Roma, da novembre sempre meno auto nella ZTL. Colpite le fasce sociali più deboli
Dal novembre di quest’anno 30 mila auto non potranno più entrare nella ZTL Fascia Verde, a causa delle nuove regole introdotte dalla giunta Gualtieri
Sempre meno auto potranno entrare nella ZTL del Centro Storico dal prossimo novembre. Saranno colpite le auto delle fasce sociali più deboli. In vista del Giubileo e della possibile Expò 2030 cresce l’ansia per risolvere i mille problemi di Roma.
Quante automobili circolano in totale a Roma?
Dai dati disponibili del 2021, elaborati dall’Ufficio di Statistica di Roma Capitale, i veicoli circolanti sono 2.313.700, circa 8mila in meno rispetto al 2020. Di questi, le automobili sono 1.740.937. In pratica 837,8 macchine ogni mille abitanti, cioè poco meno di una vettura per residente. La Capitale è la città italiana con più veicoli in circolazione, Milano è al secondo posto (poco più di 950mila, meno della metà rispetto a Roma).
Da novembre 30.000 auto non potranno entrare nella ZTL
Dal novembre di quest’anno circa 30mila di queste auto non potranno più entrare nella ZTL Fascia Verde, a causa delle nuove regole introdotte dalla giunta Gualtieri. La fascia verde è la zona a traffico limitato più grande d’Europa, con oltre 21 chilometri di diametro e una rete estesa di varchi elettronici, 51 in tutto. Viene vietata la circolazione ai veicoli Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3.
In Italia siamo sempre di meno come popolazione ma le auto sono sempre di più. Come si spiega? Fabio De Rossi, sul sito motor1.com lo ha analizzato nel dettaglio: “Anni 2010-2020. L’Italia cambia profondamente, il calo demografico è netto, il reddito disponibile delle famiglie rimane più o meno fermo, mentre le auto in circolazione crescono. E di parecchio. Quanto? Quasi 3 milioni, 2.966.563 per la precisione.” Nell’analisi si nota che le immatricolazioni notevoli del 2020 (oltre 1,3 milioni di vetture) hanno determinato solo un incremento del parco auto nazionale di 172mila vetture. Chiaramente chi acquista sta dando via la vecchia macchina per una meno inquinante e più nuova che gli garantisca l’accesso alla ZTL nelle ore consentite.
In Italia abbiamo in media quasi una vettura a persona
Il rapporto tra popolazione e autoveicoli era salito a 0,67 pro-capite nel 2020 (0,61 nel 2010). Significa che ogni italiano possiede in media quasi tre quarti di automobile ma se consideriamo solo la popolazione sopra i 18 anni compresi, viene fuori che gli Italiani in età da patente di guida possiedono quasi un veicolo a testa (0,80).
Nel caso poi si volesse considerare tutto il parco circolante (motocicli, motocarri, autovetture, autobus, autocarri, motrici e altro), che a fine 2020 era pari a 52.750.339 unità, dovremmo arrivare alla conclusione che ciascun italiano teoricamente patentabile ha in media più di un mezzo a quattro o due ruote. Chiaramente c’è chi ne possiede diversi e chi niente. Con una sorpresa!
Il parco della auto in circolazione cresce dappertutto, con unica eccezione il Lazio. In questa regione nel 2010 circolavano 3.832.999 automobili che sono scese a 3.819.488 nel 2020. La regione Lazio è seconda come numero di auto dietro la Lombardia (6,231 milioni) e seguita dalla Campania (3,572 milioni) e dalla Sicilia (3,389 milioni).
Il parco auto invecchia, crescono le ibride e si ferma l’auto elettrica
Dai dati pubblicati dall’UNRAE nel Book 2022 sul mercato degli autoveicoli in Italia capiamo che il nostro parco circolante invecchia sempre di più. Mentre non decolla il settore elettrico ed è ancora lento lo sviluppo della rete di infrastrutture di ricarica. Nel 2022 sono state immatricolate solo 1,3 milioni di vetture contro la media di 2 milioni degli ultimi 30 anni. Siamo al livello più basso, dopo il fondo toccato nel 2013 con 1,3 milioni.
