Roma, Costa: ci sono 40 gradi e i rifiuti non possono stare in strada
“Se c’è una condizione di straordinarietà oggi è il momento di affrontarla”
“Sono riuscito a vedere Virginia Raggi e Nicola Zingaretti per pianificare qualcosa che vada oltre, cioè che ognuno faccia il suo ma ci spenda anche qualcosa in più. L’ordinanza ha proprio questo senso, di poter dire: apriamo tutti gli impianti fino al massimo della loro capacità, ovviamente del Lazio, ma strutturiamo anche una pianificazione del materiale, cioè dei rifiuti, che possono andare in questi impianti. Quindi vuol dire anche dall’altra parte, e questa è l’altra richiesta che io ho fatto e che ho ottenuto, un piano straordinario di raccolta dei rifiuti qui a Roma da parte dell’Ama tramite applicazioni previste dal testo unico degli enti locali, per far lavorare in triplo turno giornaliero e la domenica”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
“Sono elementi – ha aggiunto Costa – che danno quel di più per non entrare in emergenza. Rimanendo sul concetto di criticità ambientale, l’ordinanza e quant’altro ho detto, servono a mettere un punto. È chiaro che per me dieci giorni sono un tempo lunghissimo, si deve fare ancora prima, perchè ci sono 40 gradi e perchè i rifiuti non possono stare per strada“.
“Se c’è una condizione di straordinarietà oggi è il momento di affrontarla – ha spiegato il ministro -. Poi c’è il medio termine e il lungo termine. Io ho proposto una road map, è stata sposata sia dal Comune di Roma che dalla Regione Lazio, e prevede anche un medio termine, che vuol dire sistemare i rifiuti per non tornare in criticità, e anche un lungo termine, cioè il Piano regionale dei rifiuti e la costruzione degli impianti. Finalmente si può dire che c’è una visione più ampia. Oggi la situazione si affronta così, poi c’è modo di portarli all’estero, e sto lavorando io su questo, per consentire al Piano rifiuti di vedere la luce e agli impianti di essere costruiti. I romani devono dimenticare situazioni del genere perchè i rifiuti vanno gestiti nell’ordinario”.