Roma, ecopass per entrare in centro: il ticket contro l’inquinamento
Si chiamano ecopass, sono dei ticket per entrare in centro con le automobili; sono attivi già a Milano e nel 2024 arriveranno anche a Roma
Si chiamano ecopass, sono dei ticket per entrare in centro con le automobili; sono attivi già a Milano e nel 2024 arriveranno anche a Roma e altre città. Intanto si pone il problema se ad inquinare di più non siano i voli dei jet privati, per altro usati senza motivo, in quanto esistono già quelli di linea e i treni superveloci e i jet a noleggio.
Chi inquina di più? Le auto nel centro cittadino o i jet privati? Le emissioni medie dei jet privati in Europa nel 2022, secondo Greenpeace, sono di 5,9 tonnellate di CO2, più che guidare un’auto a benzina media per 23.000 chilometri o guidare da Parigi a Roma 16 volte.
Una ricerca ha anche rilevato che i voli privati in Europa lo scorso anno sono stati 572 mila, il 55% dei quali riguardava distanze inferiori a 750 chilometri. I Paesi con il maggior numero di voli privati in Europa nel 2022 sono stati Francia, Regno Unito e Germania. Le tre destinazioni più popolari dei jet privati erano da Nizza a Parigi o Ginevra.
La rotta di jet privati più trafficata in Europa lo scorso anno è stata Parigi-Londra, con una media di nove voli privati tra queste due città ogni giorno. Questo percorso, ricorda Greenpeace, ha un collegamento ferroviario diretto che impiega poco più di due ore e ha 14 treni che circolano a tratta al giorno.
Viaggiare su un Jet privato costa anche 2.000 $ l’ora
Da questi dati appare evidente che il mezzo di trasporto più inquinante sia l’aereo e questo nonostante i velivoli attuali presentino tecnologie d’avanguardia in termini di rispetto per l’ambiente ma l’impatto che esercitano resta rilevante. E tra i fruitori di questo tipo di trasporti ci sono personaggi come Elon Musk o Zuckenberg o Jeff Bezos o Bill Gates, Kim Kardashian, Jay-Z e Drake, alcuni tra loro anche paladini della lotta ambientalista.
Ogni volta che si spostano per coprire 100 o 500 km di distanza, il costo orario del carburante del loro jet privato varia da 500 a 2000 dollari l’ora. Più è grande l’aereo e più consuma. Quelli che lo noleggiano pagano circa 2.500 € l’ora.
Per andare da Roma a Milano in jet privato si spende poco meno di 5.000€ per l’andata, calcolando che l’aereo vuoto o pieno deve tornare alla base anche se non trova un cliente per fare il tragitto al contrario. Se il cliente va e torna in meno di 48 ore spenderà un po’ meno del doppio. Ma il problema del costo è affare del cliente, quello dell’inquinamento è affare di tutti. Ma non tutti i Paesi fanno pagare una ecotassa ai jet privati.
I Jet privati inquinano tantissimo e sono un lusso superfluo
Secondo diversi studi, il trasporto aereo è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico. Nei voli di linea l’inquinamento è di 285 grammi di CO2 per ogni passeggero. La media è di 88 persone a volo per ogni chilometro percorso.
Il totale è di oltre 2,5 kg di CO2 a km. In confronto, un’auto ne produce 42 per passeggero per chilometro. I jet privati, in particolare, sono tra i mezzi di trasporto più inquinanti in assoluto. Il loro alto tasso di emissioni di diossido di carbonio per passeggero li rende da 5 a 14 volte più inquinanti di un volo di linea.
Ciò è dovuto principalmente alla loro grandezza e al loro basso rendimento energetico. Purtroppo, questo significa che gli effetti del loro inquinamento sono avvertiti a livello globale, non solo nei luoghi in cui operano.
Il Cessna Citation XLS è uno dei jet più diffusi al mondo. Consuma 857 litri di carburante per ora di utilizzo, il che significa che rilascia circa 2,5 chili di CO2 nell’atmosfera terrestre per ogni litro di carburante consumato, in questo caso come il volo di linea medio citato prima. Ma in quel caso volavano 88 passeggeri, qui ne volano solo 8 . Nel misurare l’impatto ambientale di questo jet si valuta che in un viaggio di meno di tre ore, di un aviatore si produce poco meno di 6 tonnellate di sostanze inquinanti. Questo jet è quindi responsabile di un notevole impatto ambientale. Se vogliamo ridurre le emissioni di CO2 dobbiamo abolire almeno i voli dei jet privati. Dato il sistema in cui viviamo la vedo dura.
