Roma, carabinieri a caccia di chi ha l’app che segnala i posti di blocco
L’operazione mirava a contrastare la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di droghe, ma i giovani stanno adottando nuove strategie
Durante il fine settimana, sono stati controllati tremila giovani all’entrata e all’uscita di Fregene. L’operazione mirava a contrastare la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di droghe, rivelando che i giovani della movida stanno adottando nuove strategie per evitare i controlli. Mentre un tempo i posti di blocco venivano segnalati lampeggiando con gli abbaglianti, oggi le segnalazioni avvengono tramite le piattaforme di navigazione satellitare. I carabinieri del Gruppo e della compagnia di Ostia, insieme ai colleghi della stazione di Fregene, hanno sequestrato un tirapugni con lama a un ventenne e ritirato decine di patenti a chi è risultato positivo all’alcoltest e al drugtest. Si sono inoltre adattati ai cambiamenti nei percorsi del traffico, scoprendo che i posti di blocco venivano segnalati su piattaforme come Waze, come fossero autovelox fissi.
Dodici persone denunciate
A causa del tradizionale punto di controllo in viale della Pineta, il traffico veicolare si è spostato verso altre zone, come via della Veneziana a Fregene sud. Tuttavia, questi stratagemmi sono serviti solo parzialmente a evitare i controlli, che hanno portato al sequestro di auto per i recidivi e a dodici denunce per guida in stato di ebbrezza, oltre a una denuncia per possesso di armi improprie.
Pasticceria chiusa a Ladispoli
Numerosi giovani sono stati segnalati in Prefettura come consumatori di droga. Sempre a Fregene, due ristoranti all’interno di stabilimenti balneari sono stati multati per irregolarità amministrative e igieniche, mentre a Maccarese un locale è stato chiuso dal Nas in attesa che il titolare si metta in regola. A Ladispoli, la licenza di una pasticceria è stata sospesa per motivi analoghi. Infine, il gestore di una discoteca ha ricevuto multe per migliaia di euro dopo che i carabinieri della compagnia di Civitavecchia hanno identificato sei lavoratori in nero, compresi alcuni buttafuori, sui quali sono stati avviati accertamenti riguardo alla loro iscrizione all’Albo degli addetti alla sicurezza in Prefettura.