Riscaldamento della Terra, uno studio “scagiona” l’uomo (e accusa l’IPCC)
Una review di 23 esperti indica che il Sole influenza l’aumento delle temperature molto più dell’uomo: e che il Panel dell’Onu ha deliberatamente ignorato i dati contrari al suo teorema
Il riscaldamento della Terra torna una volta di più a far discutere. O meglio, più che il fatto in sé, le sue cause, che la narrazione dominante individua – ça va sans dire – nell’uomo. Peccato che, presto o tardi, la scienza finisca sempre per scoprire gli altarini: perfino quelli delle Nazioni Unite, nonché degli organismi che da esse dipendono.
Il riscaldamento della Terra dipende principalmente dal Sole
Dicevano gli antichi Romani che “la verità è destinata spesso a soffrire, ma non si estingue mai”. Devono averlo pensato anche gli autori di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Research in Astronomy and Astrophysics. Una review intitolata “How much has the Sun influenced Northern Hemisphere temperature trends? An ongoing debate”.
23 esperti di varie discipline (incluse climatologia, astrofisica e fisica solare) hanno analizzato il ruolo del Sole negli ultimi 150 anni di cambiamenti climatici. Deducendo che attribuire la responsabilità primaria del riscaldamento della Terra agli esseri umani è come minimo avventato. «Il clima della Terra è determinato principalmente dalla radiazione che riceve dal sole» ha affermato per esempio Richard C. Willson, della NASA.
Il peccato originale dell’IPCC
Conclusioni che naturalmente stonano con la vulgata propalata dalla maggioranza dei media mainstream, pedissequamente mutuata dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Il che, intendiamoci, dovrebbe essere dignum et iustum: se non fosse che il Pannello dell’Onu ha deliberatamente ignorato i «dati che davano risultati contrastanti» col teorema. Un peccato originale che secondo Ronan Connolly, primo firmatario dell’articolo, ha un’eziologia, per così dire, eterologa.
«L’IPCC ha il compito di trovare un consenso sulle cause dei cambiamenti climatici» perché questo «rende le cose più semplici per i politici. Tuttavia, la scienza non funziona per consenso», come d’altronde già sosteneva Galileo Galilei: e c’è il rischio che «l’IPCC abbia seriamente ostacolato il progresso scientifico».
Anche perché ha minimizzato «la componente naturale dei cambiamenti climatici» e massimizzato quella antropogenica: come ha sottolineato Nicola Scafetta, fisico dell’atmosfera dell’Università napoletana Federico II.
In questo modo, gli affermazionisti del global warming di origine antropica hanno potuto negare quanto aveva già desunto un luminare del calibro di Antonino Zichichi. Ovvero, che «l’azione dell’uomo incide sul clima per non più del 10%. Al 90%, il cambiamento climatico è governato da fenomeni naturali» impossibili da prevedere e controllare, tra cui il più importante è proprio l’attività solare.
Alla fine, però, tutte le eco-balle fanno il loro tempo e si sciolgono come rugiada all’alba. E, dopotutto, dal bagno di sole al bagno di realtà è un attimo.