Rito abbreviato: il pedofilo Jonathan Trupia se la cava con 8 anni
Oltre a molestare i piccini di un asilo ha tentato di manipolarli: “Mamma e papà non devono sapere nulla”
Pedofilo. E con una serie di aggravanti: ha approfittato del suo lavoro di insegnante (sic) in una scuola materna; ha reiterato i suoi comportamenti schifosi per parecchio tempo e, comunque, finché non è stato scoperto e bloccato; ha tentato di assicurarsi l’impunità manipolando le sue piccolissime prede e cercando, con frasi del tipo “Mamma e papà non devono sapere nulla”, di indurle a pensare che quello fosse un segreto da condividere.
Adesso è arrivata la condanna. A otto anni, grazie al rito abbreviato, e con alcune sanzioni accessorie: la sospensione della patria potestà, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e, una volta che la reclusione abbia avuto termine, il divieto per un anno di avvicinarsi a scuole o ad altri luoghi che siano frequentati da bambini.
Senza girarci intorno: è troppo poco.
Rito abbreviato: per un pedofilo, mai
Innanzitutto, è assurdo che per reati di questa natura vengano concessi dei benefici al colpevole (tanto più quando come in questo caso, non sussiste alcun margine di dubbio sulle sue responsabilità) solo perché accetta un iter accelerato del processo. Il risparmio che si consegue sulle spese di giudizio non è un criterio accettabile, se la contropartita è uno sconto di pena a chi si macchia di atti così gravi.
Così come ci sono i “famosi” costi della democrazia, a partire dai seggi elettorali e via ricompensando chi riesce a entrare nelle varie assemblee locali o nazionali, devono esserci i costi indiscutibili della giustizia. E non è nemmeno una questione “aritmetica” connessa al numero di anni previsti dalla cosiddetta pena edittale: a certe condizioni l’omicidio stesso può non esigere una condanna esemplare. Mentre altri crimini, tra cui la pedofilia, richiedono sempre e comunque una sanzione che valga non solo come punizione del reo ma anche come monito. E come riaffermazione del viscerale e sacrosanto rifiuto dell’intera società nei confronti di chi colpisca – di chi osi colpire – quei bambini che ne sono la parte più inerme e più fragile.
Appena 8 anni: e Trupia tornerà libero
Individui come Jonathan Trupia non meritano alcuna pietà. Per il semplicissimo e terribile motivo che non potevano non rendersi conto di quello che stavano commettendo. Dell’enormità degli abusi che stavano infliggendo, giorno dopo giorno, alle loro vittime.
Tra otto anni, e magari anche meno, questo tizio ce lo ritroveremo a piede libero. Certo: ci sarà la prescrizione aggiuntiva che gli intima di tenersi a congrua distanza dalle scuole eccetera, ma anche quella, ammesso e non concesso che basti a dissuaderlo dal seguire le sue perverse inclinazioni, durerà appena un anno.
E dopo?
In attesa di scoprirlo, può valere la pena di tenere a mente ciò che Trupia ha detto in aula: “Chiedo perdono ai piccoli, ai loro genitori, ma anche alla mia compagna e a mio figlio”.
Evidentemente, pensa che un perdono ci possa essere. Ed è un pessimo segno.