Roma, come Milano: si dovrà pagare un ecopass per le auto
Si tenta invece di ridurre l’impatto ambientale dei veicoli nelle zone ZTL. L’area C di Milano è una delle zone a traffico limitato che sono state instaurate nelle nostre città, per via del crescente inquinamento atmosferico.
Per entravi è previsto un ticket di 5 € per i non residenti e di 2 € per residenti. Mal gliene incolse di voler vivere in centro. Così però si mandano via i residenti dal centro, poi non ci lamentiamo se fra un po’ ci saranno solo Airb&b e pensioni per stranieri.
Il pagamento del ticket ovviamente riguarda i modelli di auto più inquinanti. Ci sono 43 varchi elettronici in corrispondenza della Cerchia dei Bastioni, per chi non lo sapesse, stiamo parlando del centro di Milano. L’area è attiva da lunedì a venerdì dalle 7.30 alle 19.30 mentre non funziona il pagamento per il week end.
Si compra un ticket giornaliero che vale per gli ingressi di un unico veicolo in quella giornata. Prossimamente questo ticket sarà aumentato fino a 7,50 € e varrà anche nel week end. L’aumento sarà approvato a inizio 2024. L’obbiettivo del sindaco Sala è ridurre le auto circolanti in città da 49 su 100 abitanti a 40 in dieci anni.
Anche i residenti saranno costretti a pagare di più. Avranno un pacchetto gratuito di 40 ingressi, più di uno al giorno quindi, ma dopo dovranno pagare 3 € a ingresso.
Quanto dovrebbe pagare un Cessna che vola da Montecarlo a Milano?
Non ho nulla da eccepire sulle disposizioni del Comune di Milano per cercare di diminuire il traffico e migliorare l’aria che respirano i milanesi. A Londra si pagano 27 € per entrare a Piccadilly Circus e così funziona già in altre 300 città. Credo che qualcosa del genere prima o poi arriverà anche a Roma e in altre città italiane dove il traffico è a volte insopportabile.
Ritengo eccessivo magari far pagare i residenti. Se risiedono in centro non va vista come una colpa ma andrebbe anzi favorita la loro permanenza, in maniera da non snaturare l’identità dei nostri centri urbani a vantaggio di chi intende sfruttarli solo come dormitori per turisti e negozi di souvenir. In base a quello che abbiamo visto prima sull’inquinamento degli aerei, se un milanese deve pagare 5€ per entrare a piazza Duomo, quanto dovrebbe pagare Briatore per volare da Montecarlo a Milano col jet privato? E non mi dite che il jet di Briatore sparge la sua CO2 in un’area più vasta. Quel che conta è che inquina e siccome è la somma che fa il totale, come diceva Totò, qualunque inquinamento fa massa con gli altri per gli effetti che sappiamo.
I blocchi del traffico non servono quasi a nulla
Adesso lo ha scritto con grandissima evidenza anche il Corriere della Sera, con l’autorevole inchiesta di Milena Gabanelli e i dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), un ente al di sopra delle parti.
I blocchi del traffico non servono quasi a nulla contro le polveri sottili, perché i fattori che incidono di più su inquinamento atmosferico da particolato PM 2,5 sono il riscaldamento e gli allevamenti intensivi di animali, rispettivamente con il 38% e il 15,1%. I veicoli sono al quarto posto con il 9%, preceduti dall’industria con l’11,1%.
Come da tempo sostiene anche Quattroruote, la lotta all’inquinamento non la si fa colpendo solo l’automobile. Questa del blocco delle auto è una caccia alle streghe che fa comodo a molti amministratori perché le vetture si possono bloccare o far pagare senza problemi, mentre le più importanti voci di inquinamento sfuggono a qualsiasi regola e a qualsiasi diktat.
L’Ispra tiene conto del particolato primario e secondario insieme. Il primario è quello direttamente emesso dalle sorgenti inquinanti, come i tubi di scappamento delle auto. Si parla di particolato secondario quando in atmosfera si formano le polveri a causa dei processi chimico-fisici che coinvolgono le particelle già presenti. Non vorrei che questa lotta ambientalista dei Comuni sia poi solo un altro modo di fare cassa, tipo autovelox.