Rivolta razzista nel Regno Unito, ecco il motivo delle violenze nelle città inglesi e irlandesi
Starmer, il premier britannico, sa che l’isolazionismo britannico in questi ultimi anni non ha portato che a ingigantire problemi
Per chi si chiedesse cosa sia accaduto nel Regno Unito durante queste ultime settimane, come sia stato possibile che dalla bieca falsità di alcuni messaggi social si siano potuti scatenare incidenti così violenti in varie e tante città inglesi e irlandesi, tali da aver provocato centinaia di arresti (e la previsione di leggi speciali ad hoc) la risposta non è complessa come pare.
Quando è troppo è troppo
Senza mezzi termini, l’attuale clima di ignoranza popolare che ha dato vita e coraggio a movimenti di ultra destra popolare come Enough is Enough (Quando è troppo è troppo) è una (ma ovviamente non la sola). La conseguenza dello strascico-rigurgito Brexit, il Referendum in cui l’elettorato più rozzo e arrogante venne foraggiato da bugie vergognose contro l’Europa, i danni che essa aveva provocato al Paese e contro la presenza di troppi stranieri, nemici usurpatori di Sua Maestà.
Negli ultimi quindici anni una certa parte della popolazione britannica si è infatti corazzata contro gli stranieri presenti sul territorio, additati quali colpevoli dell’impoverimento dell’economia britannica, rei di aver occupato posti di lavoro e risorse che spettavano ai soli britannici.
Da quel clima rissoso di intolleranza verso lo straniero, gli ultimi Governi Conservatori hanno tentato di contrastare gli sbarchi favorendo assurde, stolte e impraticabili misure di deportazione di immigrati clandestini che avevano attraversato la Manica, dirottandoli in Paesi come il Rwanda.
Le fake news fatte circolare ad arte
Su questo clima si è innescata la scintilla delle fake news fatte circolare su gruppi social da influencer di estrema destra sull’identità dell’aggressione di Southport, fatto tragico culminato con la morte di tre bambine: il colpevole, dapprima descritto come immigrato o richiedente asilo islamico, era in realtà un ragazzo nato in Gran Bretagna da genitori di origine africana, non musulmani.
Altre bugie a ricoprire un tappeto di bugie.
Il Governo Laburista appena eletto a schiacciante maggioranza parlamentare, ma si badi bene non straripante sul numero di votanti (a causa del sistema elettorale uninominale secco), dinanzi a questa ondata di terrorismo popolare, si trova oggi a dover risolvere una situazione molto complessa e delicata: da una parte il pugno di ferro contro gli xenofobi di destra, dall’altra la difesa democratica delle comunità straniere presenti sul territorio britannico.
La situazione può sfuggire di mano
In caso di ulteriori collassi economici, questo atteggiamento potrebbe danneggiare lo stesso partito Laburista: le risorse in mano al Cancelliere dello Scacchiere – ossia il nostro Ministro dell’Economia, sono scarse, se il cittadino inglese non riuscirà a capire come stanno le cose veramente, la battaglia per le strade del Regno Unito proseguirà più dura che mai.
L’intenzione di invertire la rotta che con Brexit ha portato ad isolare ed incattivire la Gran Bretagna, la netta volontà del nuovo Premier Keir Starmer di riavvicinarsi al continente europeo, non produrrà un rientro nella Comunità Europea a tutti gli effetti, ma consentirà di tendere una mano al vicino europeo e a mostrare un’anima britannica più tollerante e aperta: il Regno Unito rappresenta un Paese in sofferenza, martoriato da problemi sul sistema sanitario nazionale, piegato da crisi economica, alti tassi e inflazione e una cocente rissosità verso lo straniero, sentimento quest’ultimo comune e presente in altri Paesi come la Francia e l’Italia.
Le contro manifestazioni che si sono svolte negli ultimi giorni in Gran Bretagna contro i violenti incidenti a tema razzista, testimoniano che il Paese è consapevole del pericolo, e fa sentire la propria voce, e appaiono come paralleli a quegli stessi cortei che si svolsero a favore di un riavvicinamento all’Europa dopo la vittoria della Brexit.
Fenomeni diversi ma in parte omogenei. Starmer sa che l’isolazionismo britannico in questi ultimi anni non ha portato che a ingigantire problemi: mentre è anche con i Paesi europei in sofferenza che il problema emigrazione andrà affrontato nel Regno Unito.
L’obiettivo non è semplice, ma è solo con il supporto della diplomazia e dell’unione delle forze in campo che il Regno Unito potrà vincere la sua sfida epocale.