Roma. Morte Valerio al Collatino, spunta l’ipotesi di istigazione al suicidio
Si indaga sulla tragedia in via Igino Giordani che ieri ha sconvolto l’intero quartiere: sequestrato il telefono del ragazzino
Una caduta che ha spezzato una giovane vita. Una comunità in lutto. È il dramma che si è consumato ieri pomeriggio in via Igino Giordani, nel quartiere Collatino di Roma, dove Valerio, un ragazzo di appena 12 anni, è precipitato dalla finestra della sua cameretta al decimo piano del palazzo in cui abitava. La tragedia, ancora avvolta nel mistero, ha portato la Procura di Roma ad aprire un fascicolo con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Un’indagine che punta a fare chiarezza su un evento tanto improvviso quanto inspiegabile.
Morte Valerio, cordoglio in via Giordani
La procura, con a capo il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, cerca risposte a un interrogativo cruciale: si è trattato di un tragico incidente o di un gesto deliberato? Gli investigatori stanno setacciando ogni dettaglio delle ultime ore di vita di Valerio. Il telefono cellulare del ragazzo è stato sequestrato e sarà sottoposto ad analisi approfondite per individuare eventuali tracce che possano aiutare a comprendere cosa sia accaduto. Messaggi, chat, ricerche sul web: ogni elemento potrebbe essere decisivo.
Al momento della caduta, Valerio si trovava in casa con la baby sitter e la sorellina più piccola. Non è ancora chiaro se il padre, uno dei primi a soccorrerlo, fosse già rientrato o stesse tornando a casa. Alcuni testimoni raccontano di averlo visto disperato, gridare il nome del figlio: “Valerio, Valerio! Non toccatelo!” mentre cercava di prestargli aiuto. Purtroppo, nonostante la corsa al Bambino Gesù, il giovane non ce l’ha fatta.
Via Igino Giordani oggi appare come un luogo sospeso nel dolore. Il cancello del civico 70 si apre e chiude di continuo, tra residenti e curiosi che si fermano davanti ai nastri bianchi e rossi lasciati a terra, simbolo di una tragedia che ha scosso l’intero quartiere.
Ipotesi suicidio, si indaga
“Valerio lo conoscevamo tutti”, racconta un’anziana con le lacrime agli occhi. “Era un bambino speciale, educato, gentile. Era una promessa della pallanuoto. È come se avessimo perso un nipote”. La sua voce si spezza, mentre attorno a lei il silenzio pesa come un macigno. Un’altra donna, venuta sul posto dopo aver appreso la notizia in televisione, osserva incredula il luogo della caduta. Al telefono con un’amica racconta quello che ha visto, ma le lacrime prendono il sopravvento e si allontana in silenzio.
A ventiquattro ore dal dramma, le domande rimangono molte. I genitori, ancora sotto shock, cercano di capire se ci fossero segnali premonitori di un disagio o se si sia trattato di un evento del tutto inatteso. Gli investigatori stanno valutando ogni ipotesi, ma al momento nessuna pista prevale sull’altra. La comunità scolastica e sportiva di Valerio è incredula, stretta attorno alla famiglia nel dolore.