Roma: capitale dell’in – sicurezza stradale
70 incidenti al giorno, oltre 100 morti tra Roma e provincia nel 2022, sulla sicurezza stradale abbiamo molto da lavorare
Settanta incidenti al giorno, oltre 100 morti tra città e provincia nel 2022. Troppe le auto che circolano nella Capitale e in Italia, siamo i primi in Europa. Porre limiti di velocità e sanzioni serve a poco se non sono i cittadini a collaborare.
Sicurezza stradale: a Roma quasi due milioni di automobili al giorno
A Roma ogni giorno circolano 1,7 milioni di automobili. Da novembre 2023 circa 30mila automobili non potranno più accedere all’interno della nuova Ztl Fascia Verde di Roma. Ne abbiamo parlato in un articolo precedente.
Sono oltre 100 le persone decedute sulle strade del comune e della sua provincia nel 2022, con oltre 70 incidenti al giorno e un tasso di mortalità di 4,4 ogni 100mila abitanti. Di fatto Roma è la capitale degli incidenti stradali.
Roma e provincia vincono in in – sicurezza stradale!
Pirata della strada a Ostia: un incidente stradale è avvenuto il 2 agosto in viale delle Repubbliche Marinare, incrocio corso Duca di Genova. Intorno alle 16.30 una Fiat Panda ha centrato una Toyota Yaris, si è cappottata, finendo contro una Fiat Punto in sosta.
Il conducente della Yaris si è dato alla fuga. A bordo della vettura ribaltata due persone, un rumeno subito trasportato all’ospedale Grassi in codice rosso e una donna, trasportata al Sant’Eugenio in condizioni non gravi.
Altro incidente stradale lunedì 31 luglio su via della Pace, a Valmontone, la strada che porta all’Outlet e al parco divertimenti Magicland. Si sono scontrate un’auto e una moto.
Ferito un ragazzo di Labico di 19 anni che viaggiava sulla moto Yamaha. S’è scontrato con un’automobile che stava uscendo dal parcheggio del centro commerciale. Il ragazzo è stato trasferito in ambulanza al policlinico Tor Vergata. In ospedale a Palestrina invece è stato portato il conducente della macchina, un 26enne di Castel Madama.
A Roma oltre 600 auto per 1.000 abitanti
Le cause degli incidenti vanno viste per ciascun caso, è ovvio, ma le costanti sono la velocità e la disattenzione. Io però aggiungerei anche altre cause, l’età dei conducenti, spesso molto giovani e la quantità di mezzi che circolano sulle nostre strade.
Tra le città al primo posto per numero di auto per abitante in Italia ci sono Firenze, Reggio Calabria e Catania con oltre 700 auto per 1.000 abitanti ma Roma è subito seconda con Bologna, Torino, Palermo e Napoli con oltre 600 vetture.
In Europa siamo ai primi posti tra i paesi con più automobili per abitante. Dietro solo al Lussemburgo che dalla sua ha come giustificazione di essere un paese ricco e piccolo. Mentre noi come giustifichiamo i 670 veicoli ogni 1.000 abitanti? Oltretutto è un dato in aumento anno dopo anno. Nonostante le crisi, le pandemie, l’inflazione e il costo della benzina continuiamo a comprare auto?
Ci contendiamo il primato coi polacchi che però sono a 664 veicoli ogni 1.000 abitanti. Agli ultimi posti ci sono i rumeni non per virtù anti consumo particolari ma solo perché sono tra i paesi europei più poveri ancorché in proporzione molto popolati.
Sicurezza stradale, le decine di morti lungo la strada delle vacanze
Tralasciando i dati del 2020, influenzati dal lockdown, a partire dal 2001, il numero dei morti per incidenti stradali in Italia è sempre diminuito fino al 2013, per poi assestarsi stabilmente intorno ai 3.200-3.400 morti/anno. Nel 2022 eravamo ancora sotto ai livelli pre-Covid, ma la riduzione è troppo lenta. Non bisogna scordare che gli incidenti stradali e i morti sono un costo sociale enorme, valutabile in diversi miliardi di euro.
Da una sommaria verifica degli incidenti di questi ultimi giorni a cavallo tra luglio e agosto, giorni da bollino rosso per spostamenti vacanzieri, di famiglie e di giovani coppie e gruppi di amici. Ho preso episodi a caso un po’ in tutta la Penisola.
