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Roma, la Capitale dei rincari: +388 euro l’anno per le famiglie, come cambia il costo della vita

Neppure la tazzina di caffè al bar sfugge ai rincari. Il prezzo medio a Roma è di 1,20 euro, ma l’aumento del costo del caffè potrebbe portare la tazzina a 1,40 euro

Quando è bene non bere il caffè?

Caffè - pixabay - RomaIT.it

Roma conquista un amaro secondo posto tra le città più care d’Italia, con un incremento annuo del costo della vita che tocca i 388 euro per una famiglia media. A rivelarlo è l’Unione Nazionale Consumatori, che analizzando gli ultimi dati Istat sull’inflazione, mette in luce il peso sempre maggiore sui bilanci familiari nella Capitale. Con un’inflazione del +1,5%, Roma si piazza al quarto posto nazionale per l’aumento percentuale dei prezzi, ma il secondo per l’effetto diretto sulle spese. Un trend che preoccupa, soprattutto con l’avvicinarsi del Giubileo, già accusato di contribuire a questi rincari.

Carrello della spesa più pesante a Roma: +201 euro in un anno

L’aumento dei prezzi si riflette pesantemente sul carrello della spesa. Le famiglie romane hanno speso in media 201 euro in più rispetto allo scorso anno, di cui 176 euro per alimenti e bevande analcoliche. «L’inflazione di ottobre è già impressionante – sottolinea Vincenzo Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – e lascia intravedere un effetto Giubileo ancora prima che questo inizi ufficialmente».

Mercati rionali a Roma: prezzi alle stelle

Un caso emblematico è quello di frutta e verdura. Nonostante i dati del Centro Agroalimentare di Roma (CAR) evidenzino cali significativi all’ingrosso per prodotti come le clementine (-22%) e le mele golden (-33%), sui banchi dei mercati rionali la realtà è diversa. I carciofi, ad esempio, sono passati da 1,20 euro a 2 euro l’uno (+45%), e i finocchi quasi raddoppiati, da 1 euro a 1,86 euro al chilo. Come spiega Valter Papetti, presidente degli ambulanti di Confcommercio, «la verdura oggi costa intorno ai 2 euro al chilo, mentre prima era sotto l’euro. Questo è un momento buio per i mercati».

Le clementine, paradossalmente, hanno subito aumenti al dettaglio del 40-50%, nonostante il calo all’ingrosso. Massimo Pallottini, direttore del CAR, attribuisce questi rincari al maltempo estivo e alla siccità, ma assicura che la filiera agroalimentare cerca di limitare l’impatto sui consumatori finali.

Supermercati e discount: la corsa al risparmio

La situazione nei supermercati appare meno critica, con aumenti contenuti tra il 3% e il 5% sugli alimenti, secondo Marco Annarumi di Confesercenti. Tuttavia, è diminuito il potere d’acquisto delle famiglie. Sempre più persone scelgono i discount, e già a metà mese i consumatori iniziano a tagliare le spese, segno di un’esaurimento delle risorse economiche.

Sul fronte del pane, i prezzi restano stabili per i prodotti base, ma i pani speciali e quelli con grani particolari risultano più cari del 10-20%.

Caffè al bar: verso l’aumento a 1,40 euro

Neppure la tradizionale tazzina di caffè al bar sfugge alla spirale dei rincari. Attualmente il prezzo medio a Roma è di 1,20 euro, ma l’aumento del costo del caffè crudo all’ingrosso (+3 euro al chilo) potrebbe portare il prezzo al banco a 1,30 o addirittura 1,40 euro. «Stiamo cercando di contenere gli aumenti, ma la situazione è difficile», ammette Sergio Paolantoni, presidente della Fipe Confcommercio.

Lotta al caro vita: necessità di interventi strutturali

Con il costo della vita in continuo aumento, le famiglie romane affrontano una pressione crescente sui propri bilanci. La corsa all’inflazione, combinata con gli effetti di eventi straordinari come il Giubileo, rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Gli esperti sottolineano la necessità di interventi strutturali per garantire un equilibrio tra la sostenibilità economica delle famiglie e l’impatto delle grandi manifestazioni sulla vita quotidiana dei cittadini.