Roma, immondizia capitale: dobbiamo ridurre rifiuti e sprechi alimentari. Ne saremo capaci?
Le soluzioni per il problema dei rifiuti urbani comporta una partecipazione della collettività oltre a quello delle amministrazioni pubbliche
Una Terra dei Fuochi per smaltire i rifiuti speciali sorgeva tra Roma e Fiumicino, disturbando con i fumi gli aerei in atterraggio. Il problema dello smaltimento dei rifiuti resta uno dei più gravi per Roma e per il presente della nostra società, per non arrecare danni all’ambiente e alla nostra stessa sopravvivenza. Entro il 2030 l’UE impone limiti precisi.
La nostra società si definisce anche per lo spreco e per i rifiuti eccessivi. Ne produciamo talmente tanti che sono diventati il problema di fondo del nostro tempo e purtroppo le metropoli sono i luoghi in cui maggiormente si pone il problema dello smaltimento di questi rifiuti e Roma e i romani ne sanno qualcosa.
Fino agli anni ’70 a Roma si tiravano rifiuti solidi per strada a Capodanno
A Natale avvengono i maggiori sprechi e aumentano a dismisura i rifiuti da smaltire. Una vota, se ricordate, fin negli anni ’70, c’era la tradizione di gettare via a Capodanno le cose vecchie che non serviano più. Ricordo ancora le strade di Roma, dopo la mezzanotte, occupate dai cocci, vetri rotti, vecchie carcasse di lavatrici usate, frigoriferi, ferri da stiro e relative tavole, reti del letto e vecchi materassi a molle, anche seggiole e tavolini sgangherati, radio a valvole, televisori, tutte cose che la gente si divertiva a gettare dalla finestra in prossimità del passaggio di anno. Ricordo che volendo muoversi in auto dopo la mezzanotte bisognava fare degli slalom tra i rifiuti urbani e stare attenti a non forare le gomme.
A Natale aumenta il volume dei rifiuti da smaltire
Poi, per fortuna, venne un’ordinanza che vietò questa barbara abitudine, che poteva avere un senso prima che si vivesse concentrati in pochi spazi urbani. Ora non si tira più niente ma l’immondizia c’è ancora e i rifiuti solidi urbani non sono spariti, anzi. E non parlo solo degli alberi di Natale con relative palline di vetro colorate, ghirlande e luci o l’imballaggio dei regali, un altro problema che andrebbe risolto con l’aiuto dell’industria. Forse non sapete che gli alberi artificiali che in molti comprano per non distruggere quelli naturali, possono avere una impronta di carbonio molto elevata, fino a dieci volte più dell’albero naturale.
Sono fatti di plastica con inserti di ferro e di alluminio, tutto materiale che spesso non viene riciclato, finendo con l’avere un impatto serio con l’ambiente. Oltre al fatto che si tratta in tanti casi di manufatti che arrivano da India o Cina e per arrivare da noi hanno percorso parecchi chilometri, altro danno per l’ambiente dovuto al consumo di carburante e al relativo inquinamento navale o aereo. Sempre meglio che sradicare un avete vero, direte voi! Certamente. Un passo alla volta stiamo cercando di compromettere meno l’ambiente in cui viviamo. Ma non basta.
Per due settimane di festa creiamo un danno all’ambiente in cui viviamo
Sarebbe da riflettere seriamente sui danni che arrechiamo all’ambiente, giorno dopo giorno, per passare due settimane di festa tra palline colorate, luci elettriche sempre accese e alberi di plastica addobbati in case dove si sprecano alimenti per cene pantagrueliche, con vini e liquori e scartando imballaggi inutili per regali, spesso, altrettanto inutili. La vita non è solo fare cose utili. Lo so. Le emozioni, i sentimenti, il gioco la rendono più viva e degna di essere vissuta ma se riuscissimo a vivere i nostri sentimenti in maniera da non danneggiarci ulteriormente e non compromettere il nostro stesso futuro, forse, potremmo aspirare ad un domani migliore e anche più lungo.