A fine anno il parco circolante era comunque alto, oltre i 39, 3 milioni di vetture ma con un’età media di 12 anni. Che significa? Che si compra meno il nuovo e si tende a far durare di più il mezzo che si ha, con le conseguenze che si possono dedurre per l’inquinamento, le riparazioni e le difficoltà a far decollare l’auto elettrica. Anche questo è un aspetto del degrado in cui sta versando l’Italia.
Tra tutte queste auto ben il 25% sono le vecchie, ante Euro4, con 17 anni di vita. Anche i veicoli commerciali, che sono 4,2 milioni, hanno un 41% di ante Euro4. Tra i veicoli industriali poi le ante euro4 sono addirittura più del 50%, su un parco viaggiante di 725 mila mezzi. La transizione energetica si fa strada lentamente. Nel 2022 le quote di auto a benzina (30%) e diesel (27,7%) sono state superate con il 34% dalle auto ibride. Le elettriche hanno invece subito una battuta di arresto perdendo 20.000 unità nel 2022.
I trentamila veicoli saranno quelli delle fasce più deboli
Trentamila auto sono soltanto l’1,7% del parco macchine in circolazione. Una quantità irrisoria ma che rischia di colpire gli strati più poveri della popolazione, già vessati dalla crisi, dall’inflazione e dai recenti provvedimenti governativi che hanno ridotto l’assistenza verso queste realtà già in difficoltà. Probabilmente questi cittadini saranno costretti a rottamare le loro auto e fare riscorso ai mezzi pubblici per raggiungere i luoghi di lavoro, quando c’è il lavoro! In una città in cui bus e metro funzionano a singhiozzo, sono sempre affollati e sottoposti a continui guasti, per la rinomata mancanza di ammodernamenti nel corso degli anni, non è una notizia da prendere sottogamba. Chi progetta il futuro di Roma dovrà tenerne conto, soprattutto in vista degli appuntamenti importanti che sono programmati e di quelli non ancora certi ma messi in preventivo.
Cresce la paura per il Giubileo dietro l’angolo e la possibile Expò 2030
Stiamo infatti procedendo spediti verso il 2025, quando Roma ospiterà il Giubileo e subito dopo, se tutto andrà bene, ci sarà la possibile Expò 2030. C’è d’aver paura. Riusciranno “i nostri eroi” della Città Metropolitana ha rendere efficiente ciò che ora appare in subbuglio?
La paura sta esclusivamente nel fatto che non si capisce quali saranno le soluzioni a tutti i problemi di Roma, per date così ravvicinate. La raccolta dell’immondizia e la polemica sulla costruzione del Termovalorizzatore lascia presagireche per l’immondizia potrebbe essere peggio la soluzione del problema. Il traffico resta caotico mentre i mezzi pubblici restano mal funzionanti e non risolvono il problema degli spostamenti. La fascia interdetta alle auto aumenterà ogni anno di più. O si comprano auto nuove o elettriche o si rottama il vecchio.
Segue il trend di espulsione degli abitanti dal centro storico, per fare spazio ad alberghi B&B, alla progressiva introduzione di brand commerciali e cineserie, pizzerie a taglio, jeanserie al posto dei vecchi negozi degli artigiani. La città cambia volto e anima nelle zone storiche. Non accenna a diminuire il pericolo delle voragini che si aprono ad ogni acquazzone sulle strade. Roma sotterranea è un labirinto di grotte e tunnel e permane il rischio allagamento di interi quartieri ad ogni bomba d’acqua o possibile esondazione dei fiumi e dei torrenti.
Roma ha il triste primato nazionale di presenza di barboni (circa 20.000) nelle sue strade. Un degrado che macchia la bellezza e la storia millenaria della città. Crescono gli affitti e i prezzi e non si frena l’inflazione che diventa una tassa occulta in più. Mi fermo qui.
Una metropoli moderna che cresce su un corpo di 3.000 anni!
Soluzioni a breve termine non ce ne sono e nessuno ha il coraggio di ipotizzare il da fare, ne lo prospetta o lo promette. Non c’è neanche qualcuno con cui prendersela, perché i problemi sono oggettivi, atavici e spesso dovuti al mercato e alla considerazione che gestire una grande metropoli, cresciuta sopra una città d’arte vecchia di quasi 3.000 anni, non sia di per sé un’impresa facile.
