Roma Monte Mario, una ferita aperta tra degrado e insediamenti abusivi
A pochi metri, Roma sembra scorrere come sempre, ma per chi vive o lavora nei dintorni di Monte Mario, l’abbandono di questa collina rappresenta una ferita aperta
Sacchi neri della spazzatura trasformati in rivestimenti impermeabili per tende, piccoli accampamenti nascosti nella vegetazione e il ricordo ancora vivido di un incendio devastante che solo sei mesi fa ha segnato l’area. Questa è la situazione attuale di Monte Mario, un angolo di Roma che ha degli scorci panoramici ma pure scenari di degrado sempre più evidenti.
Ritorno degli insediamenti abusivi a Monte Mario
Nonostante il rogo che lo scorso anno ha devastato la collina, cancellando quasi tutto, gli insediamenti abusivi sono riapparsi nello stesso punto. A raccontarlo sono i residenti e i passanti lungo via Romeo Romei, una strada che corre accanto alla cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. Tra l’erba alta, ormai rispuntata grazie alle piogge delle ultime settimane, vivono almeno una decina di persone in tende avvolte nel cellophane per ripararsi dal freddo.
La strategia dei nuovi occupanti è chiara: piccoli insediamenti dispersi ai margini della collina, difficili da individuare nella boscaglia e lontani dagli occhi indiscreti. Alcuni di loro potrebbero essere gli stessi che, dopo l’incendio estivo, hanno lasciato la collina carbonizzata per rifugiarsi nei dintorni. Le autorità non sono ancora intervenute per bonificare l’area, lasciando spazio al ritorno di un degrado sempre più radicato.
Sentieri di degrado
L’erba schiacciata dai passaggi ripetuti crea sentieri che si perdono nella vegetazione verso la cima di Monte Mario, diretti in zone ancora più remote. Questi percorsi destano preoccupazione, specie in vista dei mesi caldi: solo un anno fa, il sindaco Roberto Gualtieri aveva attribuito proprio a un fuoco acceso per cucinare da occupanti abusivi la causa probabile del vasto incendio che ha messo in ginocchio l’area.
A pochi passi dalla Panoramica, lungo viale dei Cavalieri di Vittorio Veneto, restano visibili le tracce di accampamenti abbandonati. Pentole, coperte, scarpe e persino custodie di DVD – da “Psyco” a “Il gladiatore” – giacciono tra i rifiuti abbandonati dagli incivili. Lo spettacolo è desolante: un misto di oggetti lasciati dagli occupanti e scarti edili scaricati illegalmente da chi approfitta del buio per liberarsi di macerie.
Il peso del maltempo
Non è solo l’azione dell’uomo a deturpare Monte Mario. Gli alberi abbattuti dalle ondate di maltempo dello scorso anno e di quest’inverno sono ancora lì, schiacciando inferriate e invadendo sentieri. Alcuni tronchi si trovano sotto il viadotto della Panoramica, in via Mario Polerà, dove tra copertoni e macerie l’abbandono regna incontrastato. Lo stesso scenario si ripete lungo via Edmondo de Amicis e via di Macchia Madama, dove le recinzioni del parco restano piegate, simbolo di un degrado che nessuno sembra voler affrontare.
A poche centinaia di metri dalla devastazione, Roma sembra scorrere come sempre, indifferente. Ma per chi vive o lavora nei dintorni di Monte Mario, l’abbandono di questa collina rappresenta una ferita aperta. La necessità di interventi strutturali per ripristinare decoro e sicurezza è più urgente che mai. Intanto, il degrado continua a scrivere la sua storia, giorno dopo giorno, nell’indifferenza generale.