Roma, l’amministrazione spinge sullo smart working per decongestionare il traffico
La Capitale deve gestire l’impatto del Giubileo mentre la città è già appesantita dalla complessità delle sue infrastrutture e dal traffico
In una Roma sempre più congestionata dai cantieri in vista del Giubileo 2025, l’amministrazione capitolina accelera sul fronte dello smart working per i dipendenti comunali. L’iniziativa, avviata già due anni fa con l’obiettivo di decongestionare il traffico, ridurre l’inquinamento e migliorare l’efficienza organizzativa, ha trovato nuovi impulsi negli ultimi giorni. Il risultato è un accordo tra l’assessore al Personale, Andrea Catarci, e i sindacati, che stabilisce una modalità di lavoro agile su base volontaria per i dipendenti dell’amministrazione comunale.
Un cambiamento strutturale
La Capitale deve gestire l’impatto del Giubileo mentre la città è già appesantita dalla complessità delle sue infrastrutture e dal traffico, reso ancora più caotico dai numerosi cantieri attivi. È in questo contesto che il lavoro agile si afferma come strumento non solo per garantire la continuità dei servizi, ma anche per rispondere in maniera più sostenibile a esigenze di carattere straordinario. Tra queste, emergono le calamità naturali e gli eventi di grande portata, come appunto il Giubileo, che richiedono soluzioni flessibili e adattabili.
L’incontro di ieri tra Catarci e i sindacati ha segnato un punto di svolta: i dipendenti capitolini potranno scegliere di lavorare da remoto per un massimo di due giorni alla settimana, compatibilmente con le esigenze organizzative. Ad oggi, circa il 40% del personale ha optato per questa formula, mentre il 60% ha preferito ridurre a un solo giorno. Si tratta di un cambiamento che, nelle parole dell’assessore Catarci, non si limita a semplificare la vita dei lavoratori, ma che porta anche a un sensibile miglioramento delle prestazioni lavorative, come dimostra l’esempio del XIII Municipio.
Il caso del XIII Municipio: efficienza a distanza
Nel colloquio tra l’amministrazione e le rappresentanze sindacali è emerso un caso esemplare che evidenzia il potenziale dello smart working: una dipendente del XIII Municipio, durante un periodo critico per l’elaborazione delle pratiche del trattamento di fine rapporto (TFR) destinato alle insegnanti, è riuscita a evadere tutte le pratiche in soli cinque giorni di lavoro da remoto. Questo risultato ha superato le performance degli altri municipi, confermando che il lavoro agile, se ben organizzato, può migliorare in modo significativo l’efficienza della macchina amministrativa.
Questo episodio ha dato slancio a un’ulteriore proposta: introdurre lo smart working avanzato, legato al raggiungimento di specifici obiettivi. Si tratta di una modalità che, in base alle necessità, potrebbe prevedere fino a cinque giorni di lavoro a distanza, come misura straordinaria per rispondere a particolari necessità operative o per recuperare arretrati.
Il telelavoro come risposta alle emergenze
Oltre agli evidenti benefici in termini di efficienza e benessere dei dipendenti, lo smart working si configura anche come una soluzione per affrontare situazioni straordinarie. Non solo il Giubileo, ma anche eventi imprevisti e calamità naturali possono trarre vantaggio da un sistema che consente ai dipendenti di continuare a svolgere le proprie mansioni senza doversi spostare fisicamente. Questo aspetto è considerato un elemento cruciale nell’attuazione delle politiche di continuità operativa che il Campidoglio sta pianificando, con l’obiettivo di garantire la fornitura ininterrotta dei servizi pubblici anche nei momenti più complessi.
Una crescita inarrestabile: l’adesione dei dipendenti capitolini
I numeri parlano chiaro: nel dicembre 2022, i dipendenti capitolini che avevano scelto lo smart working erano 3.910. A giugno del 2023, questo numero è salito a 6.282, con l’obiettivo ambizioso di arrivare a quota 9.000 entro la fine della consiliatura, su un totale di 22.000 lavoratori comunali. Anche i dirigenti e i funzionari con incarichi di elevata responsabilità avranno accesso a due giorni di lavoro agile alla settimana, rafforzando l’impegno dell’amministrazione a rendere strutturale questa modalità operativa.
L’ipotesi di chiusura delle strutture senza front office
Parallelamente alla spinta sul lavoro agile, l’amministrazione capitolina sta valutando la possibilità di chiudere alcune strutture fisiche che non offrono servizi di front office diretti, grazie a un processo di digitalizzazione sempre più avanzato. Questo consentirebbe non solo di garantire una maggiore efficienza nella gestione dei servizi, ma anche di ottenere un risparmio economico ed energetico. In un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità e all’ottimizzazione delle risorse, questa scelta potrebbe rivelarsi strategica, soprattutto in un periodo in cui Roma si prepara a gestire eventi di portata globale come il Giubileo.
Inoltre, la digitalizzazione è accompagnata da un rafforzamento delle misure di cyber sicurezza, un aspetto cruciale in un’epoca in cui la protezione dei dati rappresenta una priorità assoluta per le amministrazioni pubbliche. L’obiettivo finale è quello di mettere a regime un modello gestionale uniforme, che non crei disparità di trattamento tra le 45 strutture che fanno capo al Campidoglio.
Il dialogo con il governo e la Regione
Nel frattempo, la spinta verso lo smart working non riguarda solo il Comune di Roma. L’assemblea capitolina ha approvato una mozione presentata dal consigliere dem Mariano Angelucci per estendere il dialogo anche con il governo e la Regione Lazio, con l’obiettivo di promuovere protocolli d’intesa che possano allargare l’uso del lavoro agile anche ai ministeri e al settore privato.
Oggi il sindaco Roberto Gualtieri incontrerà il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, insieme ai vertici di Unindustria e alle organizzazioni sindacali, per valutare la possibilità di estendere questa modalità lavorativa a un ambito più ampio, sia nel pubblico che nel privato. Il Giubileo, con il suo impatto inevitabile sulla mobilità e sulla vita quotidiana dei romani, potrebbe essere l’occasione per un cambiamento strutturale che vada oltre l’emergenza e diventi parte integrante della vita lavorativa di una città sempre più orientata al futuro.