Rifiuti, la scoperta del compostaggio di comunità nella Tuscia
L’idea del sindaco di Villa San Giovanni in Tuscia sta riscuotendo consensi: “Garantisce risparmi e preserva la salute”
Il tema di questi ultimi anni è “gestione dei rifiuti”. Ci siamo finalmente resi conto che il sistema discarica non ci porta da nessuna parte. Lavorando di fantasia, qualche mente fertile potrebbe immaginare di mandare i rifiuti nello spazio, ma oltre che essere antieconomico alla fine causerebbe una ricaduta sulle nostre teste dei nostri scarti, per cui risulta un terreno inesplorabile. Unica soluzione è fare un serio piano di gestione dei rifiuti che parte da due presupposti: riduzione dei rifiuti alla fonte e gestione sostenibile di quello che non è possibile non buttare.
Quindi cercare di mandare in discarica il meno possibile, riciclare il riciclabile e cercare di trasformarlo in valore. Ultima parte dei nostri rifiuti è rappresentata dalla parte umida della raccolta differenziata, ovviamente per quanto riguarda i Comuni che la hanno avviata. Come trarre vantaggio da questa parte di rifiuto che fino a oggi ha rappresentato un costo per le Amministrazioni? Ci hanno raccontato, prendendoci in giro, che l’unico modo era quello di produrre energia con la parte umida della raccolta differenziata. Non contenti di questo suggerimento superficiale e probabilmente molto interessato dal profitto di aziende private, abbiamo scoperto, grazie all’aiuto dei Comitati impegnati nella difesa del Territorio che esiste un alternativa molto più sostenibile, utile allo stesso modo per chiudere il ciclo dei rifiuti, ed è inoltre estremamente vantaggiosa per la Amministrazioni.
Dovete sapere che il conferimento della parte umida è molto gravosa per i Comuni in quanto va portato in discarica entro 48 ore a causa della sua rapida decomposizione. Questo determina un regime di costi molto elevato che comprende oltre che il costo del conferimento, anche i costi di personale, mezzi, carburanti e traffico veicolare. Il costo stimato per questo conferimento può arrivare in alcuni Comuni a sfiorare i 200 Euro a Tonnellata. Considerando che l’organico ha un alto peso specifico e quindi in percentuale rappresenta una frazione del 30/40% circa sul totale dei rifiuti prodotti, è semplice capire come vada applicata una diversa gestione e come vadano individuate soluzioni che ne valorizzino il contenuto e ne riducano costi di smaltimento.
Abbiamo saputo che un Comune, in Provincia di Viterbo ha trovato il modo di risolvere il problema, senza spendere un centesimo ma anzi risparmiando molte migliaia di euro ogni anno. Sorpresi da questa notizia siamo andati a verificare e a farci raccontare come hanno fatto a trasformare i rifiuti in risorsa senza inquinare l’ambiente e l’aria respirata dai cittadini. Villa san Giovanni in Tuscia, conta circa 1400 abitanti e dal 2012, nell’ambito della raccolta differenziata porta a porta, passata oggi da un’iniziale 7,5% ad un 60% circa, propone ai propri residenti due forme di compostaggio aerobico e naturale, il compostaggio domestico, per chi ha giardini in cui poterlo ospitare, oppure il compostaggio di comunità. Ovvero chi non ha terreno, conferisce l’umido in appositi sacchetti che viene portato dagli operatori in un Eco-centro che lo tratterà in una macchina che accelera il naturale processo di compostaggio, in modo non aggressivo per l’ambiente e per la salute dei cittadini.
Ebbene il Sindaco di questo piccolo Comune l’ingegner Mario Giulianelli, ci ha confidato che in questo modo risparmia circa 10.000 Euro l’anno in quanto il conferimento in discarica gli costava circa 18.000 euro l’anno, mentre oggi con soli 7.000 euro di mutuo può fare esattamente la stessa cosa e restituire ai propri cittadini anche un compost di qualità che potranno utilizzare gratuitamente per le proprie culture. Certo questa di Villa San Giovanni è una realtà molto piccola, ci siamo quindi chiesti se questo modello sia esportabile in comunità più vaste. Per avere risposta alle nostre domande abbiamo chiesto la consulenza di Domenico Paglia un esperto del trattamento dei rifiuti che ci ha spiegato che esistono impianti dall’impatto molto sostenibile che possono trattare fino a 780 tonnellate all’anno di rifiuti umidi, ovvero il fabbisogno di una paese di circa 10.000 abitanti. La dimensione media dei paesi dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini.
Infatti la buona notizia è che molti Comuni della Provincia di Roma, circa 71, (tra cui Ariccia, Albano Laziale, Rocca di Cave, Olevano Romano e Rocca Priora) in data 9 aprile 2014 hanno firmato un’ istanza rivolta alla Provincia e alla Regione in cui viene richiesta la finanziabilità o co-finanziabilità dei sistemi di compostaggio di comunità, intesi come “soluzione strutturale e definitiva” al problema della gestione del rifiuto organico proveniente da sistema di raccolta domiciliare differenziata. A questo punto la risposta è semplice, le soluzioni ci sono, sono percorribili e vantaggiose. Basta metterle in atto. Anche Comunità più ampie come anche Roma stessa potrebbe conferire il proprio umido a livello di comunità (ospedali, caserme, scuole etc.) e suddividersi in Municipi per poter intraprendere la strada di trattare i rifiuti in maniera sostenibile. Fare finalmente la scelta di presentare ai propri cittadini un serio piano dei rifiuti.
Il Sindaco Marino la smettesse di minacciare la Provincia di risolvere i suoi problemi legati ai rifiuti grazie alla creazione di innumerevoli impianti di produzione di energia da biogas/biomasse da disseminare alle porte della Capitale come ha fatto recentemente, colga l’occasione di questa consulenza gratuita e studi come risolvere, una volta per tutte i suoi problemi legati alla gestione dei rifiuti che abbiamo visto esplodere proprio nelle ultime ore.
Si ringrazia Frederick Sporchia per la segnalazione di questo contributo di Claudio Auriemma
*Foto di archivio