Roma. Emergenza 118, Ares Lazio: Più maleducazione in quartieri “bene” città
“La maleducazione, l’arroganza, la disinformazione riguarda proprio tutti. Al 118 abbiamo la possibilità di toccarla con mano ad ogni soccorso”
"Non c'è niente da fare, la maleducazione, l'arroganza, la disinformazione riguarda proprio tutti. Al 118 abbiamo la possibilità di toccarla con mano ad ogni soccorso. C'è chi si tappa le orecchie quando passiamo in sirena, c'è chi ci accoglie con la solita frase: 'Eh, quanto ci avete messo' (più o meno urlata), c'è chi dopo 6 minuti, in un quartiere 'bene', a meno di un chilometro di distanza dall'ospedale si 'stanca di aspettare' e decide di portare il figlioletto direttamente al pronto soccorso, senza tuttavia disdire la chiamata, mentre noi ci scapicolliamo correndo da un'altra parte della città".
Lo scrive su Facebook Francesca Perri, dirigente medico di Ares 118 Lazio e sindacalista di Anaao-Associazione nazionale medici dirigenti del sistema sanitario nazionale. "C'è perfino chi, sempre in un quartiere 'bene', ci chiede di partire subito o di spegnere i motori- prosegue la dirigente- perché disturbiamo il sonno a mezzanotte, senza sapere cosa si sta facendo nel vano sanitario.
C'è chi crede che il 118 sia un servizio taxi e pretende di salire in ambulanza coi familiari, con le valigie, con il cane. Insomma è un mondo variegato, ma piuttosto turbolento, con una disinformazione che rasenta l'analfabetismo, che colpisce di più se ciò viene da persone che si considerano 'bene'.
La gente non sa da dove parte l'ambulanza, non sa la distinzione fra i codici colore, che valgono anche per il 118, non sa che esistono ambulanze con e senza medico, non sa che esistono delle procedure diverse, non sa che da quando c'è il numero unico 112 i tempi di risposta, con la doppia intervista, si sono allungati, non sa che al 118 ci sono soltanto 70 medici per tutta la Regione".
Paradossalmente, però, racconta sempre Perri, capita che "chi ha veramente bisogno ed è in genere poco facoltoso, per non dire povero, sia molto più educato e trovi il fiato per ringraziare gli equipaggi per tutto quello che fanno, con molta dignità", conclude. (Cds/Dire)