Roma, lo tsunami tour del diritto all’abitare
Tor Tre Teste sgomberata ieri mattina
Il 6 e il 7 aprile sono nate a Roma tredici occupazioni abitative. Centinaia di famiglie, di studenti e di precari hanno deciso di sottrarre spazi all’abbandono e alla speculazione edilizia per riappropriarsi di un diritto negatogli da questa crisi: il diritto all’abitare.
E ovviamente, pochi ne parlano.
È iniziato tutto il 6 dicembre con le prime occupazioni a Ponte di Nona; ben otto palazzine occupate, dieci giorni dopo ben diciotto uomini in assetto antisommossa con tanto di elicotteri volteggianti nel cielo (immaginiamo che la Questura di Roma fosse spaventata dalla capacità di mobilitazione e coordinamento dei movimenti di lotta per la casa- tra cui c’erano, e ci sono, anche donne incinte e bambini!)
Insomma è iniziato tutto esattamente cinque mesi fa.. e io che da sempre ho provato a seguire la vicenda, per rendervi partecipi dei minimi dettagli e non soltanto di un racconto arrangiato, ho dovuto spulciare tra i vari e purtroppo poco conosciuti giornali indipendenti, autonomi, autofinanziati, tra i pochissimi post di amici su facebook, ho dovuto spulciare tra tutte quelle fonti che non hanno una gran cassa di risonanza. Ahimè niente telegiornali, nessun programma televisivo intenzionato a dedicare una delle proprie puntate a questo argomento. Perché? Forse perché ancora una volta in questo Paese le questioni sociali si presentano a chi dovrebbe gestirle solo come un problema di ordine pubblico, quando a me, quello che sta succedendo, è sembrata quasi una rivoluzione.
Si chiama lo “Tsunami tour del diritto all’abitare” e ad occupare sono famiglie e precari, ma soprattutto tantissimi studenti, tutti tra i 20 e i 25 anni, molti fuorisede, strozzati dagli affitti troppo cari e impossibilitati dai lavori in nero.
Sono due le rappresentanze studentesche di queste occupazioni: Degage! Nel quartiere Salario e Communia a San Lorenzo.
Degage si è ‘ripresa’ uno stabile, un edificio della proprietà della Provincia di Roma in svendita al migliore offerente. Lo stabile, in via Antonio Musa 10, fa parte degli undici stabili inseriti nel fondo Upside della Bnp Parsap che, una volta venduti, potranno essere usati per costruire il palazzone unico della Provincia che sorgerà nella zona del Torrino-Castellaccio. È stato creato dalla giunta Zingaretti, con il bene dell’opposizione, un fondo speciale nel quale accumulare i soldi pervenuti dalla vendita di questi undici immobili, già di proprietà della Provincia stessa, al pro di concentrare gli uffici amministrativi in un unico stabile, per migliorarne l’efficienza dei servizi e per risparmiare su tutti quegli stabili che sono attualmente in affitto. Il fondo Upside è necessario perché le banche che hanno vinto l’opportunità di finanziare la costruzione hanno già anticipato 260 milioni di euro che verranno recuperati dalla vendita degli immobili tra cui quello di via Antonio Musa 10.
Degage ha intenzione di trasformare queste mura in alloggi per trenta studenti e studentesse che finora sono costretti ad affidarsi all’Agenzia immobiliare dell’Università della Sapienza che indica agli studenti alloggi in affitto a prezzo di mercato.
Qualche settimana fa mille persone hanno sfilato verso la Regione e c’è stata una manifestazione sotto la Prefettura.
Successivamente i protagonisti dello “Tsunami tour” hanno invaso la Sapienza e lo hanno fatto decidendo di chiamare in causa la gestione Frati dell’Ateneo e la Laziodisu per la gestione del diritto allo studio. Il corteo è partito dal piazzale della Minerva e ha attraversato l’Università toccando i punti più evidenti della crisi all’interno dell’Università.
Ieri mattina l’edificio occupato di Tor Tre Teste in via Viscogliosi è stato totalmente militarizzato, a distanza di mesi troviamo la stessa situazione vissuta a Ponte di Nona. La polizia dopo un primo tentativo fallito di sfondare le barricate degli occupanti è riuscita a schierarsi di fronte la palazzina.
Alle 13.30 la celere riesce ad entrare nell’edificio trascinando via con la forza gli occupanti che poco dopo denunceranno i metodi brutali con cui la polizia li ha trascinati fuori. Dopo un’assemblea, il presidio di solidarietà fuori dalla palazzina sgomberata si è sciolto e al suo interno è stata ribadita l’intenzione di continuare la battaglia per il diritto alla casa affinchè le famiglie appena sfrattate trovino una soluzione abitativa.
Intanto nella capitale, in risposta allo sgombero dell’edificio, centinaia di persone sono partite in corteo dalla metro Policlinico fino a via Lega lombarda, dove ha sede il comitato elettorale del sindaco Gianni Alemanno per portare il messaggio sotto le sedi dei responsabili di quanto avvenuto a Tor Tre Teste. Alla fine della giornata i manifestanti si sono riuniti in un’assemblea in strada durante la quale è stato ottenuto un incontro con le istituzioni per i prossimi giorni per discutere della situazione abitativa della capitale.
Fino a quella data è stato stabilito il blocco degli sgomberi.
“C’è una cultura onnipresente nel nostro paese che ci dice che chi lavora merita una casa, a chi è produttivo è concessa una pensione, a chi ha il permesso di soggiorno per lavorare è ben accetto in questo paese, chi ha una famiglia di garanti può studiare, chi è una donna in carriera può permettersi una vita svincolata dai ruoli familiari. Ma questa favola, se mai è stata vera, è tramontata ed è evidente ancora di più con la crisi.” Assemblea pubblica sul diritto all’abitare.