Roma capitale dell’odio nella “hate map” mondiale di insulti
“Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, non possiamo certo aiutare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità”
John Fitzgerald Kennedy sosteneva che: "Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, non possiamo certo aiutare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità".
Restiamo pure negli Stati Uniti, prima ancora di avvicinarci a casa nostra, tenendo conto del fatto che da un po' di tempo a questa parte, è in voga in America la cosiddetta 'Hate map', la mappa dell'odio. Quest'ultima, localizza e rende noti i tweet più violenti, offensivi e intolleranti. In questo particolare percorso planetario, emerge un dato che deve farci riflettere. Da Roma, infatti, proviene il maggior numero di espressioni omofobe, razziste, incitanti all'odio verso le donne o nei confronti dei diversi per religione, idee, provenienza, origine.
Persino il Papa viene preso di mira. 'Vox', l'Osservatorio italiano sui diritti, in collaborazione con l'Università La Sapienza, ha registrato 20.755 improperi in un anno. Se da un lato, omosessuali, ebrei, islamici, disabili, contano circa duemila invettive ciascuno, in questa vergognosa classifica, le più bersagliate sono le donne, con 5.120 tweet di odio evidenziati. Proprio un bell'esempio globale dalla capitale dell'odio! Ci mancava anche questa, per aggiungere al novero delle prodezze, qualche altra statistica di cui essere orgogliosi.
"Non diventare così tollerante da tollerare l'intolleranza." (Bill Maher)