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Roma Collatino: tredicenne porta una pistola a salve e spara in classe

L’episodio ha messo in luce la facilità con cui una scacciacani può essere acquistata online, anche da un minore

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Un episodio che ha scosso l’intera comunità scolastica si è verificato lunedì mattina in un istituto comprensivo del quartiere Collatino, nella periferia est di Roma. Durante una pausa tra le lezioni, un tredicenne ha portato in aula una pistola a salve, esplodendo un colpo che ha terrorizzato compagni e insegnanti. Per fortuna, non ci sono stati danni né feriti, ma il gesto ha aperto un dibattito sulla sicurezza, il controllo genitoriale e il ruolo della scuola nel prevenire simili episodi.

Il momento dello sparo

Erano da poco passate le 11, un breve intervallo tra una lezione e l’altra, quando Marco (nome di fantasia), studente di terza media, ha attirato l’attenzione dei suoi amici in un angolo dell’aula. «Vi faccio vedere una cosa», ha detto con aria misteriosa, mentre infilava la mano nello zaino. In pochi attimi, ha estratto una pistola nera, con tappo rosso, e l’ha mostrata ai compagni. La curiosità si è trasformata in paura quando un colpo è stato esploso, colpendo il pavimento.

Il rumore ha fatto sobbalzare l’intera scuola, spingendo bambini e insegnanti a correre verso l’aula. Marco, spaventato dalle conseguenze del suo gesto, ha lanciato l’arma fuori dalla finestra, nel giardino dell’istituto.

L’intervento dei Carabinieri

Allertati dalla direzione scolastica, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma sono intervenuti immediatamente. Marco, visibilmente spaventato, ha collaborato con i militari, indicando il punto in cui aveva gettato la pistola. L’arma, una scacciacani, è stata sequestrata, mentre il tredicenne ha spiegato le sue intenzioni. «L’ho comprata su internet, volevo solo giocare. Non volevo spaventare nessuno, mi è partito il colpo per sbaglio», ha raccontato ai Carabinieri.

L’acquisto della pistola e le indagini

L’episodio ha messo in luce la facilità con cui una scacciacani può essere acquistata online, anche da un minore. Secondo quanto emerso, queste pistole, del tutto simili a quelle vere, sono disponibili su noti siti di e-commerce, con prezzi che variano tra i 100 e i 300 euro. Le modalità di acquisto della pistola da parte del tredicenne sono ora al vaglio degli inquirenti.

I genitori del ragazzo, descritti dagli insegnanti come una «famiglia perbene», hanno dichiarato di non essersi accorti dell’acquisto. Il tredicenne, seguito da una docente di sostegno per lievi disturbi, non aveva mai dato problemi comportamentali in classe.

Le conseguenze per il ragazzo e la scuola

Non essendo imputabile a livello penale per via della giovane età, Marco è stato affidato ai suoi genitori. La Procura dei minori, informata del caso, ha chiesto alla scuola una relazione dettagliata sull’accaduto. Anche l’Ufficio Scolastico Regionale è stato coinvolto, mettendosi a disposizione per fornire eventuali supporti psicologici alla comunità scolastica.

“Lo sparo ci ha spaventati moltissimo”, ha raccontato un insegnante. “Abbiamo temuto che qualcuno si fosse fatto male, ma per fortuna non è successo nulla di grave”. La scuola, al momento, non prevede di adottare provvedimenti disciplinari nei confronti del ragazzo, considerando l’episodio come una bravata sfuggita di mano.

Il ruolo della scuola e delle famiglie

Un episodio che solleva interrogativi importanti sul controllo genitoriale e sull’educazione alla sicurezza. Se da un lato emerge la necessità di monitorare più attentamente le attività online dei minori, dall’altro si rende evidente l’urgenza di sensibilizzare i giovani sui pericoli legati all’uso improprio di oggetti pericolosi, anche quando si tratta di “giocattoli” come una pistola a salve.

La scuola, in collaborazione con le famiglie, ha il compito di educare i ragazzi al rispetto delle regole e alla consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. Eventi come quello accaduto al Collatino possono essere l’occasione per promuovere incontri con esperti e forze dell’ordine, al fine di prevenire simili episodi in futuro.

Il caso di Marco è un monito. Anche una semplice “bravata” può trasformarsi in un evento traumatico per chi la vive. L’episodio del Collatino invita tutti – scuola, famiglie e istituzioni – a riflettere su come proteggere i ragazzi e formarli a una convivenza consapevole e responsabile.