Roma. Carta d’identità: municipio che vai, attesa che trovi
Il rovescio della medaglia del decentramento. Alcuni uffici sono fulminei, altri lentissimi
Magari uno è ingenuo: e pensa che, siccome la carta d’identità non è più cartacea ma informatica, a ottenerla ci vuole di meno. Invece delle vecchie scartoffie, che magari si perdevano chissà dove, si fa tutto al computer: tu ti siedi davanti all’impiegato, quello digita i tuoi dati, verifica immediatamente che non ci siano dimenticanze o svarioni, e oplà, il gioco è fatto. Certo: dopo ci sarà da aspettare che il documento venga realizzato in forma magnetica, ma quanto ci potrà volere? Qualche giorno, mica dei mesi.
Sbagliato. Se si ha la sfortuna di abitare nei quartieri peggio serviti, l’attesa è proprio nell’ordine dei mesi. Più di sette, nel caso del Primo municipio. Sei spaccati, o giù di là, per il Secondo (Trieste-Parioli). Cinque abbondanti nel Settimo (Appio). E quasi cinque nel Terzo (Montesacro).
La carta d’identità Le arriverà, se ha pazienza
Difficoltà prettamente tecniche? Ma quando mai.
Altrove se la sbrigano senza problemi in tempi di gran lunga più contenuti. Nel XV municipio (Cassia) sono quasi dei fulmini: appena due giorni e sei a posto. Nel IX (Eur) non sono altrettanto rapidi ma rimangono nei limiti del ragionevole: 16 giorni.
Insomma: l’intoppo non è tecnologico, ma organizzativo. E a riconoscerlo è anche la presidente del tartarughesco I Municipio, Sabrina Alfonsi, che però si giustifica. Da un lato chiama in causa il Comune: “Da mesi aspettiamo che il Campidoglio assegni le deleghe per abilitare il personale necessario. Solo così potremmo iniziare a ridurre i tempi di attesa”. Dall’altro sottolinea il maggiore aggravio dovuto alla numerosità dei richiedenti e alle particolarità di molti di essi: “Il nostro Municipio è sempre stato individuato come ‘anagrafe’ centrale, raccogliendo così migliaia di richieste in più rispetto al personale assegnato. Basti pensare che oltre un terzo delle richieste sono di cittadini non residenti che caricano ulteriormente il lavoro degli uffici”.
Un ulteriore problema, sempre secondo Alfonsi, è causato dal Ministero degli Interni. Il cui sistema consente di prenotarsi solo tra le 9 e le 13, benché gli uffici comunali siano aperti fino alle 17 per due giorni alla settimana.
Sia come sia, bisognerà pur dirlo: ancora una volta si è dato il via a una rivoluzione amministrativa – che non si può schivare visto che la carta d’identità è praticamente obbligatoria – senza aver prima verificato di essere in grado di gestirla. Della serie, ‘caro’ cittadino arrangiati. E chi semina menefreghismo…