Roma, Gay Village. Le aggressioni e le tante ombre sull’omofobia
In merito alle aggressioni nei pressi del Gay Village: quando un’aggressione diventa motivo di propaganda
Dopo il ferimento del ragazzo 26enne, a causa di un litigio scaturito per futili motivi poi degenerato, si registra un’altra aggressione ai danni di un 35enne, picchiato e derubato del suo IPhone nella notte di domenica. A darne notizia, il Gay Center, al quale il 35enne vittima dell’episodio avrebbe denunciato l’accaduto, rivolgendosi alla linea verde Gay Help Line, supportata da Comune di Roma, Regione Lazio e altri enti.
Non è ancora chiaro il movente dell’accaduto; evidentemente l’uomo ha deciso di riferirsi al Gay Center non sapendo a chi altro rivolgersi perché, come segnalano proprio dal centralino, sono molti gli omosessuali e le lesbiche a non formalizzare la denuncia “per paura che ne sia informata la famiglia”.
Al momento, quindi, il movente dell’omofobia è escluso, o comunque non accertato. Tuttavia, Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, ha subito lanciato l’allarme: “Qui siamo di fronte, con ogni probabilità, a gruppi di delinquenti che prendono di mira i luoghi frequentati dai gay. Occorre che si metta in campo una maggiore vigilanza. Siamo per questo disponibili a un confronto con le forze dell'ordine per definire un piano di azione”. E poi rivolge un invito alle persone della “nostra comunità”: “Fare molta attenzione all'uscita da serate; non parcheggiare in zone buie; muoversi sempre in almeno 3-4 persone, accompagnandosi gli uni con gli altri alle auto o alla metro. Piccole precauzioni che possono evitare spiacevoli eventi”.
Consigli, questi, che ci sentiamo di estendere a chi che sia: giovani, meno giovani, donne, ragazze, eterosessuali, omosessuali e lesbiche. Poiché tutti siamo potenziali vittime di potenziali aggressori. Infatti, ciò che è deprecabile, è l’atto, ovvero la violenza. È l’aggressione che va condannata, qualunque sia il movente. Se poi ci sono delle aggravanti, il colpevole ne risponderà caso per caso. Ma non si può nemmeno pensare che un’aggressione perpetrata ai danni di un 35enne eterosessuale non sia un fatto grave, e non meritevole di un piano d’emergenza da concordare con le Forze dell’Ordine.
Il problema, infatti – oltre i titoli di giornale – è una movida, il più delle volte, incontrollata. Lì dove si svolge il Gay Village, nella zona delle Tre Fontane, ci sono anche molti altri locali aperti in estate. Un esempio tra tutti: La Bibliotechina, a pochi passi dall’ingresso del Gay Village. Con ogni probabilità, dunque, il delinquente di turno, non sta prendendo di mira “i luoghi frequentati dai gay”, ma sta prendendo di mira i luoghi in cui è più facile mettere a segno una rapina o un furto. E in virtù di questo, i controlli devono essere più serrati perché ogni cittadino che abbia voglia di uscire a divertirsi la sera, deve essere difeso e tutelato da un balordo qualsiasi.