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Roma, il tesoro dei Casamonica nelle mani dello Stato: confiscati beni per oltre 3 milioni di euro

Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha messo la parola fine ai tentativi di resistenza dei Casamonica

Casamonica_villa sequestata

Un impero costruito su estorsioni, usura e racket smantellato pezzo dopo pezzo. Il Tribunale di Roma ha reso definitiva la confisca dei beni appartenenti a Giuseppe e Guerrino Casamonica, storico esponente del clan e suo figlio, detto Pelé. Ville di lusso, argenteria, gioielli, auto di prestigio e denaro contante: un bottino da oltre 3 milioni di euro che ora entra ufficialmente nelle mani dello Stato.

Una decisione che mette un altro tassello nella lotta contro la criminalità organizzata a Roma, colpendo il clan più potente della Capitale là dove fa più male: nei patrimoni accumulati con anni di attività illecite.

Il verdetto della Cassazione: confisca definitiva ai Casamonica

Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha messo la parola fine ai tentativi di resistenza dei Casamonica. Il 28 gennaio 2025, i supremi giudici hanno dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da Giuseppe e Guerrino Casamonica, confermando la confisca dei beni e condannando i due al pagamento delle spese processuali, oltre a una sanzione di 3.000 euro a favore della Cassa delle Ammende.

La decisione conferma quanto già stabilito nel 2020, quando il Tribunale di Roma aveva disposto il sequestro delle proprietà del clan, nell’ambito dell’operazione “Noi Proteggiamo Roma”, che aveva portato all’arresto di 20 affiliati accusati di associazione mafiosa, estorsione, usura e intestazione fittizia di beni.

Il patrimonio confiscato: ville, gioielli e beni di lusso

Il provvedimento di confisca colpisce direttamente il cuore del potere economico del clan Casamonica. Ecco i beni che entrano definitivamente nel patrimonio dello Stato:

Quattro immobili di grande valore

  • La villa in Via Roccabernarda 8 (Roma), un simbolo del lusso ostentato dal clan, ora affidata in uso all’Asilo Savoia per finalità sociali.
  • La residenza di Via Flavia Demetria 90, storica dimora della famiglia, consegnata alla Fondazione Pangea Onlus, che si occupa di progetti per il contrasto alla violenza sulle donne e il supporto alle fasce più deboli della popolazione.
  • Un’altra villa a Monterosi (Viterbo), destinata ad essere riutilizzata per finalità pubbliche dal Comune.
  • Un quarto immobile di grande valore economico, il cui utilizzo verrà deciso dalle autorità competenti.

Argenteria, mobilio e gioielli
Le residenze confiscate non erano solo semplici case, ma vere e proprie fortezze del lusso. Al loro interno gli investigatori hanno trovato:

  • Argenteria pregiata
  • Elettrodomestici di ultima generazione
  • Mobili e arredi di altissimo valore
  • Collezioni di gioielli e orologi di lusso

Auto di lusso e denaro liquido
Il sequestro ha riguardato anche autovetture di fascia alta e ingenti somme di denaro liquido, confermando la capacità economica del clan di muovere milioni senza passare dal sistema bancario.

Il dominio dei Casamonica: una storia di mafia e potere a Roma

Il clan Casamonica è da decenni la principale organizzazione criminale di Roma, con un modello operativo simile a quello delle mafie tradizionali. Specializzati in estorsioni, usura, traffico di droga e riciclaggio di denaro, i Casamonica hanno esercitato un controllo capillare su interi quartieri della Capitale, imponendo la loro legge attraverso il terrore e la violenza.

Giuseppe Casamonica e suo figlio Guerrino erano considerati tra i registi economici del clan, responsabili della gestione del denaro sporco e dell’acquisto di beni di lusso intestati a prestanome per evitare sequestri.

L’operazione “Noi Proteggiamo Roma”, che ha portato alla confisca, è stata un duro colpo per l’organizzazione, ma non ha cancellato la presenza del clan nella città. Le attività criminali proseguono, seppur colpite da numerosi blitz e arresti negli ultimi anni.

Le ville confiscate: da simbolo del potere mafioso a beni per la comunità

Uno degli aspetti più significativi di questa confisca è la destinazione sociale dei beni sottratti al clan.

In particolare, le due ville di Roma verranno trasformate in spazi dedicati all’educazione e all’assistenza sociale, segnando una vera e propria rivincita dello Stato contro la mafia.

L’Asilo Savoia, che prenderà possesso della villa di Via Roccabernarda, è una storica istituzione benefica che fornisce assistenza ai minori e alle famiglie in difficoltà.
La Fondazione Pangea Onlus, che si insedierà nella residenza di Via Flavia Demetria, lavora da anni per la protezione delle donne vittime di violenza e per l’empowerment femminile.

I beni accumulati con la violenza e l’illegalità devono tornare alla collettività, per contrastare il potere della criminalità organizzata e sostenere chi è stato vittima di soprusi.