Roberto Gualtieri, un curriculum invidiabile: ma lo sa quanto costa il latte?
Roberto Gualtieri, esempio più classico del trasformismo tutto interno e unicamente tipico della Sinistra italiana
Sfumato definitivamente l’accordo con le spoglie del M5S per una candidatura comune all’elezione del nuovo Sindaco, l’odierno PRS alias PD ( nb PRS sta per Partito Radical Scic ), attraverso le inutili quanto scontate PRIMARIE, decide di giocarsi una carta autorevole come quella dell’ex Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nel Governo Conte 2.
Un curriculum invidiabile (come da migliore tradizione dalemiana) quello del Professore di Storia Contemporanea, già Europarlamentare, deputato in sostituzione di Paolo Gentiloni dal 2020. Esempio più classico del trasformismo tutto interno e unicamente tipico della Sinistra italiana.
Se Antonio Gramsci potesse vedere in quali salotti della borghesia si siedono i dirigenti derivati da quello che un tempo ormai lontanissimo era il partito del popolo e della classe operaia. Un festival di “erre mosce” e di squittii di cagnolini perfettamente tosati e vestiti di tutto punto.
Roberto Gualtieri, sa quanto costa un litro di latte?
La domanda è: il Prof. Gualtieri, conosce il costo di un litro di latte?
Per carità, diamo a Cesare quel che è di Cesare: Laurea in lettere con Dottorato di ricerca in Scienze Storiche, vicedirettore della Fondazione Gramsci, già iscritto alla FGCI e dal 1985 tesserato del PCI. Nel 2009 diventa eurodeputato divenendo il Presidente ella Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo. Infine, come già detto Ministro dell’Economia nei Governo che gestirà le prime fasi della Pandemia.
Eppure, anche il Professor Gualtieri, appare agli occhi del popolo ex PCI, che è pur sempre la base fondante del PD/PRS, un qualcosa di lontano, privo dell’anima che aveva sempre caratterizzato la storia e le azioni della Sinistra italiana prima della incestuosa unione con quella parte di borghesia troppo colta ed ipocrita per poter risolvere i problemi della massa.
Certo, non rimpiangiamo quella monocultura ottusa che si fondava esclusivamente sui dettami scritti ogni mattina sull’Unità.
Ma sicuramente ammiravamo lo spirito di emancipazione culturale di quella classe operaia che aveva iniziato a leggere, a studiare (anche se utilizzava testi che degeneravano nella clonazione delle menti ), a voler capire ed a voler determinare scelte diverse anche se talvolta utopistiche.
Un uomo privo di esperienza sinergica con la gente
Senza lasciarci abbagliare dal curriculum del Candidato Gualtieri, subito noteremo che ancora una volta, il PRS/PD ci propone alla carica di Sindaco un uomo privo di qualunque esperienza sinergica con la gente.
Un tecnico esperto di impianti economici virtuali, una persona abituata a vivere nelle stanze lontane ed ai più incomprensibili di Strasburgo, capace di confrontarsi con commissioni di suoi pari od al massimo a relazionarsi con stagisti e segretarie multilingue. Sarà in grado di governare un popolo, o meglio, di rappresentare, quale primo cittadino, un’intera comunità?
I dubbi sono forti oltre che giustificati. Soprattutto alla luce di quanto espresso dal Prof. Gualtieri in qualità di Ministro del fu Governo Conte 2. Nessun coraggio nelle scelte durante l’emergenza sanitaria. Nessun provvedimento compatibile ad aiutare concretamente le imprese che a cascata hanno reso vittime famiglie e cittadini. Sulla coscienza un piano di ristori per le aziende distrutte dalla pandemia che realmente grida vendetta. Il peggiore effettuato in Europa. Assuefazione alla tempesta che un – 13% del PIL avrebbe causato. Nessuna avvertita urgenza nel dover agire, anche fuori dagli schemi e dalle ideologie. Poche o nessuna le promesse mantenute.
Roberto Gualtieri, Roma non è Strasburgo
Ancora una volta, e lo faremo sempre, dobbiamo ricordare che governare Roma equivale a governare uno Stato, un popolo sovrano, un popolo che ha un’anima ben definita da molteplici sfaccettature.
Un popolo la cui essenza si snoda nei dimenticati quartieri della periferia, nell’inefficienza dei servizi più essenziali, nell’usura e nell’estorsione subita dal piccolo commerciante dimenticato, negli uffici sterminati di una burocrazia ormai casalinga, nella invivibilità dei quartieri popolari, nella complicata mobilità su strade dissestate ed ormai troppo strette.
Illustre candidato Sindaco, Roma non è Strasburgo o Bruxelles, né è solo un palazzo in Via XX Settembre. Qualora venisse eletto se ne ricordi, anche se questo farà storcere il naso a quella parte di borghesia che presiede, senza ormai nascondersi, quello che fu il partito di Gramsci, Ingrao, Berlinguer.