Riviviamo oggi le nostre tradizioni. Il Natale di Nonna Speranza
Nonna Speranza, desiderava che sulla tavola della vigilia di Natale ci fossero sempre quattordici portate, per rispettare la tradizione popolare
Voglio proporvi, essendo vicini alle festività Natalizie, alcune sensazioni, profumi e sapori che non dimenticherò mai. Così come non dimenticherò le persone, gli affetti più cari che desidero ricordare, affinchè anche voi possiate ritrovarvi con me nelle tradizioni che ci appartengono, per riscoprirle nella loro pienezza e gustarle nella gioia. Tornando indietro nel tempo, ci sembrerà, anche se per un breve istante, che questo tempo non sia mai trascorso e lo sentiremo vivo, intenso come allora.
Nonna Speranza, desiderava che sulla tavola della vigilia di Natale ci fossero sempre quattordici portate, affinchè si rispettasse la tradizione popolare, secondo la quale, attraverso quel numero, si riconducesse il pensiero alle quattordici stazioni della Via Crucis. In realtà, non si trattava di portate vere e proprie, ma di componenti diverse. Ad esempio, se c'era la pasta con il tonno, un elemento era costituito dalla pasta, l'altro dal pomodoro, l'altro ancora dal tonno… e siamo a tre. Poi, fagioli, ceci, frittellii, pesciolini sottaceto e così via, fino ad arrivare al fatidico numero quattordici. Nonna Speranza era una donna di grande fede, composta nella persona, discreta e silenziosa, avvolta, quasi nascosta, ovunque si recasse nel suo varnello, ovvero, l'abito che si indossava un tempo, con tanto di busto. Nel corso degli anni, a causa del lungo periodo trascorso in un luogo umido, a ridosso del fiume, nonna Speranza si ammalò. Soffriva per il respiro affannoso, per la tosse che la tormentava e il cuore, che era sempre più debole. Non voleva morire a Natale, lo diceva spesso e pregava affinchè accadesse prima di allora, perchè la famiglia potesse trascorrere serenamente quei momenti, senza il pensiero di lei. Nonna Speranza , se ne andò dieci giorni prima, lasciando in eredità i suoi insegnamenti di vita vissuta, la sua semplicità, quel profumo di antico che emanava la sua persona, le indimenticabili quattordici portate della vigilia e quanto diceva ogni 5 gennaio, quando invitava tutta la famiglia al digiuno strettissimo. "Ricordatevi che a Pasqua Bifania, non beccano neanche gli uccellini sui rami".