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Roma e le nuove strisce blu: Vigna Clara, Fleming e Ponte Milvio

L’opposizione ha parlato apertamente di un tentativo di fare cassa mascherato da buon governo. E i cittadini che ne pensano?

Strisce Blu

Strisce Blu

Roma si muove. Lo fa, questa volta, partendo da tre quartieri tra i più iconici e controversi sul fronte della mobilità: Vigna Clara, Fleming e Ponte Milvio.

Il Municipio XV apre alla sosta tariffata

Con l’approvazione della delibera sulla sosta tariffata da parte del Consiglio del Municipio XV, la Capitale compie un passo deciso verso una trasformazione del modo in cui viene gestito lo spazio urbano, spingendosi oltre le polemiche che da sempre accompagnano ogni tentativo di regolamentare la sosta.

Il provvedimento, promosso dall’assessore municipale Tommaso Martelli (Italia Viva), introduce le strisce blu in una delle zone a più alta densità residenziale e commerciale della città. È una scelta destinata a far discutere, ma che arriva dopo mesi di segnalazioni da parte dei residenti e degli operatori economici locali, stanchi di dover competere quotidianamente per un parcheggio, tra auto abbandonate e soste selvagge.

Oltre il colore: un disegno più ampio per il futuro dei quartieri

Non si tratta solo di vernice sull’asfalto. Il senso profondo di questo intervento, spiegano i promotori, va cercato in un’idea di città che cerca un nuovo equilibrio tra il diritto alla mobilità individuale e la necessità di una gestione più intelligente e sostenibile dello spazio pubblico.

Le misure approvate non sono rigide né punitive: due auto per ogni residente potranno sostare gratuitamente. A questo si aggiungono esenzioni per le associazioni di volontariato e tariffe agevolate per i lavoratori della zona, insieme a un’estensione del provvedimento durante gli eventi allo Stadio Olimpico, un nodo nevralgico in termini di traffico e disordine urbano.

Ciò che colpisce, però, è la volontà dichiarata — e scritta nero su bianco — di accompagnare l’introduzione delle strisce blu con un potenziamento del trasporto pubblico locale. Una condizione necessaria, come ha ricordato Giovanni Forti, presidente della Commissione Mobilità e firmatario degli emendamenti alla delibera. Nessuno, sottolineano dalla maggioranza, vuole trasformare l’auto privata in un nemico. L’obiettivo è piuttosto quello di offrire alternative reali, credibili, funzionanti.

Un’operazione di civiltà urbana, non un modo per fare cassa

Le critiche non sono mancate. L’opposizione ha parlato apertamente di un tentativo di fare cassa mascherato da buon governo. Ma le reazioni politiche, talvolta veementi, non hanno trovato un riscontro forte sul territorio: la manifestazione convocata in Consiglio da alcune forze contrarie al provvedimento ha visto, secondo quanto riferito dal presidente del Municipio XV Daniele Torquati, una partecipazione nulla. Un segnale, forse, che le istanze dei residenti stanno andando in una direzione diversa rispetto alla narrazione populista della protesta.

Torquati ha sottolineato come questa misura sia, al contrario, una risposta concreta alle richieste della cittadinanza e dei commercianti locali, spesso penalizzati dalla presenza di auto parcheggiate per giorni interi da non residenti, pendolari o tifosi in occasione delle partite all’Olimpico. L’idea di una città dove ognuno può lasciare l’auto ovunque e per quanto tempo vuole appartiene a un’altra epoca, quella in cui lo spazio urbano non veniva percepito come una risorsa comune, ma come un bene a disposizione senza regole.

Dalle parole ai fatti: ora tocca al Dipartimento Mobilità

La delibera municipale ha ora acceso i riflettori sul Dipartimento Mobilità del Comune di Roma, chiamato a tradurre in progettazione concreta quanto stabilito dal voto del XV. Il disegno delle strisce blu, la definizione esatta delle aree coinvolte, la segnaletica, l’informazione ai cittadini e, soprattutto, la tempistica del potenziamento del trasporto pubblico saranno i prossimi, cruciali, passaggi.

Una trasformazione, quella in corso, che non potrà essere solo normativa. Servirà un cambio culturale, una nuova consapevolezza collettiva del valore dello spazio che condividiamo ogni giorno. Un parcheggio lasciato libero più spesso non è solo un posto auto che si libera, è tempo guadagnato per chi cerca, è meno smog, meno stress, più ordine. È qualità della vita, parola che oggi rischia di diventare abusata, ma che qui — tra le salite verdi di Fleming e le vie trafficate di Ponte Milvio — potrebbe tornare a essere concreta.