Roma Capitale: Si dimette il vicesindaco di Roma Luigi Nieri
“La mia è una decisione personale, non improvvisa e non dettata da ragioni oscure,”lascio per impraticabilità”
"La mia è una decisione personale, non improvvisa e non dettata da ragioni oscure, né da nauseanti ragionamenti politicisti". A parlare è Luigi Nieri, ormai ex vicesindaco di Roma, che con questa lettera aperta pubblicata sul suo sito ha rassegnato le sue dimissioni. "E’ una scelta limpida che condivido con tutti voi con la chiarezza che ha sempre contraddistinto la mia storia politica. Quando ho accettato di fare il vicesindaco di Roma l’ho fatto per amore della mia città – mi permetto, inelegantemente, di sottolineare che ho fatto il vicesindaco a titolo gratuito – e perché ho creduto a un progetto politico con un chiaro profilo di sinistra. Il mio passo indietro, che nessuno mi ha chiesto di fare, ha alla base le stesse ragioni: l’amore per Roma e la convinzione che l’amministrazione Marino vada difesa a tutti i costi. Proprio per queste ragioni non posso più tollerare che la mia persona sia usata, in maniera volgare e oscena, come strumento per attaccare Roma e un’amministrazione che ha fatto battaglie di cui la sinistra italiana può andare fiera. Se avessi pensato soltanto a me, avrei continuato senza farmi scalfire da nulla. Ho le spalle larghe.
"Ma ormai è evidente che certi poteri, certe realtà che hanno sempre avuto interessi sulla città, condizionandone le scelte, poteri che io ho incessantemente combattuto, sin da ragazzo, hanno fatto di me il bersaglio perenne di attacchi che non si sono limitati a colpire la mia persona, – mai, e sottolineo mai, sfiorata dalle indagini di ‘Mafia Capitale’, portate avanti con serietà e rigore dalla Procura della Repubblica, che infatti non mi ha mai indagato – ma si sono spinti oltre per tentare di inquinare l’immagine dell’intera amministrazione di Roma e anche quella del mio partito, SEL, mai coinvolto in alcuna inchiesta giudiziaria. Il tritacarne mediatico vomita ogni giorno articoli, riportando intercettazioni riciclate da oltre 6 mesi, sbattute sulle prime pagine di quotidiani nazionali e caricate dalla superficialità di titoli che cercano di far passare per nuove cose vecchie di totale irrilevanza penale e giudiziaria. Tutto per tentare di destabilizzare l’amministrazione Marino, per metterla all’angolo. Perché questa amministrazione dà fastidio, ha rotto troppi equilibri e va resa ogni giorno più fragile per far sì che tutto cambi affinché nulla cambi. Io non ci sto.
"Lascio per impraticabilità di campo, perché non intendo prestarmi neanche per un giorno di più a questo gioco al massacro. Non lascerò che indeboliscano l’azione di questa amministrazione. Con il mio passo indietro confermo la mia più grande fiducia e stima nei confronti del mio sindaco, di Ignazio Marino, che credo e spero possa continuare le battaglie politiche di sinistra che questa città merita e che io esigo per Roma. Ho fatto tutto quanto è stato in mio potere per scrivere una pagina di giustizia sociale ed eguaglianza per la nostra città. Ho contribuito ai risultati straordinari raggiunti in soli due anni da questa Giunta di sinistra, che ha portato a casa cose di cui in passato si era solo parlato. Purtroppo alcune cose non ho avuto modo di portarle a termine, anche se ho tentato con tutte le mie forze di ribaltare i tavoli delle trattative. E questo è un altro motivo per compiere scelte drastiche e radicali. Perché ciò che conta per me non è una poltrona da occupare, ma le cose che posso fare per la mia città e per le persone che rappresento. Penso alla battaglia sul salario accessorio dei dipendenti capitolini, una battaglia in cui ho creduto e per cui ho lottato fino all’ultimo istante, in un contesto in cui la morsa delle rigidità tecnocratiche e dei piani di rientro ha soffocato ogni tentativo di soluzione alle vertenze".
"Ci sono stati imposti i blocchi delle assunzioni e dei rinnovi dei contratti, che ci hanno impedito sia di introdurre nuove e sane energie in organico per rilanciare l’azione amministrativa, sia di colmare, attraverso la contrattazione decentrata, i vergognosi vuoti lasciati dallo Stato sul rinnovo dei contratti nella PA. Ci hanno obbligato a sacrificare il welfare per non sforare il patto di stabilità, che ha stretto un cappio intorno al collo delle amministrazioni locali. Ormai, norme e regolamenti alla mano, si rischia di non essere più in grado di impedire a una famiglia di finire in mezzo alla strada perché sfrattata, oppure di difendere le strutture sociali giovanili. Non finisce mai, non basta mai. I sacrifici sembrano portare solo a ulteriori sacrifici, mai alla fine del tunnel. L’agibilità politica di sinistra a difesa delle persone e dei loro diritti, almeno quella che io ho sempre inteso come mia precisa missione, è messa alle strette ogni giorno. Mi auguro, comunque, che le battaglie che non ho potuto concludere siano portate avanti e vinte da chi mi sostituirà. Sono certo che il sindaco saprà scegliere il meglio per la nostra città, per i nostri dipendenti, per tutte le romane e i romani.
"Fin qui è stata un’avventura entusiasmante, anche perché ha avuto il merito di scrivere la parola fine a una delle stagioni più buie per questa città, quella del centrodestra alla guida della Capitale. Eppure questa Giunta ha ricevuto tante critiche più che sospette, sin dalle prime settimane. Evidentemente i processi democratici e dirompenti da qualcuno non sono affatto apprezzati. Io non mi presto più a questo gioco, mi faccio da parte per il bene di Roma e dei romani, lo faccio a testa alta e con la convinzione di aver dato il massimo, malgrado le enormi difficoltà".