Roma contro la legge anti-squalo
5 febbraio: manifestazione contro legge antisqualo voluta dal premier del Western Australia, Barnett
Uccidere uno squalo perché potenziale assassino è come dire che bisogna uccidere gli uomini perché potenziali stupratori (con buona pace della presidentA Boldrini).
Eppure, è una realtà. A volerlo, il governo Barnett nel Western Australia, che ha deciso di uccidere per legge gli squali ponendo degli ami lungo le cosiddette drum lines, ancorate al fondale e segnalate con delle boe, posizionate a mezzo miglio dalla costa. Vietato avvicinarsi più di un chilometro – senza considerare che a quegli ami potrebbe abboccarci qualunque specie marina.
Decisione, questa, che ha scatenato da subito le proteste degli australiani che hanno messo in atto un vero e proprio boicottaggio della legge antisqualo, di fatto levando dagli ami le esche. Ma ciò non è bastato, perché alcuni squali già sono caduti nella trappola.
Le proteste, comunque, non si sono arrestate. Dal sabotaggio degli ami, i cori anti Barnett sono arrivati presto sulle spiagge australiane, occupate pacificamente da migliaia di manifestanti che chiedevano un passo indietro a Barnett. Come avvenne lo scorso anno, quando le mobilitazioni internazionali riuscirono a bloccare l'iter legislativo che avrebbe condotto all'approvazione della stessa legge. Ma nulla sembra invece scalfire il premier Barnett stavolta. E così i primi squali sono già morti. Uno di questi, lungo più di 3 metri, è stato fucilato – come da regolamento – e successivamente gettato in mare aperto.
A darci tutte queste informazioni, è Remo Sabatini, fotografo naturalista e studioso del mondo marino, che nella sua rubrica "Animambiente" ha dedicato particolare attenzione al tema.
Remo ha spiegato come in queste acque vivano molte specie di squali, alcuni dei quali sono anche in via di estinzione. Lo squalo bianco, ad esempio – che curiosamente anni fa, dallo stesso Western Australia fu dichiarato specie rara e bisognosa di protezione.
Ma poiché la salvaguardia degli animali è una questione internazionale, le proteste, dalle spiagge australiane, si sono ben presto allargate e hanno travolto tutto il mondo. Il 5 febbraio, è stata la volta di Roma e Città del Capo.
A Roma, il presidio contro la legge antisqualo è stato organizzato proprio da Remo Sabatini in collaborazione con Sharkon! e Sandro Chillemi. A causa del maltempo, la manifestazione – cui hanno partecipato più di 100 difensori della Natura e del Mare – si è spostata all'interno del locale romano Coyote.
Dopo Roma, è stata la volta di San Francisco. L'obiettivo è sempre lo stesso: fermare lo sterminio legalizzato degli squali, prima che sia troppo tardi.
Al momento, infatti, si contano 6 squali tigre rimasti vittima delle drum lines.