Roma capitale, 3 topi per ogni abitante e 3 abusivi per ogni topo
Non farebbe notizia se il numero dei topi non fosse tre volte il numero dei residenti della Città Eterna
I topi a Roma? Non farebbe notizia se il numero non triplicasse il numero dei residenti della Città Eterna. L'invasione è iniziata senza che l'amministrazione capitolina abbia preso le misure del fenomeno, anzi con un' A.M.A. ridotta a brandelli, "l'unica preposta a certi interventi", il fenomeno è destinato a peggiorare, sì perché non si tratta di casi isolati, ma di una vera e propria invasione, che parte dalla Balduina e arriva a Tor Bella Monaca, da Vigna Clara a Cinecittà, per fare solo qualche esempio. Alcuni dicono sia normale la loro presenza…"NORMALE?"
Tane e anfratti di topo in ogni dove, seguono passo passo i turisti, sperando che cada loro una briciola, che qualcuno butti a terra il panino e questo accade di giorno. All'imbrunire invece la cosa degenera a causa della movida e dei rifiuti prodotti dai locali: "Non è loro la colpa ma a volte di chi li frequenta e sporca; in alcuni casi pensi siano foglie che rotolano spinte dal vento, ma poi capisci che si tratta di animali che vanno spediti in fila e hanno qualcosa in bocca… Per la cronaca il simpatico roditore è portatore di oltre 40 patologie, dirette o indirette, sì perché se non vi morde, caso assai raro, ma caga e urina molto frequentemente da tutte le parti, senza discriminazione di luoghi, trasmettendo i loro parassiti dove magari mangi un gelato, dove tieni la mano alla tua amata e poi gliela baci, sono drastico? No, è ormai la normalità perché i romani sono abituati a vivere la loro Roma come fanno i turisti e come è giusto che sia: "all'aperto".
Se ci sono 3 topi per ogni abitante, ci sono anche 3 abusivi per ogni topo: Roma città di turismo, dove l'abusivismo la fa da padrona, in tutti i settori e la cosa più spregievole per la città è il basso contrasto al fenomeno, che danneggia i professionisti e le attività preposte a tale servizio con competenza e professionalità: i falsi tassisti, i venditori di caldarroste "indiani" che ti propinano una castagna che sta sul fuoco per mezza giornata, etc… A Roma potrai trovare sedicenti guide, con tesserini taroccati senza che nessuno intervenga e anche se questo avviene non ha un seguito, e la mattina dopo troverai gli abusivi intenti a vendere un tour senza nemmeno sapere di cosa parlano, non solo fanno danno alle guide regolari e preparate e al loro lavoro, ma il danno maggiore viene fatto alla città. Una volta il fenomeno era sporadico e trovavi il singolo truffatore intento a proporti la sua escursione, oggi invece si è innescato il meccanismo che anche "agenzie- hotel- negozi" danno questo servizio ingaggiando di tutto, magari come lavoro a giornata riscuotendo la percentuale del ricavato, troverai venditori di tutto e se dico tutto è tutto e a discapito di attività commerciali che pagano sia tasse che dipendenti. Abbiamo rivolto domande a chi è preposto a combattere l'abusivismo e le risposte sono le più svariate. Possiamo solo riassumere, in una frase, emblematica, "E che mettiamo un vigile per ogni abusivo?".
La mia risposta invece è: "Sì! Categorico, perché ne va del futuro e della credibilità del turismo a Roma. Concuderei con un gioco rivolto a questa amministrazione, tornando all'invasione di topi, con una poesia di Trilussa :
Er sorcio de città e er sorcio de campagna
Un Sorcio ricco de la capitale
invitò a pranzo un Sorcio de campagna.
"Vedrai che bel locale,
vedrai come se magna…
– je disse er Sorcio ricco – sentirai!
Antro che le caciotte de montagna!
Pasticci dorci, gnocchi,
timballi fatti apposta,
un pranzo co' li fiocchi! Una cuccagna!"
L'istessa sera, er sorcio de campagna,
ner traversà la sala
intravidde 'na trappola anniscosta;
"collega – disse – cominciamo male:
nun ce sarà pericolo che poi…?"
"Macché, nun c'è paura:
– j'arispose l'amico – qui da noi
ce l'hanno messe pe' cojonatura.
In campagna, capisco, nun se scappa,
ché se piji un pochetto de farina
ciai la tajola pronta che t'acchiappa;
ma qui, se rubbi, nun avrai rimproveri.
Le trappole so' fatte pe' li micchi:
ce vanno drento li sorcetti poveri,
mica ce vanno li sorcetti ricchi!"