Roma Film Fest: le insidie dei loop temporali, il calcio bello e il calcio insidioso
Roma Film Fest: i loop temporali con PalmSprings, il documentario su Francesco Totti, e ancora calcio con Tigers
Roma Film Fest. La 4ª giornata della Festa del Cinema di Roma.
Sezione “Tutti ne parlano”
PALM SPRINGS
film, Stati Uniti, Hong Kong 2020, durata 90’. Regia: Max Barbakow
Eventi Speciali
MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI
documentario, Italia 2020, durata 105’. Regia: Alex Infascelli
In collaborazione con Alice nella Città
TIGERS
film, Svezia Italia Danimarca 2020, durata 115’. Regia: Ronnie Sandahl
Roma Film Fest: Palm Springs
Fra i temi cari al cinema – e cresce negli ultimi anni, forse per effetto della sconsolante crisi dei soggetti che si registra ormai da un po’ d’anni – c’è quello del loop temporale. Ce ne dà un saggio anche questa edizione della Festa, che dal Sundance Film Festival pesca Palm Springs, considerato uno dei film rivelazione dell’anno (lo vedremo al botteghino…).
Loop temporale? Quando, a partire da un giorno X, ogni volta che ti svegli ti ritrovi al punto di partenza, ovvero al momento del tuo precedente risveglio; tutto quello che è successo in mezzo, cancellato.
Qualche predecessore lo conoscete certo anche voi: il più famoso, Ricomincio da capo (ricordate Bill Murray e Andie MacDowell alle prese col giorno della marmotta? Generò anche un remake italiano, E’ già ieri, con Antonio Albanese). Ma ricorderete anche Tom Cruise in Edge of tomorrow, declinato in versione fantascienza.
In Palm Springs, Nyles e Sarah, incontratisi ad un matrimonio nella località del titolo, in mezzo al deserto della California, finiscono uno dopo l’altro preda di un misterioso fenomeno quantistico che li condanna alla coazione a ripetere di cui accennavamo. Dov’è, qui, l’originalità? Nel fatto che le circostanze iniziali di ogni risveglio sono identiche, ma i due hanno la libertà di rimodellare a piacimento il decorso della giornata. Alla lunga che succede? Che, arresisi alla scoperta di non poter interrompere il ciclo – neanche procurandosi la morte – la buttano sullo sperimentale a go-go, abbandonandosi ad infinite variazioni, togliendosi sfizi repressi, commettendo follie; tanto, è senza conseguenze…
Ci si diverte, è ben scritto, i dialoghi sono – per così dire, date le circostanze – credibili.
Francesco Totti ma non solo Calcio
Mi chiamo Francesco Totti. Alex Infascelli (Il siero della Vanità), firma
un insolito documentario sulla monumentale vita calcistica (e privata) dell’ormai ex-capitano della Roma.
Insolito (a conferma dell’estro del regista romano) sul profilo della narrazione, sviluppandosi attraverso il commento vocale dello stesso Totti a filmati di repertorio che, oltre ad attestarne le straordinarie gesta atletiche, ripercorrono il fil rouge che da Francesco, il timido e impacciato ragazzo di Porta Metronia, porta a Totti, campione assoluto del calcio mondiale.
I documenti, molti dei quali totalmente inediti, come tasselli di un mosaico, conducono alla notte prima del suo addio al calcio.
Ed è qui che il commento diventa confessione.
Emozionante e imprescindibile film per tutti gli amanti del calcio giocato e non solo per chi ha fede giallorossa; piuttosto, per tutti quelli che hanno fede nel destino.
Tigers, il prodigio svedese
Ed è ancora calcio con Tigers che, ispirato alla vicenda di Martin Bengtsson, ne racconta la breve stagione di giovane prodigio svedese del calcio, acquistato dall’Inter e votato a una brillante carriera, ma poi entrato nell’angoscioso trip della depressione, dilaniato fra una caparbia ambizione di successo sportivo, coltivata fin dall’infanzia, e la scoperta dell’altra faccia di quella medaglia: l’ottica mercantile delle grandi società, la disumanizzazione della persona, la sottomissione, il bullismo anche lì presente. Stupisce che la vicenda non venga riproposta sotto altri nomi, e che una importante squadra italiana venga esplicitamente rappresentata sotto questa luce.
La macchina da presa, attaccata al giocatore nei momenti sportivi come in quelli privati, ti trasmette la giusta tensione, e smonta la mitologia di lustrini che per molti giovanissimi il grande calcio rappresenta. Non per niente il film è stato presentato in coproduzione con Alice nella Città, che si rivolge ai giovani (non sempre con scelte che comprendiamo, ma ne parleremo in altra occasione).