Roma invasa dai rifiuti, è emergenza. Ha ragione Bruno Vespa?
Foto apparse sulla pagina Facebook Riprendiamoci Roma. Un quadro di degrado e inciviltà
Le foto che vedete, sono apparse tra ieri e oggi sulla pagina Facebook Riprendiamoci Roma, che fa riferimento al sito riprendiamociroma.blogspot.it, un blog di denuncia e di lotta al degrado.
Il soggetto della fotografia è sempre lo stesso: rifiuti sparsi ovunque, a terra, in ogni parte di Roma. Si passa dal Lungotevere dei Tebaldi, dove l'inciviltà di cittadini romani e non la fa da padrone, per cui si trovano lattine e cartacce abbandonate a se stesse. Si arriva poi sulla Tuscolana, all'altezza di Ponte Lungo, dove, tra due cassonetti, si trova anche un water, pronto all'uso che non si sa mai. E infine, si passa al Lido di Ostia, tra via Mar Arabico e via di Castel Fusano. Situazioni, queste, che non si fermano di certo a queste aree, e che Romait ha provveduto a raccontare, e denunciare, più volte.
Il sindaco Ignazio Marino, al tweet di provocazione di Bruno Vespa, rispondeva così: "Purtroppo negli ultimi 50 anni nulla si è fatto per togliere a un monopolista privato la gestione dei rifiuti che si basava su una grande buca dove veniva buttato dal materasso della nonna al frigorifero, ai rifiuti alimentari. sono sorpreso che un osservatore attento come Bruno Vespa in questi 50 anni non se ne sia accorto e sarebbe interessante se ci dedicasse una sua trasmissione di approfondimento". E sulle cartacce a terra, il primo cittadino aggiungeva: "Le cartacce per terra sono un problema che riguarda il modo in cui i cittadini e i turisti trattano Roma, ma il vero problema è la gestione del ciclo dei rifiuti”.
Da una parte, è vero. Il cittadino preferisce abbandonare un rifiuto ingombrante al cassonetto vicino casa, piuttosto che contattare l’AMA che offre un servizio apposito di smaltimento. Da una parte, è vero anche che spesso e volentieri i romani sono autolesionisti, e non si curano dell’ambiente circostante, e quindi abbandonano a terra di tutto, dal pacchetto di sigarette vuoto alla lattina di Coca-Cola appena finita. Dall’altra parte, però, è innegabile che da un anno a questa parte, l’emergenza rifiuti a Roma abbia assunto connotati diversi, e molto preoccupanti. Sempre più si trovano cassonetti pieni, non svuotati. La colpa di chi è? Se è vero che per 50 anni lo smaltimento dei rifiuti a Roma e nel Lazio ha avuto un solo nome e un solo cognome, quello di Manlio Cerroni, patron di Malagrotta, è vero anche che alla chiusura dei due TMB della discarica appena citata, non è seguito un piano alternativo ponderato. E allora, ci chiediamo: ha ragione Bruno Vespa quando fa il paragone con San Pietroburgo?
*Tutte le foto sono prese dalla pagina Facebook Riprendiamoci Roma