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Roma. Leggi Razziali, Raggi dedichi una via a Settimio Calò

Nel 2010 Alemanno annunciò l’intenzione di dedicare una strada all’uomo che perse la moglie, 9 figli e un nipotino nel rastrellamento del ’43

"Nel 2010 il sindaco Gianni Alemanno annunciò l'intenzione di dedicare una via di Roma a Settimio Calò, che nel rastrellamento del 16 ottobre del '43 perse nove figli, la moglie e un nipotino. Sul Corriere, in occasione degli 80 anni dalla promulgazione delle Leggi Razziste, si invita Virginia Raggi a riconsiderare questa iniziativa e a darle finalmente attuazione", scrive Pagine ebraiche, quotidiano online dell'Ucei.

"Settimio Calò uscì da questa casa dove abitava con la moglie Clelia Frascati e i nove figli. Quando vi tornò la trovò vuota per sempre. I suoi cari erano stati rastrellati il 16 ottobre 1943 e deportati ad Auschwitz insieme ad oltre mille ebrei in nome della politica razzista del Nazifascimo. Nessuno dei suoi familiari fece ritorno. Essi rappresentano tutte le famiglie distrutte dall’odio antisemita +S.P.Q.R. 2010", recita la targa messa otto anni fa dal sindaco Gianni Alemanno in via Portico d'Ottavia 49, vicino il Campidoglio.

"Forse Virginia Raggi, che ha giurato di depennare dalla toponomastica romana i sostenitori delle Leggi Razziali, non è mai passata in via Portico d’Ottavia 49. Ma la targa che si trova in quella via dovrebbe mandarla a memoria. Perché, per quel sindaco di destra, per Alemanno fu una vittoria e insieme una sconfitta. Aveva promesso, per marcare la sua rottura con le canaglie razziste del neofascismo, di dedicare una via a quella famiglia che ricorda come forse nessuna altra la deportazione e la mattanza degli ebrei rastrellati nella capitale quel giorno di ottobre.

Ecco la sindaca di Roma ha un dovere. Dare un segnale. E dedicare finalmente una strada, a 80 anni dalle Leggi Razziali del ‘38, alla moglie e ai figli di Settimio Calò uccisi ad Auschwitz dopo cinque giorni da incubo su un treno piombato partito dalla Tiburtina". Così il Corriere.it.

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