Roma, Atac sospende e denuncia autista assenteista con doppio lavoro
Un bel giorno, l’Atac decise di effettuare dei controlli straordinari, tramite medici aziendali e del Cispi su buona parte dei 160 dipendenti che avevano dichiarato di avere problemi fisici
Nella paralizzante bufera che ha investito Roma e la giunta Raggi, bisogna ammettere che circa un anno fa iniziò finalmente ad intravedersi qualche spiraglio di luce… un miglioramento nella gestione della città? Macché… di più, di più. Avevano mica tappato quei crateri sul manto stradale, dove se ci cadi dentro sei morto? Ma no… di più, di più! Avevano per caso reso più scorrevole il traffico del Grande Raccordo Anulare, dove se ci sali diciottenne riesci a uscirne solo all’età della pensione?
Neanche per idea: molto di più. Si trattò infatti di una luce intensa, accecante, mistica: un vero e proprio miracolo all’interno di una delle aziende più importanti della Capitale! Ovvero una guarigione miracolosa, collettiva! L’Atac ha tanti dipendenti, ben 11.000… spesso malati e impossibilitati a entrare in servizio, con tutti i disagi che ne derivano.
Così un bel giorno, l’azienda romana decise di effettuare dei controlli straordinari, tramite medici aziendali e del Cispi (Centro Italiano Sicurezza Prevenzione Informazione), su buona parte dei 160 dipendenti che avevano dichiarato di avere problemi fisici. Problemi tali da rendere impossibile il lavoro come conducenti o operai delle officine. E che, di conseguenza, erano stati “parcheggiati” dietro a qualche bella scrivania.
Ebbene… dopo gli accertamenti medici, che mi piace immaginare accompagnati da allucinazioni a sfondo mistico in stile fantozziano come annunciazione del miracolo, decine e decine di dipendenti Atac ritenuti “malati” guarirono miracolosamente e ben l’80% di loro risultò idoneo al servizio! Alleluia! E le disabilità temporanee? Sparite! Alleluia! È passato un anno, da questa tanto pittoresca quanto emblematica vicenda celestiale. E tra scioperi, mezzi in avaria e altri disagi per i cittadini, la municipalizzata sembra proprio non trovare pace. Né essa né i suoi dipendenti. Nonostante il cambio al vertice.
Ricordo che una volta entrare a lavorare all’Atac, per chi aveva poca voglia di studiare, era un sogno… ma non era affatto facile: bisognava avere gli agganci giusti, essere raccomandato da qualcuno di importante e… avere qualche intoccabile santo in paradiso. Sì, bisognava anche avere le patenti di guida giuste e fare un concorso, ma questi erano solo dettagli. Fatto sta che una volta che si era ottenuto il “posto fisso”, si cercava di tenerlo stretto in tutti i modi.
Ma oggi sembra proprio che anche questa sorta di assioma, sia crollato: l'Atac ha sospeso (dalle funzioni e dallo stipendio) e denunciato un autista di bus sorpreso a svolgere altre mansioni, senza averle mai comunicate all'azienda come prevedono le norme interne e quindi senza alcuna autorizzazione. In pratica aveva un secondo lavoro.
E vi si recava regolarmente, persino quando risultava assente per malattia. Il caso è emerso in seguito all'intensificazione dei monitoraggi sul fenomeno dell'assenteismo disposti dalla nuova gestione aziendale, ed è stato subito segnalato alle autorità competenti. Queste le parole del presidente dell’azienda capitolina, Simioni: "Casi come questo sono la chiara dimostrazione che in Atac bisogna ripartire dal rispetto elementare delle regole. Su questo saremo inflessibili. Lo dobbiamo alla grande maggioranza dei dipendenti, che lavora onestamente, ma anche ai cittadini romani, che sono i nostri proprietari”.