Proprio per questo esistono associazioni che se si acquistano alberi veri, con le loro radici, non tagliati alla base, si occupano di ripiantarli e prendersene cura una volta passata la festa. Anche questa è una forma di riciclo che potrebbe diminuire la quantità di rifiuti solidi urbani. Tutto degli alberi veri si può riciclare. Se ne può fare legna da ardere, trucioli e corteccia possono essere utilizzati dall’industria del mobile e così venire recuperati e non alimentare il mucchio di immondizia che riempie le discariche.
Una Terra dei fuochi che con i fumi disturbava i velivoli in atterraggio a Fiumicino
Proprio in questi giorni a Roma, sulla via Portuense, una dipendente della Regione Lazio di 52 anni è stata arrestata per avere trasformato un terreno di circa 18 ettari in una mega discarica abusiva. La necessità di smaltire rifiuti ingombranti è tale che rappresenta un problema e anche un costo, così nascono queste discariche abusive e rendono parecchio a chi le apre.
Per anni all’interno dell’area sarebbero stati scaricati e incendiati rifiuti speciali, chimici, vernici, ferro, elettrodomestici, porte, mobili, arredi, rottami e spazzatura di ogni genere. Ovviamente, per fare spazio a nuovi rifiuti portati dalle ditte, che così risparmiavano sul corretto smaltimento, gli indagati davano fuoco a quelli già presenti, sprigionando nell’aria alte colonne di fumo nero, denso e maleodorante.
Una piccola Terra dei Fuochi scoperta in base a una indagine durata dieci mesi da parte della Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino ma per un reato che risale addirittura al 2014. Alla fine tutto s’è risolto in un blitz nella discarica abusiva al confine tra i due comuni, Roma e Fiumicino, vicino alla Commerce City e all’aeroporto Leonardo da Vinci. Le segnalazioni venivano dai piloti dei velivoli che, alzandosi in volo, notavano fumi provenire dal terreno. Fumi che, in caso di particolari condizioni atmosferiche, disturbavano gli aerei in atterraggio.
L’Ama ha impiegato 100 autocarri per trasportare via tutti i rifiuti
Secondo l’Ama, che si è occupata del recupero dei rifiuti, sono stati impegnati 100 autotreni per rimuovere il materiale stipato nella discarica. Non solo la donna titolare della discarica è stata messa in stato di arresto ma anche undici persone sono indagate perché usufruivano della discarica per smaltire rifiuti delle loro imprese. I reati contestati vanno dall’inquinamento ambientale all’incendio doloso, dalla calunnia al furto di energia elettrica e acqua, fino all’abbandono e al malgoverno di animali.
Sembra che la donna avesse potuto allontanare i legittimi utilizzatori del terreno con minacce legate ad amicizie che lei vantava con le organizzazioni criminali di Ostia, tra cui la famiglia Spada. Sono stati rinvenuti anche allacci abusivi alla corrente elettrica e all’acqua potabile. Alla fine delle indagini gli agenti hanno sequestrato l’area e i casolari, oltre a tre automezzi utilizzati per il trasporto illegale dei rifiuti. Inoltre, gli agenti hanno trovato 40 cani di varie razze, in pessime condizioni sanitarie, una colonia felina e tre cavalli.
Le soluzioni ci sono dobbiamo collaborare tutti perché vengano applicate
Le soluzioni per risolvere il problema dei rifiuti urbani ci sono, comportano una partecipazione della collettività oltre che un impegno determinante delle amministrazioni pubbliche. Questa collaborazione dal basso e dall’alto si comprende bene nella raccolta differenziata, che deve essere potenziata. La base del riciclo e del compostaggio è la strategia migliore e già adottata in alcune province del nostro Paese e in tanti altri Paesi all’avanguardia in questo settore. Addirittura la raccolta dell’immondizia può determinare una produzione di energia elettrica e termica utilizzabile dai cittadini con un risparmio sul costo energetico che mi pare sempre più indispensabile.