Se ci pensate bene è stata un’assurdità pensare che le due realtà non entrassero per forza in conflitto tra loro. Per questo, in altre parti del mondo, saggiamente, la Capitale non coincide con la città d’arte e di storia più antica. Si delega ad un sito apposito il compito e il peso di Ministeri, Istituzioni, funzionari, anziché farli gravare sul luogo da proteggere e preservare.
Quali saranno i veicoli interdetti alla Fascia Verde?
Per rendere più vivibile Roma fatalmente si inciderà sempre più sul traffico e sul numero dei mezzi che vi circolano, anche per una questione di eccessivo inquinamento atmosferico.
Attualmente le regole impongono lo stop alle auto Euro 0, Euro 1, ed Euro 2 a benzina e diesel, anche se alimentate a Gpl o metano e anche se di proprietà di cittadini residenti. Alt anche alle auto diesel Euro 3. Da novembre 2024, invece, il divieto permanente verrà esteso ulteriormente alle auto a benzina Euro 3.
Per quanto riguarda i nuovi limiti, a partire dal 1° novembre 2023, da novembre a marzo e nella fascia 7.30-20.30, non potranno più circolare all’interno del perimetro della Fascia Verde le auto alimentate a diesel Euro 4 (da novembre 2024 anche gli Euro 5). Questa, di fatto, l’unica novità che sarà introdotta dopo l’estate.
Ad oggi le Euro 0 sono 168mila. Quasi 33mila le Euro 1. Sono 95mila le Euro 2. Sono 146mila le Euro 3. La somma di tutte queste categorie fa 442 mila auto, ed hanno più di 17 anni! Sono 422mila poi le Euro 4 e sono 304mila le Euro 5. Raggiungono la ragguardevole cifra di 562mila infine le vetture Euro 6.
Ma come faccio a sapere a quale categoria appartiene la mia auto?
Tutti i veicoli sono valutati in base alle emissioni di gas climalteranti, come l’anidride carbonica (CO2) e gli ossidi di azoto (NOx). A seconda del risultato ottenuto, se le nuove automobili rispettano i limiti stabiliti dalle normative europee vengono omologate, quindi, possono essere immatricolate e immesse sul mercato.
Le classi Euro delle auto suddividono i veicoli in base alle emissioni, obbligando i costruttori a produrre autovetture sempre più sostenibili grazie a norme più severe e restrittive. Questi standard prevedono quindi diverse categorie ambientali per i veicoli, in base alle quali i decisori politici, i privati e le aziende possono definire le proprie strategie di sostenibilità.
Per capire a quale categoria appartiene la propria auto è necessario controllare i riferimenti presenti nella carta di circolazione del veicolo. Dai riferimenti si capisce quale normativa Euro è stata rispettata dalla casa costruttrice.
Sulla carta di circolazione di vecchio tipo l’indicazione dell’Euro di riferimento si trova in basso nel riquadro 2, su quella di nuovo tipo, formato A4, l’indicazione è riportata alla lettera V.9 del riquadro 2 ed è spesso integrata con una ulteriore specifica nel riquadro 3.
Altrimenti, è possibile realizzare questa verifica attraverso il Portale dell’Automobilista, il sito ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per le informazioni e le pratiche automobilistiche. Una volta registrati al portale è possibile controllare la classificazione Euro dell’auto dalla targa, per sapere la classe ambientale del proprio veicolo o di un’altra autovettura.
Per facilitarvi il compito però potrete dedurre la categoria dalla data di immatricolazione.
La Classe Euro 1 sono vetture immatricolate a partire dal primo gennaio 1993.
La Classe Euro 2 sono le auto immatricolate a partire dal primo gennaio 1997.
La Classe Euro 3 sono le vetture immatricolate dal primo gennaio 2001.
La Classe Euro 4 sono le vetture immatricolate dal primo gennaio 2006.
La Classe Euro 5 sono le vetture immatricolate dal primo gennaio 2011 ma anche lo omologate dal primo settembre 2009.
La Classe Euro 6 sono le vetture immatricolate dal primo settembre 2015.