Roma, chiusura locale a luci rosse a Testaccio. Violazione norme anti-Covid
Un locale a luci rosse nel cuore di Testaccio viene chiuso per tre giorni a causa del mancato rispetto delle norme anti-contagio
La chiusura del locale osé nel cuore di Testaccio: i vigili urbani hanno identificato 60 clienti per assembramento.
In questo periodo sono off limits non solo le discoteche, ma soprattutto i locali dove sarebbe impossibile attenersi alle norme anti-Covid. Per questo gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale hanno disposto la chiusura per tre giorni di un locale a luci rosse a Testaccio. Il posto, luogo di ritrovo per coppie scambiste, di male non fa nulla. Se non, in questo periodo, contravvenire al divieto di assembramenti. Inoltre, il locale è stato sanzionato per la mancanza delle autorizzazioni per la somministrazione di alcolici.
Chiusura del locale a Testaccio e non solo: assembramenti e assenza di mascherine in varie zone della Capitale
Nell’ultimo fine settimana di agosto i vigili hanno effettuato accertamenti su un migliaio di locali pubblici su tutto il territorio della Capitale. Pub e luoghi di ritrovo che costituiscono un punto di riferimento per le uscite serali, dal centro città fino ad Acilia. Inoltre, in questi giorni abbiamo visto transennare la statua di Giordano Bruno e piazza Trilussa a Trastevere e chiudere piazze nella zona della metro A – Bologna. In tempi precedenti al Covid-19 Virginia Raggi aveva introdotto il “DASPO urbano”. Adesso invece l’obiettivo è impedire l’annullamento della distanza interpersonale fra i giovani, una categoria che è stata molto presa di mira dai media, e anche fra i meno giovani.
Lo scorso weekend hanno dovuto chiudere ben 4 locali. Tra l’altro, sanzioni per 8mila euro e sequestro di 6 chili di alimenti a una birreria del VII Municipio che presentava irregolarità nell’igiene alimentare.
Ricordiamo anche l’obbligo di abbassare le saracinesche, a fine luglio, per altri quattro locali: tre a Trastevere e uno a Ponte Milvio. Quest’ultimo è stato sanzionato, oltre che per assembramenti, anche perché il personale non indossava i dispositivi di protezione individuale. Inoltre, il gestore permetteva la consumazione di bevanda alcoliche al di fuori del locale anche oltre le ore 23.