Separando i rifiuti in diverse categorie come carta, plastica e vetro, e assicurandosi che vengano smaltiti correttamente, si può diminuire la loro presenza nell’ambiente. Inoltre, occorre adottare stili di vita sostenibili come l’uso di prodotti riutilizzabili anziché quelli usa e getta. Questo aiuta a ridurre gli sprechi. È possibile ridurre il consumo di energia e acqua utilizzando apparecchiature efficienti dal punto di vista energetico e riducendo il tempo di utilizzo di docce e lavatrici.
L’adozione di pratiche agricole sostenibili può anche contribuire a ridurre gli sprechi ambientali, come l’uso di tecniche di coltivazione biologica e la riduzione dell’uso di pesticidi. Infine, educare le persone sull’importanza di ridurre gli sprechi ambientali e promuovere la partecipazione attiva nella conservazione dell’ambiente può avere un impatto significativo nel lungo termine.
Tutto questo è non solo nel nostro interesse, ma disposto dall’Unione Europea
La Commissione europea propone che, entro il 2030, gli Stati membri riducano i rifiuti alimentari del 10% nella lavorazione e nella produzione e del 30% congiuntamente nella vendita al dettaglio e nel consumo. Nell’ambito della proposta, l’UE cercherà di raggiungere l’obiettivo del “dimezzamento dei rifiuti alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumo entro il 2030 e la riduzione delle perdite di cibo lungo le catene di produzione e di approvvigionamento alimentare“.
Entro la fine del 2027 verrà effettuata una revisione dei progressi compiuti dagli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi. Secondo il monitoraggio statistico della quantità di rifiuti alimentari nell’Ue, effettuato dall’ufficio statistico dell’Unione Europea Eurostat, ogni anno vengono generati quasi 59 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, che rappresentano una perdita stimata di 132 miliardi di euro: circa il 10% di tutti gli alimenti forniti al dettaglio, ai ristoranti, alle famiglie e ai servizi di ristorazione, compresi scuole e ospedali, viene sprecato. Nonostante ciò, ogni giorno circa 32,6 milioni di persone non possono permettersi un pasto di qualità che comprenda carne, pollo, pesce o un equivalente vegetariano.
I rifiuti speciali possono essere molto pericolosi e vanno gestiti da imprese specializzate
Oltre a quelli alimentari e casalinghi ci sono poi i rifiuti speciali, definiti come quella categoria di scarti che, per le loro proprietà chimiche o fisiche, non possono essere raccolti ed eliminati assieme ai rifiuti urbani. Per esempio: vernici, colle, solventi, acidi, basi, prodotti chimici, prodotti per la pulizia, pile e accumulatori, oli e grassi, terra intrisa di sostanze inquinanti, residui della pulizia dei pozzetti stradali, residui di separatori idrocarburi, oli motori esausti, batterie di auto, residui di decantazione e filtrazione, emulsioni oleose, acque e fanghi con metalli disciolti.
Sono meno conosciuti rispetto a quelli urbani, in quanto di produzione prevalentemente industriale, rappresentano una quota significativa dei rifiuti trattati, circa 6 per cento della quantità complessiva di rifiuti, secondo i dati UFAM 2008.
I rifiuti speciali devono essere gestiti da operatori autorizzati specializzati. Secondo il D.Lgs 152/06 , testo unico che disciplina la materia ambientale, una volta raccolti, vengono conferiti in impianti di trattamento e smaltimenti autorizzati, come inceneritori, discariche controllate o impianti di recupero. Tutto questo ha un costo per le imprese ma bisognerebbe rendere non conveniente l’uso di discariche abusive con multe e sanzioni e anche restrizione della libertà, per i responsabili di simili reati. Questi rifiuti speciali richiedono una gestione altamente professionale. Se manipolati in modo inadeguato (nel trasporto, nello stoccaggio, nel trattamento), rappresentano un pericolo per l’ambiente e per la popolazione. Come nel caso della discarica di Fiumicino.