Roma, ancora un venerdì nero per i trasporti: sciopero bus, tram e metro
La protesta è contro il concordato e il piano industriale “che si sta preparando, per presentarlo al giudice e ai commissari che gestiscono la procedura fallimentare di Atac”
Giornata di passione in vista per i cittadini romani per lo sciopero di venerdì prossimo, dalle 8:30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio. A proclamarlo è l’Usb insieme alle sigle Faisa Confail, Faisa Cisal e Or.Sa. Tpl.
L’agitazione interesserà bus, tram, metropolitane e ferrovie Roma-Lido, Termini-Centocelle e Roma-Civitacastellana-Viterbo, comunica l’Agenzia per la mobilità di Roma. ”Il servizio sarà comunque assicurato durante le due fasce di garanzia: fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Sempre venerdì 10 novembre, con le stesse modalità, sciopero di 24 ore indetto dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Usb e Faisa Cisal anche per i bus periferici gestiti dalla Roma Tpl.
La protesta è contro il concordato e il piano industriale “che si sta preparando, per presentarlo al giudice e ai commissari che gestiscono la procedura fallimentare di Atac e dovranno valutarne la credibilità” si legge in una nota Usb, secondo cui “è la politica che si deve fare carico delle proprie responsabilità, risanando ciò che hanno distrutto”.
Le proposte di Usb insieme alle altre organizzazioni sindacali che non hanno firmato il verbale di intesa, viene sottolineato in una nota, “è quella di eliminare tutti gli sperperi che esistono da anni in azienda; di eliminare tutte quelle ingerenze politiche che negli anni hanno depredato e usato questa azienda come un bancomat”.
DISSESTO AZIENDA – Quindi, sostiene l’Usb, è questa stessa politica che “si deve far carico del dissesto dell’azienda Atac perché è la politica che ha scelto per anni dirigenti incapaci, ha scelto deliberatamente una mala gestione aziendale per puro tornaconto politico ed economico” ed “è stata compiacente sulle assunzioni clientelari, ha chiuso occhi ed orecchi sulla bigliettazione parallela, sulle consulenze e acquisti faraonici depredando soldi pubblici”.
Oggi, rileva l’Usb, “c’è chi cerca di far passare il messaggio che la colpa è di tutti i lavoratori che lavorano poco, che sono assenteisti ed è giusto che si sacrifichino per il salvataggio dell’azienda; si vuole risolvere tutto decretando nuovi carichi di lavoro tentando di convincere tutti che ciò sia ‘inevitabile'”.
GIUNTA M5S – Per l’Usb, “l’amministrazione del M5S non fa nulla di nuovo, anzi va oltre; se il sindacato amico non c’è… lo si costruisce… e sui social parte la campagna della disponibilità dei lavoratori Atac diligenti ad assumersi l’onere dei nuovi carichi di lavoro. Ma nessun lavoratore Atac – rileva l’Usb – ha colpe o responsabilità di questa situazione. E’ dal 1997 che i lavoratori si sacrificano sistematicamente nel nome del salvataggio dell’azienda”.
L’ORARIO – L’innalzamento dell’orario settimanale da 37 a 39 ore, sottolinea l’Usb, “creerebbe solo l’innalzamento di personale inidoneo alla guida e non una maggiore produttività; effettuare turni di 7h e 15’ continuativi sulle strade di Roma per traffico e per il dissesto delle strade comporterebbe gravi rischi sulla sicurezza dei lavoratori e dei cittadini; l’annullamento del corrispettivo economico dei turni a nastro è, di fatto, l’ennesimo attacco al salario ai danni di quei lavoratori che si sono sacrificati a dare la loro disponibilità per le esigenze delle loro famiglie”.
Far guidare i macchinisti 6 ore e 30’ nelle gallerie, rileva il sindacato, “comporta gravi ripercussioni alla salute per le polveri che esistono all’interno delle gallerie e per il calo dell’attenzione dovuto al troppo tempo passato in galleria con il conseguente rischio di sicurezza”.