Roma capitale dei Rom
Tra i racconti di chi vive quotidianamente il disagio di una città sporca e priva di sicurezza
Roma capitale dei Rom. Così, ormai da mesi, da quando il Sindaco Marino ha ben pensato di adottare la sua politica buonista senza tener conto della vivibilità di una città con quattro milioni di abitanti, il nuovo epiteto passa di bocca in bocca sino a diventare una sorta di burla, che burla non è.
Una nostra lettrice, residente in via Lorenzo il Magnifico, ci ha mandato una serie di fotografie che palesano lo squallore ed il disagio degli abitanti della storica zona di piazza Bologna. “Per prima cosa qui nessuno tiene conto del disagio di una madre, costretta a divincolarsi, la mattina, tra il carrello di una gitana che passa davanti e un Rom che discute con il compaesano ad alta voce con la birra in mano e minaccia di avere un coltello in tasca” – ci spiega la signora M. – “Sì, sembrano scene da film, ma questo è quello che viviamo quotidianamente. Abbiamo dovuto aggiungere una cancellata a quella già esistente nel palazzo, dopo le sei di sera mio marito ha timore che esca da sola con le nostre bambine e via discorrendo. A voi sembra una condizione normale e civile per chi, oltretutto, anni fa ha investito i propri risparmi in un quartiere da sempre ritenuto sicuro, un grande paesone nel quale vivere sereni e tranquilli?”.
Così, abbiamo provato a farci due passi anche noi. Siamo partiti proprio da via Lorenzo il Magnifico dove, in tutta tranquillità, uno zingaro faceva il suo quotidiano lavoretto nell’immondizia per cercare qualcosa da rivendere. Del tutto normale in tutta l’Urbe, questa pratica non solo rende inutili gli sforzi di chi ogni giorno fa la sua bella raccolta differenziata, ma rende quasi infattibile il lavoro degli operatori Ama. Eppure, ovunque si giri, ovunque si abiti, mentre si esce – sera o mattina – a gettare l’immondizia, eccolo lì: il Rom di turno che con il suo fare del tutto normale sbuca dal secchio rimescolando tutto ciò che hai appena gettato.
Arriviamo al bar all’angolo. Le solite vecchiette tenaci (quelle che ci sono in tutti i quartieri che sanno tutto di tutti) sono lì a bere il loro il caffè e, tra una chiacchera e l’altra si sfogano: “Abito qui da cinquant’anni, di cose ne ho viste in vita mia, ma quello che sta accadendo negli ultimi mesi ha dell’incredibile. Lo sa che l’altra mattina qui davanti, una di queste signore si è alzata il gonnellone ed ha fatto le proprie deiezioni (n.d.r.) qui di fronte, in tutta tranquillità? Poi la conosce quell’altra signora di colore che vive in strada e si fa tutto addosso bevendo tutto il giorno?”. Di questa signora ci hanno parlato anche i Vigili Urbani, che hanno fatto intervenire più e più volte l’ambulanza. Ma ad ogni ricovero la donna ha firmato per uscire dall’ospedale, rendendo inutili gli interventi.
Andiamo allora a stazione Tiburtina e ci godiamo lo spettacolo. Tutte in fila, con il cellulare in mano, appollaiate sul ciglio della strada, eccole. È ora di pranzo e, giustamente, la comunità si raduna per fare i conti e pranzare. Poco distanti una pattuglia della Polizia ed un presidio di militari (di cui non riportiamo le foto per rispetto) che, impotenti, assistono alla scena. Li abbiamo più e più volte visti, temerari, fare accertamenti e cercare di mantenere l’ordine pubblico. Ma la legge, non si può proprio dire li aiuti né, tantomeno, chi gestisce la città.
Ci spostiamo un po’, per vedere se la situazione è limitata alla stazione e limitrofi. Non lo è: arriviamo in piazza Massa Carrara ed anche qui, un gruppetto più esiguo, detta le leggi del piccolo parco dove di anziani e bambini (il parco dispone di vari giochi) non si vede neppure l’ombra.
Ogni commento, a questo punto, ci pare superfluo. Non ci resta che continuare a testimoniare girando tra la gente e riportando la realtà squallida ed insicura in cui si è costretti a vivere.
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