Ha passato la notte nel carcere di San Vittore in stato di fermo di polizia giudiziaria il 23enne accusato di essere alla guida della Land Rover che, dopo essere uscita di strada a Limbiate (Monza) si è ribaltata e ha preso fuoco, causando la morte di un passeggero, il quasi coetaneo Arnold Selishta. Il 23enne è stato portato nella caserma dei Carabinieri di Limbiate con l’accusa di omicidio stradale.
Incidente frontale alle 5.45 a Jesolo: due ragazzi sono morti, ed erano poco più che ventenni. A scontrarsi una Yaris e una Citroen monovolume. A Francolise, nella frazione Sant’Andrea del Pizzone, un giovane ghanese di 32 anni è morto nell’impatto tra un’auto ed un autocarro, i vigili del fuoco che sono dovuti intervenire per estrarre le vittime dall’abitacolo, trasformato in una trappola di lamiere.
Sono morti due ragazzi di 24 anni di San Donà di Piave e un 23enne di Musile di Piave, che erano a bordo di un’ utilitaria. Nell’impatto uno dei giovani è stato sbalzato fuori dall’abitacolo: grave il conducente dell’altra auto, un 38enne di Eraclea.
Le ragioni della diffusione del mezzo privato da noi
Difficile rinunciare alla macchina a qualsiasi età. Anche per fare pochi metri l’auto è comoda, parla di te, è la tua identità. Con l’auto si fa prima. Quante volte lo pensiamo? Poi passiamo un’ora a cercare il parcheggio oppure fermi in fila aspettando si liberi la strada. La grande diffusione del parco auto privato in Italia ha le sue motivazioni e le sue conseguenze.
Siamo un popolo di irriducibili individualisti, si deduce da tanti aspetti buoni e meno buoni, persone che vogliono sentirsi libere di spostarsi senza orari e costrizioni. Per questo preferiamo il mezzo privato al trasporto pubblico, che usiamo solo se proprio non abbiano alternative. La conseguenza del grande affidamento ai mezzi privati è che il trasporto pubblico da noi è molto deficitario. È il cane che si morde la coda. Finché non si ridurrà l’uso del mezzo privato il pubblico sarà sempre deficitario. L’incapacità del Governo centrale, delle Regioni e dei Comuni di stare al passo con l’aumento della domanda di mobilità fa si che nessuno rinunci volentieri alla sua automobile.
L’Italia è un paese montagnoso e con una popolazione ancora diffusa
Conta anche la conformazione orografica del paese. La popolazione è diffusa in tutta la Penisola e non tanto concentrata nelle megalopoli, come succede a Londra e Parigi, che da sole ospitano il 20% della popolazione del Regno Unito e della Francia. Muoversi in queste città con la metro è più agevole che con l’auto. Per Roma non è ancora così.
La metro non arriva dovunque e spesso non funziona. L’Italia è ancora molto provinciale, per fortuna, le province conservano una propria identità e autonomia economica e culturale che le differenzia dalle città che si vanno via via omologando.
Vivere in provincia fa si che sia necessaria l’auto. Gli spostamenti non si possono fare velocemente con le corriere e i treni non sono dappertutto. Il 46,7 per cento degli italiani vive in comuni con meno di ventimila abitanti. A essere multicentrica è anche la Germania, dove tra l’altro il reddito disponibile è più alto e la cultura automobilistica certo non manca.
Limitare l’uso del mezzo privato a vantaggio del pubblico
La Polonia sta scalando posizioni verso il mezzo privato per motivazioni culturali e storiche. Il senso di libertà individuale dopo anni di dittatura collettivista, fa preferire la macchina all’uso dei mezzi pubblici e delle metropolitane. C’è bisogno di una crescita culturale per comprendere che il mezzo di trasporto pubblico può essere più efficiente, sicuro, economico di quello privato, che tra l’altro crea danni anche dal punto di vista della qualità dell’aria e della vita.
Un’altra conseguenza della grande diffusione di auto private è che in nessun altro angolo d’Europa si muore come in Italia sulle strade urbane. Sono state 1.331 le vittime nel 2019, prima del Covid.
Se il calcolo fosse effettuato in proporzione agli abitanti, risulterebbero ai primi posti i Paesi dell’Est, ma noi certamente continueremmo a superare, e non di poco, i nostri vicini francesi, tedeschi e spagnoli. Da qui l’esigenza di porre un freno a questa diffusione esagerata di traffico urbano e il tentativo di incentivare mezzi meno inquinanti.
