alla nube tossica che il 16 giugno 2022 si è sprigionata dall’impianto di smaltimento dei rifiuti del famigerato sito di Malagrotta.
Un disastro ambientale la nube tossica di Malagrotta
Un vero e proprio disastro ambientale trattato alla stregua di “spazzatura” da riporre sotto il tappeto per nascondere le falle di un sistema troppo geloso dei propri privilegi, tra cui quello di poter essere indisturbato controllore di sé stesso.
A fare luce sul dietro le quinte dell’ultimo incendio romano, sicuramente meno mitologico del primo, risalente al 64 D.C., ci ha pensato senza mezzi termini l’Avv. Giancarlo Germani nell’intervista esclusiva che segue.
Intervista all’Avv. Germani autore di “Monnezza Capitale”
Avv. Giancarlo Germani, lei ha scritto un romanzo ambientato nel mondo dei rifiuti romano “Monnezza Capitale” e sta difendendo in giudizi civili e penali l’intera catena tecnica del Tmb2 di Malagrotta allontanata nel 2018 dall’Amministratore Giudiziario. Come giudica quello che è successo a Roma negli ulti anni nel settore dei rifiuti?
Guardi, intanto bisogna precisare che da 5 anni il settore del ciclo dei rifiuti a Roma è gestito interamente dal Tribunale di Roma, poiché di quattro impianti TMB per il trattamento dei rifiuti, due hanno preso fuoco, quelli pubblici gestiti da Ama, gli impianti del Nuovo Salario e di Rocca Cencia e due, quelli privati del Gruppo Cerroni sono stati sequestrati nel 2018 e sottoposti al regime di Amministrazione Giudiziaria;
Come è possibile che gli impianti pubblici siano stati incendiati? Saranno state svolte indagini al riguardo.
La Procura di Roma ha accertato che gli incendi sono stati di origine dolosa ma non è riuscita ad individuare i responsabili.
Quindi gli unici impianti TMB funzionanti in questi anni sono stati quelli del Gruppo Cerroni?
Si, gli impianti di Malagrotta sono gestiti dal luglio del 2018 dal Dott. Luigi Palumbo nominato Amministratore Giudiziario e successivamente il Tribunale di Roma ha nominato sempre il medesimo Dott. Palumbo Amministratore Giudiziario anche di parte dell’Impianto TMB di Rocca Cencia.
Sempre lo stesso professionista?
Si curiosamente il Tribunale ha nominato sempre il medesimo professionista Amministratore Giudiziario per gli unici impianti TMB funzionanti. Sia per quelli privati di Cerroni che per quello pubblico di Ama a Roma, nonostante Ama abbia un rapporto debitorio con il gruppo Cerroni di decine di milioni e nonostante si sia creato così una specie di monopolio giudiziario del riciclo dei rifiuti a Roma.
Pensi che la situazione è così confusa ormai che l’Ama ha per errore inserito il Dott. Palumbo addirittura nel suo bilancio.
Il licenziamento dei tecnici del TMB 2 di Malagrotta
Ma, per quale motivo l’Amministratore Giudiziario ha mandato via in blocco tutti i tecnici del TMB 2 di Malagrotta?
Il 2 ottobre 2018 l’Amministratore Giudiziario ha allontanato tutti i tecnici del Tmb per “improrogabili motivi di ordine pubblico e di sicurezza aziendale” che ad oggi a 5 anni dai fatti non sono ancora emersi. In effetti gli otto tecnici cacciati via si stavano opponendo alla ristrutturazione aziendale della Amministrazione Giudiziaria che non voleva riconoscere i diritti acquisiti dei lavoratori e voleva invece farli dimettere dalle società del Gruppo Cerroni in cui erano assunti e voleva riassumerli con contratti di molto inferiori a quelli che i lavoratori vantavano;
E cosa è successo?
È successo che dopo 10 giorni dalla esclusione degli otto tecnici, il 12 ottobre 2018 tutte le maestranze hanno accettato di dimettersi e di farsi riassumere nella E. Giovi Srl in Amministrazione Giudiziaria alle condizioni richieste dal Dott. Palumbo con un risparmio oggettivo per la proprietà della Società di decine di milioni di euro di monte stipendi considerando che gran parte delle liquidazioni pregresse sono rimaste nelle società del gruppo Cerroni;
Sostituire tutti i tecnici di un impianto così delicato per Roma e i suoi abitanti è una operazione che può comportare dei rischi?
Sicuramente si, per come hanno effettuato questa sostituzione. Perché al posto degli otto tecnici cacciati e da me difesi, che solo nel maggio del 217 avevano evitato un incendio per la prontezza del loro intervento ricevendo anche un encomio, l’Amministrazione Giudiziaria ha chiamato delle persone che avevano avuto dei dissidi con l’ex capo impianto che si sono rivelate utili per cercare di discreditare l’ex capo impianto Ing. Barbetta ma che, al contempo non avevano le necessarie competenze tecniche e psicofisiche dei loro successori.
