Riforma del catasto, sulle tasse è di nuovo alta tensione nel Governo
Il Premier Draghi assicura: “Non è una patrimoniale”. Ma Salvini chiede un impegno scritto, mentre per Letta lo strappo della Lega è “gravissimo”. L’esecutivo però non rischia
È la riforma del catasto l’ultimo casus belli che sta dilaniando (di nuovo) la maggioranza eterogenea che sostiene il Premier Mario Draghi. A dare fuoco alle polveri, per questioni sia di merito che di metodo, è stata la Lega, scatenando immediatamente la bagarre politica. Una bagarre in cui, in modo piuttosto singolare, tutti potrebbero essere almeno in parte nel giusto.
Tensioni sulla riforma del catasto
La bomba era scoppiata lunedì, quando Massimo Garavaglia, Ministro leghista del Turismo, aveva lasciato la cabina di regia chiedendo tempo per studiare il testo della delega fiscale. Per lo stesso motivo la delegazione di via Bellerio aveva poi disertato il successivo CdM, lamentando di aver ricevuto le carte solo mezz’ora prima della riunione.
«I Ministri della Lega non possono avere un documento così importante in mano alle 13:30, per discuterlo alle 14. Non stiamo parlando dell’oroscopo» il j’accuse del leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha comunque precisato che «non è una crisi di Governo».
Una simile presa di posizione, però, non poteva non creare un grosso problema politico, come ha sottolineato Enrico “stai sereno” Letta, segretario del Pd. Il quale ha parlato di uno strappo «gravissimo e irresponsabile. La riforma fiscale è fondamentale per avere i soldi del Pnrr». Che in realtà sarebbe il Recovery Plan, il piano propedeutico a ricevere gli euro-finanziamenti del Recovery Fund (o meglio, del programma Next Generation Eu), ma tant’è.
Il Nipote-di ha ragione, naturalmente, ma il Capitano non ha tutti i torti. Come diventa evidente entrando nel dettaglio del provvedimento.
Le criticità della legge delega sul fisco
In base alla legge delega sul fisco, a gennaio 2026 entreranno in vigore la revisione degli estimi catastali e la rivalutazione del valore degli immobili. Misure che l’ex Ministro dell’Interno interpreta come «una patrimoniale su un bene già tassato». Anche se SuperMario ha assicurato che «il Governo non aumenta le tasse», non turba la ripresa economica con attacchi fiscali.
Però c’è un “però”, rappresentato dal comma 2 dell’articolo 7 della misura, alle lettere A e B. Che in linea di principio consentono all’esecutivo di poter alzare le imposte sulla casa. Tanto che secondo Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, la riforma del catasto «prepara le condizioni per il salasso, lasciando ad altri il compito di attuarlo».
Proprio per questo, l’ex vicepremier del Governo Conte semel ha chiesto a Palazzo Chigi un impegno ben preciso. «Mettiamo per iscritto che non si aumenti il carico fiscale a carico degli Italiani», eliminando quindi i due commi sopracitati. «Io mi fido di Draghi oggi, ma tra un anno chi ci sarà?» si è chiesto l’ex titolare del Viminale. Rimarcando che «di lui mi fido, di altri no».
Insomma, delega sì, ma non in bianco. Per quanto questo atteggiamento faccia inevitabilmente impennare, una volta di più, le tensioni interne al Governo ecumenico. Se però serve a evitare che la stessa sorte capiti pure ai balzelli, potrebbe anche essere un prezzo adeguato.