Roma, con la Raggi il Bilancio del vicino è sempre più verde
Consiglieri che si dimettono, l’approvazione dei documenti contabili su un filo. E poi c’è il bilancio dei cittadini
Fine anno, tempo di Bilanci. Anche quelli con l’iniziale maiuscola, che pertengono alle istituzioni e alle loro propaggini e che, per loro natura, sono soliti creare parecchi grattacapi. Ne sa qualcosa il sindaco della Capitale Virginia Raggi, che finora ha fatto filotto, essendosi vista bocciare dall’Oref (l’Organo di Revisione Economico-Finanziario dell’Assemblea Capitolina) i documenti contabili tre volte su tre. E, se è vero che il quattro vien da sé, quest’anno l’amministrazione grillina si è già portata avanti col lavoro.
Stavolta, infatti, potrebbe essere la stessa Aula Giulio Cesare a rifiutarsi di ratificare quello che il primo cittadino ha pomposamente e protervamente definito “Sblocca Roma 2020”. Un progetto che prevede per i prossimi 12 mesi una spesa corrente di oltre 5 miliardi di euro, laddove per investimenti e opere pubbliche è stato stanziato poco più di un miliardo in tre anni: fondi destinati quasi interamente a mobilità e trasporti, alla manutenzione straordinaria delle strade e alle attività dei municipi.
Ma, com’è noto, la maggioranza pentastellata non è bella se non è litigarella: lo è visto con la vexata quaestio dei rifiuti, tra il j’accuse della consigliera M5S Simona Ficcardi e la spaccatura interna sulla nuova discarica che dovrebbe sorgere a Tragliatella, nel Municipio XIV. Non poteva certo mancare, allora un ulteriore fronte sul maxiemendamento di giunta presentato in aula consiliare.
Ad aprirlo è stato l’ormai ex consigliere del MoVimento Nello Angelucci, che si è dimesso «con profondo dispiacere e amarezza per non essere riuscito a realizzare, come avrei voluto, l’obiettivo di tutelare i più fragili». Tradotto, Angelucci aveva chiesto dei correttivi sui fondi destinati al sociale: non avendoli ottenuti, se n’è andato sbattendo la porta, come un bimbetto stizzito che si porta via il pallone per negare il divertimento anche agli amichetti.
Sfortunatamente per Virgy, questo specifico Gianburrasca non era un caso isolato: e con l’ex capogruppo dei Cinque Stelle Paolo Ferrara che ha minacciato di non prendere parte al voto (causa mancata concessione delle risorse per Ostia che pretendeva) e l’annunciata doppia astensione della stessa Simona Ficcardi e della collega Monica Montella, l'approvazione del Bilancio resta appesa a un filo, dato il rischio concreto che non si raggiunga neppure il numero legale.
Una manna per l’opposizione (esterna), che sta affilando le armi per ogni evenienza: le amministrative, dopotutto, sono comunque dietro l’angolo, e negli opposti schieramenti sono già iniziate le grandi manovre per individuare il candidato che possa nuovamente espugnare il Campidoglio.
D’altronde, con il Bilancio del vicino che come l’erba è sempre più verde, e con il bilancio dei Romani cui il Comune dà la stessa allegria del famoso Spelacchio, chi può dire quanta speranza di vita abbia ancora la giunta Raggi? Meglio dunque preoccuparsi solo di mangiare il panettone: di doman, come affermava Lorenzo de’ Medici, non c’è certezza.
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