Come fa a sostenere questa tesi?
Semplice, perché gli otto tecnici sono stati sostituiti da otto personaggi, che hanno ritrovato “casualmente” nell’ufficio dell’Ing. Barbetta, mesi dopo che era stato allontanato, dei documenti che avrebbero dovuto comprometterlo. E sempre questi stessi otto furono i primi firmatari di un esposto che poi ha dato vita ad un procedimento penale contro l’Ing. Barbetta e “casualmente” sono quelle stesse otto persone che hanno sostituito tutti i tecnici allontanati nel 2018.
Un procedimento penale di che tipo?
L’Ing. Barbetta è indagato per aver fatto gli auguri di Natale e Pasqua ai dipendenti che erano di turno ricordando loro però che anche se erano giorni festivi avrebbero dovuto lavorare seriamente. Per la Procura di Roma tale comportamento costituirebbe il reato di maltrattamenti e hanno effettuato oltre una ventina di interrogatori e quattro anni di indagine per indagare su un crimine così efferato.
E le indagini a cosa hanno portato?
Ad un clamoroso autogol della Procura di Roma che, tutta tesa a dimostrare quale criminale fosse l’Ing. Barbetta per aver fatto gli auguri di Natale in quel modo e come vessasse i lavoratori, ha depositato dei certificati medici della Asl di Viterbo di un ex dipendente che si riteneva danneggiato da tali comportamenti inumani. In detta documentazione medica si certificava che tale personaggio era affetto da seri problemi psicofisici!
E perché questa certificazione per Lei è così rilevante?
Perché riguarda proprio la persona che ha sostituito come Capo Impianto l’Ing. Barbetta e che la Procura di Roma ben sapeva avere dei seri problemi psicofisici. Ebbene quella persona era stata nominata nuovo Capo Impianto dalla Amministrazione Giudiziaria ed era il Capo Impianto del TMB 2 quando si è sviluppato l’incendio del 15 giugno 2022 con relativa nube tossica.
E che cosa è accaduto a questa persona dopo l’incendio di Malagrotta?
L’hanno allontanata con discrezione dagli impianti dopo un paio di settimane dall’incendio, nel silenzio e nell’omertà generale.
Lei ritiene che questa circostanza abbia inciso sullo sviluppo dell’incendio di Malagrotta e che possa costituire uno spunto investigativo per la Procura di Roma che sta indagando sull’incendio e sulle relative responsabilità?
Sicuramente sì. Capisco l’imbarazzo della Procura che sta indagando su soggetti nominati e messi lì dal tribunale di Roma, ma è evidente che affidare un impianto così delicato a persone non idonee tecnicamente e inadatte al ruolo dal punto di vista psicofisico, allontanando pretestuosamente i tecnici che invece avevano gestito per un decennio gli impianti, prevenendo per di più vari incendi, lascia adito a molti dubbi che dovranno essere fugati da una attenta e minuziosa indagine.
A quanto ci risulta, questi particolari sinora non erano mai, emersi sull’incendio di Malagrotta. È consapevole della gravità delle sue affermazioni?
Ripeto, mi sembra che la Procura di Roma non abbia sin qui indagato su questo lato del problema che del resto conosce bene avendo indagato per quattro anni l’Ing. Barbetta per gli auguri di Natale e di Pasqua! Ora, siccome la situazione è molto grave e ha comportato addirittura una nube tossica, cosa che a Roma non accadeva dai tempi di Nerone, credo che sarà il caso che si indaghi seriamente sul perché sono stati allontanati i tecnici in blocco dal TMB 2 di Malagrotta nel 2018 e su chi li abbia sostituiti e perché. E se avessero le sufficienti capacità psicofisiche per ricoprire quei ruoli.
Poiché penso che ci siano gravi responsabilità in tutto ciò, ho provveduto a depositare denuncia querela alla Procura di Roma e un esposto al Csm e alla Procura di Perugia su tali circostanze. Non ritengo accettabile che si possano coprire comportamenti gravi come quelli posti in essere dalla Amministrazione Giudiziaria.
Non si può scatenare un incendio con nube tossica e danni ambientali enormi per sostituire dei tecnici validi con persone di fiducia di qualcuno ma impreparate tecnicamente e con problemi psicofisici e sperare di non doverne rispondere facendo finta di niente. La legge sarebbe uguale per tutti e questo vale anche e soprattutto per i pubblici ufficiali, sino a prova contraria.
Certo sull’incendio di Malagrotta la Procura di Roma rischia di perdere la faccia. Sarebbe il terzo incendio senza alcun responsabile. Ma almeno hanno assicurato alla giustizia chi maltrattava i lavoratori facendogli gli auguri di Natale…