Roma. Casapound resta a Casal Bruciato fino a che non si da casa a Noemi
“Non ci muoviamo finché non verrà trovata una soluzione per Noemi, ragazza italiana con un bambino di 9 mesi”
Giovani poco più che ventenni, con braccia, gambe e volti tatuati, con molta probabilità disoccupati, che si scambiano stancamente saluti camerateschi tra loro e anziani del quartiere a fargli compagnia. Dietro di loro, il gazebo con bandiere tricolori e il simbolo di Casapound.
È ciò che rimane del sit-in anti-rom di Casal Bruciato. Uno sparuto gruppo di residenti e attivisti di estrema destra, dopo quasi 48 ore di protesta, resta qui, al civico 50 di via Facchinetti, a rivendicare non è ben chiaro cosa.
Con la rinuncia volontaria da parte della famiglia rom a cui era stato assegnato un appartamento, cambiano anche le motivazioni della protesta: non più “resteremo qui fino alla revoca dell’assegnazione della casa agli zingari” gridata ieri, ma “non ci muoviamo finché non verrà trovata una soluzione per Noemi, ragazza italiana con un bambino di 9 mesi”, che ieri simbolicamente è stata indotta ad occupare l’appartamento in questione.
Piccolo particolare: Noemi non risulta in graduatoria per nessun alloggio popolare, nemmeno ha presentato la domanda. “Questo per colpa del Piano Rom che toglie le case agli italiani- spiegano ancora i ‘Fascisti del terzo millennio’- inutile anche fare domanda”.