Ritardo vaccini anti-Covid, infettivologo Spallanzani: “Vaccino italiano sarà la soluzione”
Ritardo forniture vaccini: abbiamo raccolto le parole del Dottor Mauro Zaccarelli, infettivologo dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma per fare il punto sulla situazione
Ritardi e ostacoli nel proseguire della campagna vaccinale anti-Covid. Domenico Arcuri, Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19 ha affermato che “La prossima settimana riceveremo il 20% di fiale di vaccino in meno e questa settimana il 29% in meno”. La primula, simbolo della speranza portata dal vaccino, sta già sfiorendo?
Ritardo vaccini: buona la partenza, poi la frenata
Abbiamo raccolto le parole del Dottor Mauro Zaccarelli, infettivologo dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma per fare il punto sulla situazione.
“La campagna vaccinale anti-Covid è iniziata in Italia con 1 milione e 300mila persone vaccinate, quindi un ottimo numero in Europa: questo per quanto riguarda la prima dose. Qualche migliaio hanno già ricevuto la seconda dose. Dopo la prima fase in cui sono stati vaccinati gli operatori sanitari doveva partire la fase dedicata alle persone anziane, sempre con i vaccini Pfizer. La fornitura però è stata bloccata. L’azienda infatti ha comunicato che sta ristrutturando la più importante fabbrica che possiede in Europa, dove vengono prodotti i vaccini e questo ha ridotto la produzione.
Entro la fine del mese di gennaio la produzione dovrebbe riprendere a pieno regime e consegnare all’Italia e agli altri paesi europei le dosi pattuite. C’è stato un calo di 150mila dosi a settimana. Per questo sono state sospese le somministrazioni delle prime dosi per effettuare solo i richiami. Appena ripartiranno le consegne si riprenderà con la somministrazione agli anziani, poi agli immunodepressi e altre categorie”.
Le responsabilità della Pfizer
Certo è incredibile dover eseguire una ristrutturazione proprio nel mezzo di una pandemia globale quando nel frattempo si è assicurata la fornitura di una enorme quantità di dosi a molti paesi.
“Questo è ciò che sappiamo. Sono intoppi e rallentamenti che avremo finché non saremo più indipendenti con un vaccino italiano. Al momento attendiamo Moderna ma non grossi ordini e a febbraio AstraZeneca che è anche meno costoso. In tutto questo giocano fattori economici, commerciali anche complessi. Si tratta di un fatto temporaneo, tuttavia l’Italia ha avviato la propria avvocatura nei confronti di Pfizer perché ovviamente l’accaduto non può restare senza responsabilità. Quando avremo 7-8 vaccini di diverse aziende approvati e soprattutto quello italiano non incorreremo più in questi problemi”.
Può essere pericoloso aver ricevuto solo la prima dose e non il richiamo?
“No, non lo è in alcun modo, i cittadini possono stare tranquilli da questo punto di vista. L’unico rischio è quello di rendere inutile la prima dose, senza il richiamo la copertura di una dose è insufficiente”.