Roma, il Pd chiede le dimissioni della sindaca Virginia Raggi
Il consigliere dem Pelonzi: “Il saldo di questi primi tre anni è assolutamente negativo”
L'emergenza rifiuti. L'assenza di progetti strategici per la città. La chiusura delle stazioni della metro e la crisi di Atac e di Roma Metropolitane. E poi il fallimento del piano nomadi, il pasticcio dello stadio della Roma, le buche eterne. Questa la parte più importante della lunga lista di inefficienze e di problemi "creati dal sindaco di Roma, Virginia Raggi", in questi tre anni alla guida della Capitale, che ha portato l'opposizione di centrosinistra in Campidoglio, questa mattina, a chiedere le dimissioni del primo cittadino. Ad invocarle, in occasione di una conferenza stampa denominata 'Raggi – 3 anni di nulla', sono stati il capogruppo del Pd in Assemblea capitolina, Giulio Pelonzi, i consiglieri Dem, Valeria Baglio, Giovanni Zannola e Giulia Tempesta e la capogruppo della Lista civica, Svetlana Celli. "Il saldo di questi primi tre anni è assolutamente negativo – ha spiegato Pelonzi – Per questo chiediamo le dimissioni del sindaco Raggi. Non c'è da aspettarsi alcuna inversione di tendenza e gli ultimi 2 anni ci dicono che Raggi non lascerà nessuna opera compiuta. È ormai scaduto il tempo ed è la prima volta nella storia che un sindaco registra un lascito pari a zero delle opere inaugurate, a partire dallo stadio il cui progetto sta ormai naufragando. La città è poi allo sbando su tutti i punti di vista Chiediamo, quindi, che Roma sia liberata al più presto".
L'elenco delle problematicità imputate all'azione amministrativa della Raggi in questi 36 mesi tocca tutti i settori della città. Il Pd cita "la crisi delle aziende municipalizzate e la fuga di quelle private, il no alle Olimpiadi, la distruzione dell'originario progetto dello stadio della Roma per un nuovo, ancora in stand by, con una grave riduzione delle opere pubbliche, la crisi dei rifiuti con il disastroso incendio al tmb Salario, quello a Rocca Cencia, la raccolta differenziata mediocre e disorganizzata ferma al 45%, la spazzatura in strada, le migliaia di mini discariche e il rischio di un'emergenza sanitaria". Ed ancora: "I bus in fiamme, il disastro del bike sharing, la situazione di Atac e delle stazioni metro chiuse da mesi, il degrado del verde pubblico, la ferita aperta dei piani di zona, l'irresponsabile fermo dei lavori alle torri dell'Eur e le periferie abbandonate". "Dall'amministrazione in questi tre anni sono arrivate poche risposte e risorse non spese anche sul sociale – ha ricordato Zannola – Delle illusioni promesse in campagna elettorali non se ne vede traccia: penso al superamento dei campi rom o al reddito di inclusione".
"È sotto gli occhi di tutti lo stato in cui versa la città – ha poi detto Baglio – Dal decoro alla mobilità fino al verde, alla scuola e al sociale. Il riassunto è il caos che regna sovrano a Roma. Noi siamo stati costruttivi ma in tre anni Raggi non ha mai chiesto un aiuto all'opposizione". Per Tempesta "colpisce particolarmente la totale mancanza di trasparenza dell'amministrazione e la vivibilità della città che è crollata". "Impietoso", infine, secondo il Pd è anche il confronto nella produzione di atti dell'amministrazione Raggi rispetto a quanto fatto dalle due precedenti di Marino e Alemanno. Ad esempio sono state 810 le delibere firmate fin qui dalla sindaca contro le 920 prodotte da Marino, pur in un periodo piu' breve, e le 1.458 registrate dall'amministrazione Alemanno. Bassa anche la produzione di ordinanze. Raggi ne ha emesse 679 contro le 695 di Marino e le 737 di Alemanno. "La sindaca Raggi- ha concluso Celli- non ha avuto il coraggio di fare nessuna scelta. Il beneficio dell'inesperienza, dell'onestà e della novità è davvero finito".
(Ag. Dire)