Roma. Ama, Rsu: Proclamato stato agitazione per fermare declino azienda
“Negli ultimi anni abbiamo visto l’accelerazione di un declino in atto da tempo, dovuto a un’assenza pesantissima di impiantistica”
Le Rappresentanze sindacali unitare (Rsu) di Ama hanno proclamato lo stato di agitazione e avviato le procedure di raffreddamento per "fermare il declino di Ama e uscire dalla crisi perenne", si legge in una nota. "L'azienda vive un periodo di profonda crisi.
Negli ultimi anni abbiamo visto l'accelerazione di un declino in atto da tempo, dovuto alla mancata chiusura del ciclo, a un'assenza pesantissima di impiantistica che non permette ad Ama di prendere slancio come soggetto industriale", riporta la dichiarazione delle Rsu.
"La gestione operativa degli ultimi anni- spiega il testo- ha solo aggravato una situazione già difficile, con ricadute evidenti sulle condizioni di lavoro e sull'offerta del servizio:
grave carenza di mezzi in strada; mancata riforma delle officine; mancata manutenzione di impianti sempre sull'orlo del collasso; cattiva logistica; cattiva gestione dei cicli di raccolta; esplosione del servizio base; porta a porta non pianificato e messo in campo senza le condizioni minime di praticabilità; mancato aggiornamento delle indennità per i lavoratori dei servizi cimiteriali e necessità di riaprire il tavolo di confronto sul futuro del settore;
fallimentare gestione dell'appalto sulla raccolta differenziata per le utenze non domestiche, con i colleghi delle società esterne che il 12 aprile saranno in sciopero per difendere occupazione e salario. A loro esprimiamo la nostra solidarietà".
"La difficoltà operativa, unita a una gestione del personale spesso sbagliata, fa montare il malcontento tra i lavoratori: mancata soluzione della questione del lavoro domenicale; poca trasparenza; mancanza di percorsi di carriera; mancato rispetto delle norme contrattuali e delle prerogative sindacali.
Il caos sulle buste paga, causato dall'improvvisa partenza del sistema Sap, ha solo peggiorato la situazione. E dire che unitariamente a fine 2018 tutte le Rsu avevano chiesto di non partire a gennaio senza una sperimentazione.
Un fallimento annunciato che solo in questi giorni sta vedendo l'azienda fare passi indietro e ammettere gli errori, ma che sicuramente lascerà strascichi", riporta il comunicato. "A questa grave condizione generale si aggiunge una crisi finanziaria e un'instabilità causate dalle scelte della Giunta Raggi- sottolineano le rappresentanze- che colpevolmente ha perso oltre due anni e mezzo senza produrre alcun progetto per il futuro ed è arrivata alla bocciatura del bilancio consuntivo 2017 dopo un inaccettabile ritardo di un anno, aggravato dalla latitanza nelle assemblee dei soci.
Se grazie alla mobilitazione di questo autunno c'è stata la garanzia sugli stipendi, l'intervento sulle banche per la continuità aziendale ed è stata modificata la delibera 58 del 2015 (modifica conquistata interamente dai lavoratori di Ama e a cui andrà data continuità portando a termine l'iter per l'approvazione del piano assunzionale), sul fronte finanziario, industriale e in generale sulle prospettive future resta una mancanza di progetto grave per la città e che spaventa i dipendenti.
Delle richieste avanzate da anni e oggetto della mobilitazione autunnale resta poi inascoltata quella sulla modifica della delibera 52 del 2015, che apre la strada allo spacchettamento dell'azienda".
In conclusione, "in assenza di risposte celeri sul fronte politico e senza tavoli aziendali che con il nuovo Cda siano in grado di decidere e affrontare i problemi elencati in premessa, entro la fine del mese ci ritroveremo in Piazza del Campidoglio per il primo appuntamento di mobilitazione, senza escludere il ricorso allo sciopero". (Red/Dire)