Roma centro storico, il lockdown mai finito: locali vuoti e ristoratori stremati
A Roma, nel centro storico, i locali sono vuoti e il settore della ristorazione in ginocchio, nonostante presidi igienici e distanze tra tavoli
Locali vuoti nonostante presidi igienici e distanziamento. Il Movimento “La voce dei Locali di Roma” denuncia il fatto che nonostante il 18 maggio sia stato dato l’ok dal Governo per riaprire le attività di ristorazione, purtroppo l’assenza di clientela non consente di ripartire. Uno dei ristoratori e portavoce del Movimento, Gianfranco Contini ci spiega la drammaticità della loro situazione.
“Le strade sono deserte, i locali vuoti, le nostre cucine aperte senza che nessuno si sieda a mangiare. Il settore turistico e quello della ristorazione sono al momento fermi in un lockdown che per noi sembra continuare. Il centro storico soprattutto soffre la situazione con incassi pressoché nulli. Alcuni di noi hanno scelto di riaprire e poi richiudere perché non possono perfino rimetterci in termini di spese per corrente, generi alimentari e tutto ciò che comporta tenere aperto un locale”.
“Io personalmente ho due locali, uno più moderno e dal servizio veloce e uno tradizionale, con sedute ai tavoli. Quello tradizionale è impossibile da aprire sia per le distanze sia per le norme da rispettare, l’altro invece nonostante sanificazioni, detergenti, e spendendo inoltre circa mille euro per la riapertura non riesce ad ingranare. L’incasso medio? 30 euro al giorno.
Il progetto sviluppato da Fare Rete include albergatori, artigiani, commercianti. Noi con “La voce dei Locali di Roma” siamo i referenti romani di questo progetto nell’ambito della ristorazione. Chiediamo almeno la cassa integrazione fino a dicembre, l’abbattimento dell’Imu e la riduzione di tasse e bollette“.
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