Roma. Blitz “Dark side” della Polizia, per traffico illecito di rifiuti
Il provvedimento eseguito nelle province di Roma, Latina Frosinone e L’Aquila colpisce beni e assetti societari del valore complessivo di 10 milioni di euro
La Polizia di Stato di Roma e il Servizio Centrale Anticrimine, nella mattinata di oggi, lunedì 11 Settembre, stanno eseguendo un decreto di confisca di beni, per un valore complessivo di 10 milioni di euro, emesso ai sensi della normativa antimafia dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Roma, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Roma e del Questore di Roma, nei confronti di un imprenditore romano e della moglie, entrambi di 79 anni e del figlio di 45 anni.
Smaltimento illecito di rifiuti
Il provvedimento, eseguito dai poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma, fa seguito ad analogo decreto di sequestro emesso dal medesimo Tribunale nell’ottobre 2022.
Il nucleo familiare, composto da imprenditori operanti nei settori della gestione dei rifiuti e immobiliare, nel 2017 era stato coinvolto nell’operazione denominata “Dark side”, condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che disvelò l’esistenza di un sodalizio criminale dedito allo smaltimento illecito di rifiuti. Sono stati accertati numerosi sversamenti abusivi, aventi a oggetto anche rifiuti di natura tossica con elevatissimi profitti illeciti.
Tra i conferitori fu individuata anche un’impresa, operante ad Ardea (RM), riconducibile alle stesse persone, che si rendevano responsabili di reiterate condotte delittuose in materia ambientale, gestendo illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi che venivano conferiti in una discarica abusiva ad Aprilia (LT). Per questi reati le 3 persone coinvolte sono state condannate in primo grado dal Tribunale di Roma per traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione o gestione di discarica non autorizzata e inquinamento ambientale.
Denaro illecito reinvestito nella società
I notevoli proventi illeciti venivano quindi reinvestiti nella medesima società – allo scopo di occultarne la loro genesi e dando luogo, com’è tipico dell’agire criminale in contesti economici, a condotte di autoriciclaggio e intestazione fittizia – nonché nell’acquisizione di ulteriori utilità, celandole dietro ulteriori schermi societari.
L’operazione costituisce il risultato della costante e incisiva azione congiunta della Procura capitolina e della Polizia di Stato volta a contrastare la criminalità organizzata, ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati e a sottrarre le attività economiche al circuito criminale per essere restituite alla collettività in un percorso di legalità.
Le indagini patrimoniali che hanno abbracciato l’arco temporale di circa un trentennio, hanno evidenziato una rilevante sproporzione tra i beni posseduti, direttamente o indirettamente, e i redditi dichiarati, indizi sufficienti per ritenere che quei proventi siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
Con il decreto di confisca, non ancora definitivo, il Tribunale ha accolto pienamente l’analisi investigativa economico-patrimoniale, certificando così la rilevante sproporzione tra fonti di reddito lecite, attività economiche esercitate e complesso patrimoniale posseduto direttamente o indirettamente dai tre proposti.
Coinvolte le province di Roma, Latina, Frosinone e L’Aquila
Il provvedimento ablativo eseguito nelle province di Roma, Latina, Frosinone e L’Aquila colpisce i seguenti beni e assetti societari del valore complessivo stimato di 10 milioni di euro:
Quote e intero patrimonio aziendale di 3 compagini societarie operanti nei settori del trattamento dei rifiuti, del commercio di materiali ferrosi e immobiliare;
22 fabbricati siti a Roma, Pomezia, Marino e Ardea (RM), Aprilia e Fondi (LT), Magliano dei Marsi (AQ), Sgurgola (FR); 10 terreni siti a Roma, Ardea, Fondi (LT); 1 veicolo; Disponibilità finanziarie di circa 500.000 euro.