Roma accelera sul termovalorizzatore: Gualtieri promette energia, risparmio e meno inquinamento
Gualtieri ha evidenziato come la scelta del termovalorizzatore sia stata determinante per evitare la creazione di nuove discariche a Roma
Roma annuncia un cambio di marcia sul fronte dello smaltimento dei rifiuti. Il progetto del termovalorizzatore di Santa Palomba, fortemente voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, rappresenta un passo fondamentale nella strategia ambientale e di smaltimento dei rifiuti della Capitale. Presentato in Campidoglio con il coinvolgimento di Acea e di altre realtà industriali e accademiche, questo impianto avrà un ruolo fondamentale nella gestione dei rifiuti indifferenziati, contribuendo al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni.
Un progetto strategico per il futuro dei rifiuti della Capitale
Il termovalorizzatore di Santa Palomba è destinato a trattare circa il 54% dei rifiuti indifferenziati di Roma, una percentuale significativa che consentirà di ridurre la dipendenza della Capitale da discariche e impianti esterni. Come spiegato dal sindaco Gualtieri, i primi rifiuti dovrebbero essere trattati entro l’estate del 2027, con l’inizio dei lavori previsto per il primo trimestre del 2025, una volta conclusa la fase di validazione del progetto. Acea, a capo di un’Associazione temporanea d’impresa (Ati) che include Suez Italia, Vianini Lavori, Hitachi e RMB, gestirà la costruzione e l’operatività dell’impianto, in un contesto che punta ad eccellere in termini di innovazione e sostenibilità.
Investimento e risparmi economici
L’investimento complessivo per la costruzione del termovalorizzatore ammonta a circa un miliardo di euro. Una cifra considerevole, ma che, secondo le stime del Campidoglio, garantirà un risparmio sostanziale sui costi di smaltimento dei rifiuti. Attualmente, Roma spende tra i 220 e i 230 euro per tonnellata di rifiuti indifferenziati, mentre con il nuovo impianto questa cifra scenderà a 178,5 euro a tonnellata. Il risparmio stimato si tradurrà in diverse decine di milioni di euro l’anno, una cifra che potrà essere reinvestita in altri settori cruciali per la città.
Il sindaco ha evidenziato come la scelta del termovalorizzatore sia stata determinante per evitare la creazione di nuove discariche, un’opzione che avrebbe comportato un impatto ambientale e sociale ben maggiore. Con questa soluzione, Roma evita di dover gestire una discarica da un milione di tonnellate, proponendo invece un sistema integrato che punta non solo al recupero energetico ma anche al riciclo delle ceneri e di altri materiali derivanti dal processo di combustione.
Recupero energetico e teleriscaldamento
Uno dei punti di forza del progetto riguarda la sua capacità di produrre energia. L’impianto sarà in grado di generare 65 MW di energia elettrica, sufficiente a coprire i consumi di circa 65.000 famiglie. Ma non è tutto: il termovalorizzatore permetterà anche di avviare un sistema di teleriscaldamento per le aree limitrofe, offrendo così una soluzione integrata che unisce la gestione dei rifiuti alla produzione di energia e calore.
La tecnologia avanzata dell’impianto consentirà inoltre il recupero e il riciclo di materiali come alluminio, acciaio e altri componenti, minimizzando l’impatto ambientale e massimizzando l’efficienza del ciclo dei rifiuti. Un aspetto particolarmente innovativo riguarda la sperimentazione del recupero di CO2, un progetto che, se coronato da successo, potrebbe ridurre ulteriormente le emissioni della città e contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Un impianto all’avanguardia dal punto di vista ambientale
Uno dei timori legati ai termovalorizzatori è tradizionalmente l’impatto ambientale. Gualtieri ha rassicurato che l’impianto di Santa Palomba sarà tra i più avanzati al mondo in termini di performance ambientali, con emissioni di inquinanti inferiori rispetto a quelle generate da una normale arteria trafficata di Roma o persino da un caminetto a legna.
L’area scelta per la costruzione del termovalorizzatore, una zona industriale ben servita da collegamenti ferroviari, permetterà inoltre di ridurre drasticamente il traffico di camion per il trasporto dei rifiuti, spesso causa di ulteriore inquinamento e congestionamento delle strade cittadine. “Non ci saranno i tir sulla Ardeatina”, ha assicurato il sindaco, sottolineando che il conferimento dei rifiuti avverrà tramite la rete ferroviaria, rendendo il processo più sostenibile ed efficiente.
La gestione dei rifiuti: biodigestori e separatori multimateriale
Il termovalorizzatore non sarà l’unico elemento del nuovo Piano Rifiuti di Roma. Accanto a questo impianto, la giunta Gualtieri prevede la realizzazione di due biodigestori, che entreranno in funzione entro la fine del 2026. Questi impianti, localizzati a Casal Selce e Cesano, avranno una capacità di trattamento di 100.000 tonnellate ciascuno, consentendo la gestione dei rifiuti organici con una logica circolare, in cui i rifiuti vengono trasformati in biogas e compost.
In parallelo, saranno realizzati due impianti separatori multimateriale a Rocca Cencia e Ponte Malnome, dotati di lettori ottici in grado di selezionare materiali come plastica, vetro, carta e organico con un alto livello di precisione. Questa tecnologia permetterà di recuperare una parte significativa dei materiali ancora riciclabili, migliorando ulteriormente le percentuali di differenziazione dei rifiuti nella Capitale.
Il futuro della raccolta differenziata
Nonostante l’ambizioso progetto del termovalorizzatore, Gualtieri ha sottolineato che Roma continuerà a lavorare sulla raccolta differenziata, con l’obiettivo di raggiungere il 50% già il prossimo anno. Tuttavia, anche con questi progressi, si prevede che nel 2027 la città produrrà ancora 661.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, un quantitativo che andrà oltre la capacità del nuovo impianto. Per questo motivo, la Capitale continuerà ad avvalersi del termovalorizzatore di San Vittore, sebbene con una riduzione del volume conferito, consentendo a quell’impianto di servire meglio il resto della Regione Lazio.