Come le ZTL nei centri urbani, il ticket per entrare in centro e il limite a 30 km nelle vie cittadine, già previsto a Milano per il 2024, come a Londra e a Barcellona.
Sicurezza stradale: muoiono più automobilisti che pedoni
Nel 2022 sono morti per incidenti stradali in Italia 3.159 persone (+9,9% rispetto all’anno precedente), 223.475 i feriti (+9%) e 165.889 gli incidenti stradali (+9,2%), valori tutti in crescita rispetto al 2021 ma ancora in diminuzione nel confronto con il 2019 per incidenti e feriti (rispettivamente -3,7% e -7,4%). Il numero di vittime è invece pressoché stabile, di poco inferiore a quello registrato nel 2019 (-0,4%). I morti entro le 24 ore dagli incidenti sono 2.651, mentre si contano 508 deceduti dal secondo al trentesimo giorno dall’evento.
Per il numero delle vittime sulle strade urbane continuiamo ad occupare i primi posti in Europa, mentre nel numero di decessi per incidente sulle strade statali e provinciali veniamo superati da Francia e Germania.
A morire non sono tanto i pedoni (solo il 16,8%) ma soprattutto gli stessi automobilisti. Sarà perché da noi la gente che cammina si trova soprattutto in città, mentre a morire sempre di più sono i ciclisti e i motociclisti. Circa l’80% delle vittime su bici e moto avviene per uno scontro con un’auto.
L’80% dei morti su bici e moto avviene per uno scontro
Il numero di vittime sulle strade italiane nell’ultimo weekend non sembra avere fine. Bilancio di tre morti per il gravissimo incidente stradale avvenuto lungo la statale 90, all’altezza di Troia, in provincia di Foggia. Secondo una primissima ricostruzione, sono rimaste coinvolte un’auto e due motociclette.
Un ciclista disabile muore travolto da un’auto che non si è fermata: il pirata è stato rintracciato è un 83enne!
A Pastorano, lungo la statale Appia, un 18enne di Vitulazio, ha perso la vita mentre era in moto con la fidanzata, rimasta gravemente ferita e ricoverata all’ospedale di Caserta.
Ad Alife un 65enne è morto dopo che l’auto su cui viaggiava è finita contro un muro.
A Castel Volturno un’auto ed una moto si sono scontrate: il centauro di 32 anni, di San Marcellino, è deceduto dopo un volo di alcuni metri e una violenta caduta sull’asfalto, mentre gli occupanti della vettura si sono allontanati.
Un motociclista di 30 anni è morto a Bergamo, travolto da un automobilista fuggito e poi identificato. Un 19enne, anche lui in moto nella bergamasca è stato preso in pieno da un’auto fuori controllo, è morto mentre la ragazzina che era con lui è ricoverata in codice rosso.
Un uomo di 44 anni ha perso il controllo della sua auto a Bergamo, ha invaso la corsia opposta prendendo frontalmente lo scooter guidato da un ragazzo di 19 anni con a bordo un’amica di 14. Per il ragazzo non c’è stato nulla da fare, mentre la minorenne è stata sbalzata per diversi metri ed è ricoverata in codice rosso all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo.
A Lignano Sabbiadoro (Udine), un 19enne è stato investito sulle strisce pedonali da un’auto in corsa, festeggiava la maturità. È spirato poco dopo.
Sta a noi difendere la nostra vita, non ce n’è un’altra di riserva
Non è facile porre un freno a queste morti che sono le più assurde, le più stupide, le più inaccettabili. Si muore per malattia, per incidente sul lavoro, per omicidio ma finire la propria vita sulla strada per un incidente d’auto, per me, è la cosa più assurda anche perché sarebbe stato possibile evitarla, se ci pensate, anche solo per pochi secondi di ritardo. Bastava partire poco più tardi, andare più piano, stare più attenti, non usare il cellulare, non aver bevuto, non aver fumato hashish… è quella persona, quelle persone sarebbero ancora vive, non si sarebbero ferite, non avrebbero distrutto la vita loro e dei familiari. Quindi spetta prima di tutto a noi cittadini, a noi che guidiamo le auto e le moto, fare attenzione, per noi e per gli altri.